MONTORIO ROMANO (RM)


Situato su un verdeggiante colle dei monti Sabini posto fra il Tevere e il Turano, Montorio Romano domina a sud la valle Tiberina e a nord la vallata che giunge fino al monte Terminillo.

Da fonti manoscritte si apprende che il toponimo deriva da Montem Aureum, antico nome della località dove venne edificato il nucleo originario del borgo. Come “Fundum Montem Aureum” l’insediamento viene citato per la prima volta in un documento dell’anno 857 con il quale l’imperatore Ludovico II, giunto in Italia per combattere i saraceni, confermava il possesso di alcune terre al Monastero di Santa Maria di Farfa.

Con la denominazione di fundum si indica solitamente una piccola porzione di territorio coltivato dove si sono stabiliti gruppi di coloni. Montorio Romano all’origine della sua storia era quindi un semplice fundum.

Nel corso dell’XI secolo, come accadde in molti altri piccoli centri della Sabina, per difendersi dalle estenuanti incursioni nemiche, la popolazione fu costretta a rifugiarsi sui monti creando un piccolo borgo fortificato. Infatti il paese compare come “Podium in Monte Aureo” nell’elenco dei castelli acquistati da Berardo I abate di Farfa nel 1061. Montorio Romano rimase sotto la giurisdizione dell’Abbazia di Farfa, assumendo lentamente l’attuale fisionomia fino al XV secolo, quando divenne dominio della famiglia Savelli.

Il primo documenta che attesta la presenza dei Savelli è il testamento con il quale Giovanni Savelli nel 1445 lasciò il castello in eredità al figlio Giacomo. La mancanza di fonti precedenti non permette di poter stabilire con certezza quando la famiglia entrò in possesso del borgo.

Nel 1461 il paese fu devastato dalle truppe del Duca d’Angiò che contendeva il regno di Napoli a Ferdinando d’Aragona sostenuto da Pio II (1454-1458). Giacomo Savelli si alleò con Giacomo Piccinino, capitano del duca, ed incorse per questa ragione, nelle ire del pontefice che, per punizione, gli confiscò diversi castelli fra i quali figurava anche Montorio.

Nel secolo successivo, dopo aver fatto parte per brevi periodi dei possedimenti dei signori dell’epoca, il castello fu acquistato dal cardinale Flavio Orsini che deteneva il dominio dello stato di Montelibretti che comprendeva anche Monte Flavio, Nerola e Ponticelli. Il duca Ferdinando Orsini di Bracciano nel 1644 per far fronte ai propri debiti cedette, con l’autorizzazione del papa Urbano VIII (1623-1644), lo stato di Montelibretti a Taddeo Barberini, principe di Palestrina e prefetto di Roma. Maffeo Barberini Colonna di Sciarra fu l’ultimo signore di Montorio Romano.

Nel 1815 entrò in causa con i montoriani per il versamento della tassa sui boschi. La vicenda, nonostante l’abolizione dei privilegi da parte del papa, si protrasse per oltre cinquant’anni, concludendosi con l’avvento dell’unità d’Italia.