MONTELEONE SABINO (RI)


Monteleone sorse nel X secolo sui resti dell’importante centro sabino-romano di Trebula Mutuesca, che raggiunse il massimo splendore nel periodo tra il I secolo a.C. e la metà del II secolo d.C.: all’epoca la città era probabilmente dotata di terme, anfiteatro, grandi palazzi e templi, in gran parte consacrati al culto della dea Feronia, conosciuta come protettrice delle fonti dai Sabini, dai Piceni e dagli Umbri.

A testimonianza della grande fama raggiunta dal luogo, le citazioni contenute in alcune opere di grandi autori romani quali Plinio e Virgilio.

La comunità e la struttura urbanistica di Monteleone si sviluppò in particolar modo a partire dal XIII secolo: la struttura a spina di pesce dell’abitato è infatti caratteristica di questo periodo.

Il paese fu probabilmente soggetto all’Abbazia di Farfa e, come altri centri della zona, passò successivamente sotto la dominazione dei Brancaleone, dei Cesarini e degli Orsini.

Dopo la morte di Enrico Orsini, avvenuta nel 1604, l’amministrazione passò alla Camera Apostolica.

La Monteleone odierna, disseminata di reperti che risalgono all’epoca romana, è conosciuta anche per la produzione di un ottimo olio d’oliva.

L’olio d’oliva rappresenta un prodotto agricolo di qualità famoso nei secoli ("… olivifera Mutuesca …"). La produzione è particolarmente sviluppata sia a Monteleone che nella vicina frazione di Ginestra Sabina; se ne ottiene un prezioso alimento che può fregiarsi del marchio D.O.C.

Chiesa di Santa Vittoria

Si trova a circa un chilometro dal borgo, sulla strada che porta ad Oliveto.

E’ unanimemente considerata uno dei monumenti religiosi di maggior interesse artistico della provincia di Rieti.

E’ consacrata al culto della vergine Vittoria, martirizzata nel III secolo d.C. durante le persecuzioni contro i cristiani ordinate dall’imperatore Decio. Un luogo di culto vicino al luogo dove la santa fu sepolta era già noto nel corso del IX secolo, ma l’attuale edificio fu in realtà costruito soltanto nella prima metà del XII secolo; attorno al 1171 il vescovo Dodone la consacrò al culto di Santa Vittoria.

La splendida facciata, che si apre al centro di un prato circondato da cipressi, presenta un portale sormontato da un elegante rosone ed è decorato da statue ricavate da monumenti romani. L’interno è a tre navate: le colonne che separano quella di destra da quella centrale provengono da un edificio preesistente.

Gli affreschi che adornano le pareti appartengono ad un periodo che va dal XII al XVI secolo. In mezzo alla navata centrale si trova una profonda cisterna la cui acqua era in passato bevuta per devozione.

Nelle piccole catacombe dentro la Chiesa e sotto la torre campanaria, un sarcofago romano è ricordato come quello che avrebbe contenuto le spoglie di Santa Vittoria, ora nel convento di Bagnoregio.

Chiesa di S. Giovanni Evangelista

Ricostruita in stile neoclassico nella seconda metà del XVIII secolo, mostra una facciata in cui coesistono elementi artistici di epoche diverse.

All’interno è conservata una tela di Vincenzo Manenti raffigurante la Vergine che appare a San Giovanni e Santa Vittoria.

Museo Civico Archeologico "Trebula Mutuesca"

Il museo, aperto nell’Ottobre 1995, conserva i materiali archeologici provenienti dalla città sabina di Trebula Mutuesca e documenta, con una serie di pannelli esplicativi, lo sviluppo ed il popolamento del territorio sabino dall’Età Preromana all’Alto Medioevo.

Un grande leone funerario in calcare bianco, risalente al I secolo d.C., accoglie i visitatori che possono ammirare anche una serie di rilievi in pietra, alcune statue onorarie e molte epigrafi latine, che testimoniano il periodo romano della città, citata da Plinio il Vecchio, Strabone e Virgilio. Nelle vetrine, accanto ad una cospicua raccolta di ceramiche, soprattutto a vernice nera e di uso comune, spiccano molti ex voto, sia anatomici (teste, arti, una statua di bambino) che animali (buoi, cavalli).