CAPENA (RM)


Distanze: 35 km da Roma

Altitudine: 160 m

Capena, che fino al 1933 era chiamata Leprignano (mutato in Capena con un regio Decreto del 1893), è un comune di 3.800 abitanti, situato a Nord di Roma, tra la Via Flaminia e la Via Salaria, presso la Via Tiberina, nella media valle del Tevere.

Il paese è a 160 mt. dal livello del mare ed ha un territorio di circa 1945 ha.

È situato su colline e vi si arriva attraverso dei terreni lievemente in pendio, ricchi di vigne e ulivi, mentre sullo sfondo a nord-est si vede l’ampia vallata del Tevere e i monti della Sabina a nord.

Inoltrandosi nel paese e scendendo l’altro versante della collina, il paesaggio muta improvvisamente: diventa aspro e selvaggio.

Infatti la parte più antica del paese è arroccata su uno sperone di roccia tufacea.

Lo sperone scendendo lievemente si inserisce in una valle dalle pareti scoscese e ricca di alberi di acacie e castagni, mentre verso nord si erge maestoso il Soratte.

Il tufo è una delle caratteristiche dominanti: spesso lo si trova inserito armoniosamente fra le architetture medioevali e rinascimentali, alla base di una casa, come fregio su di una cantina, spunta all’improvviso fra il basalto antico, forma più di una piazzetta con gradine e sedili.

ECONOMIA

L’economia del paese è basata soprattutto sull’agricoltura e l’allevamento, continuando cosi una lunga tradizione che risale alle sue antichissime origini. Vi si coltivano ulivo e vite, con la produzione di un ottimo vino D.O.C. prodotto dalla locale Cantina Sociale "Feronia".

Negli ultimi anni, nella zona lungo la Via Tiberina, c’è stato un notevole sviluppo industriale con l’apertura di numerose fabbriche e depositi vani.

Un posto di primo piano merita la produzione artigianale del merletto lavorato con l'uncinetto.

Ancora oggi per le vie del paese vecchio, nei giorni di sole si vedono donne, vecchie e giovani sedute in circolo a eseguire pregevoli lavori all'uncinetto.

Ci sono inoltre numerosi pittori e poeti locali che valorizzano il paese con le loro opere.

GASTRONOMIA

La cucina Capenate non ha piatti prettamente tipici, ma risente della vicinanza con Roma ed ha accettato e talvolta elaborato la tipica cucina romana, soprattutto per quanto riguarda i piatti rustici, tipici dell'ambiente contadino, come le "fave con la pancetta", "l'acquacotta" (pane raffermo bagnato con vari sughi) soprattutto con i "mazzocchietti" (broccoletti) o con l'abbacchio, e la zuppa di crescione, un'erba commestibile dal sapore molto delicato, che cresce lungo le rive dei ruscelli.

Si distingue soprattutto per una notevole produzione di prodotti caseari, fatti ancora artigianalmente da pastori del luogo e per l'abile lavorazione della carne suina e bovina.

Un cenno particolare meritano i dolci, fatti ancora in casa, soprattutto in occasione delle festività, tra i quali spiccano il "serpentone" e il "pangiallo" fatti per Natale.

Il serpentone ha la caratteristica forma di un serpente arrotolato con un ripieno di cioccolato, mandorle tritate e liquori, mentre il pangiallo è un dolce a forma di cupola, con un impasto di cioccolato, frutta secca e uva sultanina.

Nei numerosi ristoranti e trattorie tipiche della zona si può gustare l’ottima cucina locale.

Da Visitare
Grazie alla particolare conformazione del suo territorio tutto colline e vallate, è piacevole e riposante passeggiare per i dintorni di Capena, dove si incontrano curiosità e luoghi ameni.

Innanzitutto, sparsi per le campagne, si ammirano ancora numerosi ruderi romani e medioevali, come vecchie torri di guardia, talvolta ricoperte d'edera, che fanno una piacevole macchia di colore nel verde circostante.

Un esempio sono i ruderi lungo il "Fosso di Gramiccia", in località "Mola Saracena".
Si tratta di uno sbarramento, probabilmente medioevale, del corso d'acqua, usato per il funzionamento di un sovrastante mulino, ora scomparso. Il luogo è fresco e ombreggiato e tramite un piccolo sentiero si può scendere fino ai piedi del rudere in riva al ruscello, dove c'è una sorgente d'acqua minerale apprezzata per le sue proprietà. Per questo il luogo è meta di passeggiate e scampagnate da parte degli abitanti del territorio.

Altro luogo molto suggestivo è la zona del "Lago": uno specchio d'acqua di recente formazione.
Singolare è la sua storia: il lago infatti, nel corso dei secoli si è "spostato" più volte.

Si ha notizia della sua scomparsa già nel 1856, esattamente il 28 ottobre, quando in località "Lago Puzzo", secondo i resoconti dell'epoca, ci fu un'esplosione sotterranea, accompagnata da spruzzi d'acqua e pietrisco, che causò una profonda voragine, riempita progressivamente d'acqua sulfurea, alla quale la località dovrà poi lo strano nome.

Probabilmente il fenomeno era dovuto a movimenti tellurici e corsi d'acqua sotterranei, grazie anche alla particolare conformazione vulcanica del terreno.

Il "Lago Puzzo" progressivamente si riempì di terra fino a chiudersi, tanto che nel 1895 ci fu una apparizione nella zona di "Fontana Cioccia".

Anche questo secondo lago doveva chiudersi e scomparire, per riapparire di nuovo nel 1930, nel luogo dove è ancora oggi.

Lo specchio d'acqua è situato in una dolce vallata e in parte è ombreggiato da piante e cespugli.

Attualmente si può ancora ammirare, anche se purtroppo si è quasi del tutto richiuso.