LEONESSA (RI)

Della Città si cominciano ad avere notizie dal secolo XIII e viene descritta come un agglomerato urbano di origine tardomedioevale.

Sul finire del XII secolo si fissò la linea pedemontana di confine fra Stato Pontificio e Regno di Napoli che tagliò a metà l'altopiano in direzione est-ovest.

Al di là delle leggende, la storia documenta come Carlo d'Angiò nel tentativo di difendere i propri confini fece costruire il castello di Ripa di Corno, qui a partire dal 1274 si cominciarono a rifugiare le genti dellla zona in rivolta contro Clemente IV.

Ne nacque una situazione molto confusa che sfociò nella fondazione di Gonessa secondo la documentazione ufficiale avvenuta il 16 luglio 1278.

Fino ai secoli XVI-XVII fu mantenuto il nome Gonessa e nella forma dotta Connexa, ma già sul finire del 1300 comparve il nome attuale, sia pur latinizzato, di Lionissa.

Quasi contemporaneamente alla nascita della città sorsero nei pressi dell'abitato 2 conventi di ispirazione francescana: quello di S. Francesco nel 1285 e quello di S. Lucia nel 1295; con essi fiorirono all'interno dell'abitato i conventi di ispirazione agostiniana di S. Agostino e S. Antonio.

Leonessa fu una città di origine demaniale e non feudale, situata in una zona strategica di confine, quindi particolarmente interessante sia per il Papato sia per i regnanti di Napoli che seppero tenerla fedele con larghe concessioni di autonomia amministrativa.

L'organizzazione interna della città fu di natura essenzialmente confederativa, pur nel progressivo assorbimento di diritti e consuetudini particolari e nell'obbedienza ad uno statuto comune.

Sul piano amministrativo furono istituiti sei Rioni detti Sesti, cui vennero aggregate le ville dell'agro: Corno, Forcamelone, Poggio, Croce, Torre e Terzone.

Il sesto fu insieme suddivisione di territorio ed organo amministrativo ed ebbe una precisa funzione politica e sociale. Basti pensare che i sei Priori del reggimento erano scelti uno per sesto così come i membri del gran consiglio ed i massari del popolo, altre cariche rappresentative della città.

Ogni sesto ebbe in Leonessa la sua universitas autonoma, la sua Chiesa, il suo Santo protettore ed il suo Sacerdote. Anche gli immigrati, per poter godere pienamente dei diritti di cittadinanza, dovevano essere aggragati ad uno dei sesti, quello di Forcamelone.

Soprattutto nei secoli XV-XVI fiorirono le industrie, principalmente quella laniera, con i mercati di sbocco principali siti a Farfa ed Ascoli Piceno.

Quando l'arte della lana volse al declino fiorino altre attività quali la lavorazione di carni suine e dei latticini, l'esportazione di grano e legumi, la lavorazione artigianale del lino, dei cappellai ecc. Questa condizione di agiatezza dette credito alla Città nei confronti delle comunità vicine, favorì lo sviluppo dell'edilizia e l'ingresso di opere d'arte nelle Chiese della Città.

Nel corso della storia vari furono i tentativi di infeudare Leonessa, ma ciò avvenne solo nel 1539 ad opera di Calo V che la concesse alla figlia Margherita d'Austria. Si trattò di una infeudazione non eccessivamente gravosa che riguardò principalmente i diritti giurisdizionali e fiscali, rispettando le leggi consuetudinarie ed operando un saggio decentramento amministrativo.

Con i violenti terremoti che scossero la città nel 1703, Leonessa, già fortemente provata a livello economico, fu ridotta allo stremo ed iniziò l'esodo della popolazione verso Roma e le città dello stato pontificio.

In seguito alla pace di Vienna, Leonessa tornò sotto il pieno dominio della casa reale di Napoli e venne compresa fra i cosiddetti "Stati allodiali" di patrimonio privato della corona.

Nel 1806 grazie alla legge eversiva della feudalità Leonessa fu nuovamente libero comune.

Con la nascita del Regno d'Italia fece parte della provincia di Aquila tramite il circondario di Cittaducale. Nel 1927 fu però aggregata alla provincia di Rieti di nuova istituzione.

Durante le 2 guerre mondiali Leonessa e le sue frazioni pagarono un tributo di vite umane molto alto. In particolare nel secondo conflitto Leonessa patì saccheggi e distruzioni da parte dell'esercito nazista; in particolare il venerdì santo 7 Aprile del 1944, 23 persone furono massacrate dai nazisti.

L'8 Luglio 1959 il civico gonfalone fu decorato con medaglia d'argento al valor civile.