SELCI (RI)


Selci è un paese della provincia di Rieti nel cuore della Sabina, con poco più di mille abitanti. Il centro storico, di forma ovoidale e immerso nel verde delle sue colline, si erge sulla cima di un’altura a 204 m. d’altitudine: "una minuscola Roma circondata dai suoi colli". L’unico ingresso al centro storico è ancora l’unica porta "Castro Silice", che si affaccia direttamente sui pittoreschi vicoli stretti e lunghi.

La nascita del paese sembrerebbe risalire ai secoli X-XII, quando si assiste ad una vera e propria rivoluzione curtense. La sua popolazione, infatti, dalla metà dell’undicesimo secolo, abbandonò il vicino Castrum di Campolungo per trasferirsi nell’attuale Selci.

Sin dall’epoca romana, Selci fu un centro strategicamente importante per il controllo del percorso che dalla Salaria conduceva a Forum Novum, il centro burocratico e religioso del circondario. Lo strano nome del paesino deriverebbe, secondo più fonti, dalla presenza nel territorio di una strada selciata; alcuni basoli di silice nera, che la lastricavano, sono ancora ben visibili incastonati in alcune costruzioni del centro storico. 

Originariamente Selci, possesso dell’Abbazia di Farfa, dopo le invasioni barbariche passò sotto la diretta giurisdizione della Santa Sede, per effetto delle donazioni carolingie; divenne così uno dei cosiddetti "Castra Specialia", cioè "Castelli" importanti strategicamente e quindi governati direttamente dai pontefici tramite persone di loro assoluta fiducia.

Tra il 1333 ed il 1338 Selci insieme ad altri comuni istigati dai Savelli, dagli Orsini e dai Colonna, si ribellò alla Santa Sede, non riuscendo però ad ottenere l’autonomia sperata. Dal 1368 al 1596 gli Orsini furono i signori del paese, dal 1596 al 1697 fu sottoposto al feudo dei Cesi, dal 1697 al 1722 a quello dei Vaini, quindi dal 1722 al 1860 tornò sotto il dominio della Santa Sede. Nel 1961, con la proclamazione del Regno d’Italia e la nomina di Vittorio Emanuele a re, la Sabina fu aggregata all’Umbria, con Perugia come capoluogo di provincia.

Con la revisione delle circoscrizioni comunali nel 1927 molti comuni furono aggregati, mentre Selci mantenne la sua autonomia, salvo qualche breve parentesi di unione con Torri e Cantalupo.

La chiesa principale è quella dedicata al SS. Salvatore. Nella chiesa si trova una Pala del XVII° secolo raffigurante il SS. Salvatore fra nuvole e angeli che poggia il braccio sinistro sul globo; in adorazione S. Eleuterio Papa e S. Rocco con il cane, entrambi comprotettori di Selci, S. Stefano diacono, principale protettore del paese e S. Bernardino da Siena con libro con monogramma YHS.

Un’altra Pala dei secoli XVII° e XVIII°, raffigurante la Madonna Immacolata, si trova sopra l’altare di sinistra. Dello stesso periodo il quadro raffigurante la "Conversione di S. Paolo" e la Fonte Battesimale in legno dipinto, di artigianato locale.

Numerose chiesette rurali sono sparse nella campagna, come quella di S. Stefano e quella di S. Eleuterio, oltre a quella di S. Vincenzo di Jus patronato della famiglia Savini, di S. Domenico e S. Bonaventura della famiglia Quiniliani, di S. Lucia della famiglia Benedetti, da quest’ultima è stata ricavata la Fontana della piazza del popolo.