SAMBUCI (RM)


Sambuci deve il suo nome alle piante di sambuco che un tempo dovettero abbondare sul colle sul quale sorge e nelle pianure sottostanti. Il sambuco, arbusto con notevoli proprietà medicamentose e usato anche in cucina, è anche oggi riconoscibile dalle siepi di confine e ai bordi delle strade.

L'origine del paese è legata, come quella di molti altri paesi della Valle dell'Aniene, all'afermarsi dell'ordine Benedettino nel Lazio e in particolare all'Abbazia Sublacense.
La prima notizia documentata di un insediamento nella zona è il Generale privilegio con cui Papa Nicolò I (858-867) comfermava all'abate Leone di Subiaco tutti i beni del monastero e tra questi anche Sambuci.

Tra il XII e il XIII secolo la Valle dell'Aniene fu segnata da numerose incursioni (tiburtini, campani, truppe di Federico Barbarossa e di Corrado d'Antiochia impegnate nelle guerre contro lo Stato Pontificio).
Per scopi difensivi gli antichi edifici di Sambuci assunsero così l'aspetto di un nucleo fortificato e il feudo passò sotto la dominazione della casa d'Antiochia. Dal XVI secolo io poi fu sotto il governo di numerose famiglie nobili laziali fra le quali: i conti Mereri, i marchesi Astalli, i Theodoli.

Durante la II guerra mondiale, Sambuci subì l'occupazione delle truppe tedesche che si stanziarono nel castello, nascondendo nel parco i carri armati provenienti dal fronte di Montecassino.

Negli anni '60 le proprietà dei Theodoli furono vendute da Nicolò ad una società immobiliare per essere riacquistate dal Comune solo nel 1991.

COSA VEDERE
Il Convento: complesso dell'ex Convento Francescano con la Chiesa di Santa Maria delle Grazie;
La Fonte: restaurata da pochi anni e risalente al XVII secolo;
La Chiesa di San Pietro;
Il Castello