PAGANICO SABINO (RI)


Rappresenta uno dei centri più antichi della Valle del Turano; il ritrovamento nelle vicinanze di un podio tombale denominato Pietra Scritta testimonia le origini romane dell'abitato: l'epigrafe che vi è scolpita è dedicata ai defunti della famiglia dei Muttini. La stesse varie ipotesi sull'etimologia del nome Paganico rappresentano un'ulteriore conferma dell'antichità di questo insediamento: che si faccia riferimento a pagus, a paganicum, o a paganus, appare certo che il nome derivi in ogni caso da un termine latino.

Paganico appare nei registri dell'Abbazia di Farfa già nel 852 come possedimento farfense, e successivamente viene a lungo ricordato come feudo della Baronia di Collalto. Fino alla metà del XX secolo questo centro fu un importante punto di snodo del commercio locale, favorito in ciò dalla sua posizione strategica tra l'area del Cicolano e quella sabina e romana; dalla zona provenivano essenzialmente dei prodotti legati alla viticultura, particolarmente sviluppata nel territorio di Paganico fino a quando la creazione del lago artificiale non ha provocato dei mutamenti climatici tali da rendere più difficile il prosperare della vite. Paganico è oggi conosciuto soprattutto per il grande impegno con cui gli abitanti hanno conservato la tradizione della danza moresca: nata intorno al X-XI secolo come rappresentazione della lotta che aveva visto impegnati gli antichi abitanti del luogo contro gli invasori Saraceni, era messa in scena fino a pochi anni fa in occasione del Carnevale.

Rocca
Pur essendo ormai ridotta ad un rudere, conserva intatto il suo fascino e la sua caratteristica di simbolo di un abitato che presenta tuttora forti elementi di derivazione medioevale.

Chiesa Parrocchiale di S. Nicola
Intitolata al Santo Protettore del paese, è raggiungibile percorrendo le strette viuzze che si inerpicano dalle porte fino al cuore del paese.