GRECCIO (RI)

A mezza costa della catena boscosa dei Monti Sabini, si affaccia sulla piana reatina l'antico paese di Greccio.

Lo svettante campanile della chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, è quanto resta di un antico torrione del castello di Grecce o Grezze, un castrum di cui si hanno notizie già nell'XI secolo.

Dai 705 metri di altitudine di Greccio è possibile percorrere con lo sguardo l'ampia conca reatina; è possibile anche individuare a poche centinaia di metri, in linea d'aria, uno dei monumenti più importanti della storia del Francescanesimo: il Santuario del Presepe, il luogo nel quale nella notte del dicembre del 1223 San Francesco rappresentò con personaggi viventi la Natività.

La leggenda racconta che il Poverello d'Assisi, presente in quelle zone fin dal 1209, affidasse ad un tizzone acceso lanciato da un fanciullo grecciano il luogo dove sarebbe sorto il convento.

Il tizzone lanciato dalla porta del paese colpì la parete del Monte sulla quale si trova oggi abbarbicato tra la roccia, all'interno di un folto querceto, il Santuario.

La strada provinciale che unisce il paese al Santuario è stata costruita nel 1927; con essa si può raggiungere una radura, dominata da una grande quercia, da dove parte una comoda cordonata che porta fino all'edificio conventuale.

Attraverso uno stretto corridoio si raggiunge la Cappella di Santa Lucia, ricavata nella grotta nella quale, nella notte di Natale del 1223, San Francesco rievocò, in presenza d'una folla di fedeli accorsi da Greccio e dai paesi e casolari circostanti, il divino mistero della natività del redentore, istituendo così la sacra rappresentazione del Presepe.

Da quella notte il nome di questa località sabina è conosciuto in tutto il mondo.

Un ulteriore contributo alla fama di Greccio è venuto dalla visita che Giovanni Paolo II ha effettuato il 2 gennaio 1983.

Sul fondo della cappella, sopra l'altare, si vede infatti un affresco, attribuito al Maestro di Narni, del 1409 e rappresentante, a destra, la Natività di Cristo e, a sinistra, il Presepio di Greccio.

Fuori della cappella si incontrano due affreschi: una Natività, di scuola Umbromarchigiana, e un San Giovanni Battista.

Si visitano poi il primo dormitorio de frati, la cella ove il Santo dormiva sulla nuda roccia, e il luogo dove si trova il pulpito di San Bernardino.

Si passa quindi nella suggestiva Chiesina della prima metà del Duecento, dedicata a San Francesco, con volta a botte decorata di stelle e dell'immagine del B. Giovanni da Parma.

Essa conserva i rudi stalli del coro, il leggio e il supporto ligneo girevole della lanterna che serve ad illuminare le pagine del libro corale.

Sull'altare è esposta una tavola cinquecentesca di scuola umbra rappresentante la Deposizione tra Santi e, sulla parete di sinistra, sopra un interessante affresco trecentesco che raffigura il Santo a cui un angelo annuncia la remissione dei peccati, è incastrato un bel tondo del Quattrocento attribuito al fiorentino Biagio di Antonio, rappresentante la Madonna col Figlio.

In un piccolo oratorio attiguo, a sinistra, è collocata una tela incollata su tavola probabilmente del tardo Cinquecento, rappresentante San Francesco che si asciuga gli occhi con un pannolino.

Non si deve assolutamente dimenticare di salire nel dormitorio di San Bonaventura (fine XIII sec.), con divisori lignei e con le piccole celle che si collocano sui due lati di uno stretto corridoio.

Esiste un sentiero che porta alla roccia del Tizzo, al Romitorio del B. Giovanni da Parma e ad una loggia quasi sospesa, arditissimamente, a mezz' aria, da dove si gode un vastissimo panorama.