MICIGLIANO (RI)


Di origini medioevali, sorge sulla sommità di un’altura rocciosa alle pendici del monte Terminillo. Offre al visitatore uno splendido panorama sulle Gole del Velino. Il paese ha subito nel corso dei secoli delle trasformazioni soltanto marginali: lungo via Garibaldi si possono ancora osservare edifici con possenti mura realizzate in pietra e portali decorati con rilievi scultorei.

Certamente è leggenda, ma si narra che sia transitato per queste montagne San Michele Arcangelo diretto a cavallo al Terminillo. Il santo, assetato, dovette sostare per via proprio nel posto dove sarebbe stata edificata, in suo ricordo, la piccola chiesa. Prodigiosamente una sorgente d'acqua sgorgò dalla roccia lì esistente dopo che il suo cavallo ci ebbe sferrato a comando tre forti zampate. A Sant'Angelo ancora esiste quella sorgente, e sono visibilissimi sulla roccia quei ferri di cavallo e tradizioni.

Monastero dei S.S. Quirico e Giulitta
Sorge nei pressi della riva del fiume ed ebbe un ruolo di grande rilievo nell'organizzazione territoriale dell'alta vallata del Velino.

Seguendo l'esempio di Farfa e di San Salvatore Maggiore, fu fortemente filo-imperiale durante lo scorcio del secolo XI, nel periodo più critico della lotta per le investiture, come dimostra una iscrizione del 1094, fatta porre dall'abate Taibrando per la consacrazione della Chiesa di San Michele; oggi tale iscrizione è murata sulle scale della canonica di Micigliano, che riporta l'unica attestazione epigrafica nota dell'antipapa Clemente III.