PIANSANO (VT)


Le origini di questo singolare borgo ormai quasi completamente disabitato, risalgono all'epoca etrusca quando esisteva, in questa zona, un insediamento urbano denominato Maternum e situato in località "Po' de Metino".

Il sito si trovava in buona posizione strategica in quanto collegato, grazie alla via Clodia con l'allora importantissima Tuscania.

Ancora nel medioevo Tuscania costituiva per Piansano un punto di riferimento in quanto, durante le contese tra le potenti famiglie locali e la Chiesa, ne aveva preso più volte le difese. Ben presto però gli eventi precipitarono e la potente cittadina iniziò ad avere delle rivalse nei confronti della sua protetta: nel 1301 inviò le sue truppe a conquistare il paese e, non riuscendovi, chiese sentenza al Senato che le accordò l'affidamento di Piansano.

Fu poi governata dai Di Vico che vennero però cacciati, nel 1354, dal cardinale Albornoz, chiamato per ristabilire il potere della Chiesa nelle terre dello Stato Pontificio.

Per un breve periodo appartenne ai Montemarte, cui fu affidata da papa Gregorio XI, e nel 1381 fu quindi la volta dei Farnese. Gregorio XI tentò di estrometterli dal feudo ma non vi riuscì. Contrariamente a quanto avvenne in altri centri da loro governati, qui non avviarono l’ edificazione di nessun palazzo: era forse prevista la costruzione di un castello, in quanto venne fatto demolire quello che già esisteva nel paese, ma questo non venne mai realizzato. Tra alterne vicende, i Farnese ressero le redini di Piansano fino all’ istituzione del Ducato di Castro, avvenuta tre anni dopo la nomina a papa di Alessandro Farnese, Paolo III.

Con la distruzione del Ducato di Castro e la conseguente caduta dei Farnese, Piansano cadde nell'oblio e vi restò fino al Novecento quando, grazie alla vitalità dei suoi abitanti, riuscì a ritrovare una propria dimensione.

Oggi questo paesino, immerso nel verde, vive per lo più dei frutti della terra e buona parte dei suoi abitanti è ancora dedita alla pastorizia.