ARSOLI (RM)


Distanze: 59 km da Roma

Altitudine: 470 m

Il nome deriva dalla denominazione del colle sui fianchi del quale si adagia il paese “mons qui vocatur saxa seu Arsula”.

Il territorio nell’antichità è stato abitato dagli Equi e successivamente dai Romani della cui civiltà è facile trovare molte tracce.

Il paese nasce intorno all’anno mille (997) e conserva tutt’ora pressochè intatto il centro storico medioevale e le antiche viuzze.

Il paese collocato tra i monti Simbruini, a ridosso del parco dei Monti Lucretili e del parco Nazionale d'Abruzzo, è situato ad un altezza di circa 500 mt sul livello del mare.

La vegetazione circostante varia dai vasti uliveti a valle ai castagneti e boschi misti di querce lecci e abeti a monte.

Sul territorio sono presenti due percorsi naturalistici attrezzati in grado di far ammirare meglio la vegetazione e la fauna e di ospitare comitive e escursionisti fornendo loro aree di sosta attrezzate con bracieri e tavoli.

Inoltre spostandosi di pochi chilometri per la strada di Cervara si giunge nel parco dei monti Simbruini immersi nelle splendide faggete che caratterizzano gli altopiani che lo compongono.

Il castello Massimo sorto nell’XI sec. come convento-castello dell’Abbazia di Subiaco e successivamente fortificato, ha notevoli affreschi di Federico Zuccari, Marco Benefial, Antonio Macci.

La chiesa parrocchiale intitolata al SS. Salvatore è del ‘500, ricostruita su disegno di Giacomo della Porta conserva una bellissima “Trasfigurazione” del Domenichino, una tela di Marco Benefial, due tele del seicento di ignoto.

La piccola chiesa di S. Rocco, situata nel Borgo omonimo di Arsoli, custodisce un ricco patrimonio di storia e di arte negli affreschi che ricoprono le pareti e la volta e nelle numerose memorie graffite ed a pennello che si possono leggere sulle pareti.

Gastronomia

la "Fagiolina arsolana" tipico legume bianco, secco, un pò tondeggiante, di pasta delicata, facilmente digeribile, unicamente coltivato nelle campagne ai piedi del paese bagnate dal fosso Bagnatore e dal fiume Aniene che, raccolto dalla seconda metà di agosto, veniva messo a seccare sopra i "pannuni" stesi lungo le strade e i vicoli.