ROCCA MASSIMA (LT)

Rocca Massima è il piccolo "tetto" dei Lepini pontini: è difatti il paese più alto della provincia di Latina con i suoi 735 metri, che gli consentono di dominare la piccola valle sottostante.

Una posizione particolarmente importante nel medioevo, in quanto controllava i passaggi tra gli Albani orientali e la Valle del Sacco, in Ciociaria.

Questo spiega l’importanza che la Chiesa attribuì all’insediamento e spiega anche perché un centro cosi piccolo e cosi defilato abbia assunto un ruolo notevole nei trapassi tra le varie signorie feudali.

Attribuita inizialmente, alla fine del 1202, agli Annibaldi, che governavano anche molti altri centri Lepini, Roccamassima fu da essi fortificata con un piccolo castello, che si vuole fosse la "rocca", nome che, unito a quello del monte Massimo sul quale sorge, le ha dato il nome.

Roccamassima faceva inizialmente parte della comunità della sottostante Giulianello ma, grazie alla sua funzione strategica, acquistò autonomia, ed anche un susseguirsi di feudatari.

Si diceva dei trapassi feudali: dopo gli Annibaldi esercitarono dominio su Roccamassima i Malabranca, i Pierleoni, i Conti, sotto i quali acquistò istituti di parziale autogoverno, come un consiglio eletto dai maggiorenti della comunità guidato da un governatore di nomina baronale.

Nel 1597 la Rocca passò prima al cardinale Antonio Maria Salviari, figlio di una Conti, poi, alla fine del settecento, ai Borghese, che la vendettero ai Doria Pamphili.

Roccamassima fu per cento anni nella circoscrizione di Velletri, prima di passare, nel 1932 alla nuova provincia di Littoria, oggi Latina.

Uno studioso, il Nibby, ritiene che l’insediamento medievale si sia sovrapposto ad un insediamento italico, presente sin dal VI secolo a.C., Carventum.

Sarebbero testimonianza dell’arx carventana i residui tratti di mura poligonali di maniera intermedia che si osservano nelle aree di monte S. Angelo, la Selva e Lubro.

Il paese, grazie alla sua posizione, gode di ampi panorami.

Ne era il fulcro il palazzo ducale, l’antico castello, o rocca, sul punto di vertice del paese.

Nacque, come si è detto, forse tra la fine del XIII secolo e gli inizi del XIV, ma ha subito tali e tante modifiche da non essere quasi più riconoscibile rispetto alla struttura originaria.

Oggi appartiene a famiglie private.

Diversi sono gli edifici religiosi, dentro e fuori paese:

la chiesa di San Michele Arcangelo, forse coeva del castello, fu modificata alla fine del Settecento.

Ha un interessante soffitto a botte decorato con cassettoni. La navata principale si conclude in un’abside circolare anch’essa decorata. La chiesetta del Carmine si trova fuori del paese.

E' degli inizi del Seicento; la chiesa, pure esterna, di San Rocco, è, invece, cinquecentesca, come l’annesso convento.

Sui suoi campi di quota si pratica il pascolo brado, dei bovini e dei cavalli.