JENNE (RM)


L'antico Borgo medievale"greggia di casupole che il campanile governa"ha un suo innegabile fascino ed ha sollecitato le vicende de" IL SANTO " di Fogazzaro ed a chi vi sale "calores aesti- vos vitandi causa","per evitare la feroce canicola", ricorda che Esso era gia' una delizia per i romani durante l'estate: "deliciae romanorum tempore aestus", che si recavano nell'Alta Valle per refrigerarsi, al fresco dell'Aniene:"Anienis frigora"o fra i laghetti dei monti Simbrunini.

Jenne dista 85 km da Roma e 10 dai monasteri di S.Scolastica e S.Benedetto ad un altitudine di 834m s.l.m. La si raggiunge per la provinciale dal tracciato ardito e suggestivo.

Ma il fascino del Borgo medievale e la multiforme varieta' di scorci panoramici nel circondario, non supplisce alla mancanza di una pur minima industria, cui la costringe la endemica noncuranza degli altri responsabili,nonostante l'indifesa opera degli amministratori locali.
Per cui la zona, vero polmone ecologico nel circondario di Roma, va spopolandosi sempre piu', con degrado ambientale di sicurezza.

L'origine del suo nome é di incerta derivazione etimologica. Jenne é chiamata nei documenti piu' antichi e recenti: Jenne, Genne, Genna, Gehenna, Castrum Jennarum. Prendendo la sua derivazione da Gehenna=inferno che richiama l'immagine tetra d'una bolgia dantesca, sarebbe da chiarire come cio' si concilii con la distensiva e ridente plaga posta nel cuore della "Valle Santa"costellata un tempo dai 12 monasteri che da Subiaco si dislocano fino a trevi.

Data la mancanza di reperti di mura poligonali, per Jenne non si può parlare di "insediamento"pre romano, ma di semplice penetrazione, perche essa costituiva sin dall'antichita' un "Fondo", cioé un centro d'interesse in cui si convogliavano attivita' di gente adusa ad emigrare, là dove richiamava la caccia, la pesca.
A meno che non si dia credito alla notizia che alle pendici della Jenne medievale in località "Costa", sorgesse l'antica Tauna, che fu abbandonata per le incursioni dei saraceni.

Comunque il "Fondo di Jenne" é nominato per la prima volta in un documento di un certo Papa Giovanni, del sec.X, ma di dubbia autenticità.

Certo invece é il riferimento di una pergamena di Leone IX che conferma all'Abazia di Subiaco "il Fondo di Jenne con i suoi monti, colli e luoghi agresti"

Nella lotta contro la decadenza si distinse l'Abate Umberto(1050-1069). E non c'é da dubitare che Jenne fosse proprietà del monastero, se Leone IX nel 1051, sotto il governo dell 'Abate Umberto confermò tra i "fondi" dell'Abazia anche quello di Jenne.

Ma tra il 1051-1052-1053, si ha un segno di evoluzione sostanziale perché su la lapide marmorea (1052-1053) fatta apporre da Umberto all'ingresso della chiesa di S. Scolastica e che ricorda tutti i castelli della Abazia, Jenne="Genna" non é detta più "fondo", ma "Castello".

Ma l'Abate Umberto in seguito si rivelerà impari al compito.
Altra tempra "il gloriosissimo abate Giovanni" dei Crescenzi Ottaviani(1069-1145) che con destrezza ed audacia ricuperò patrimonio e restaurò la disciplina.

L'Abate Giovanni opponendosi ai feudatari del tempo,condiscese al Vescovo Crescenzio (1110-1135) di Alatri, al quale, perché consanguineo, concesse in affitto temporaneo il castello di Jenne ove aveva fatto costruire una rocca di difesa.