SORIANO NEL CIMINO (VT)

La città, tutta raccolta su un colle immerso nel verde della natura e circondato da castagneti secolari, vanta origini molto antiche e sembra sia stata abitata già nel paleolitico.

Al tempo degli Etruschi era già un fiorente centro molto popolato, come dimostrano i numerosi reperti archeologici ritrovati nelle zone circostanti e, addirittura, all'interno del centro abitato. Anche il nome deriva direttamente dall'etrusco: "surus", bosco, e "ianus", luogo, e cioè "luogo boscoso".

Fu poi la volta dei Romani che, con l'attraversamento della Selva Cimina, nel 310 a.C., lo misero al centro di importanti vie di comunicazione.

Nei secoli successivi fu attraversato dai Goti, dai Longobardi e dai Saraceni e finalmente entrò a far parte dello Stato Pontificio.

Nel XIII secolo il feudo venne concesso ai Guastapane ed ai Pandolfi e, successivamente agli Orsini.

Questa famiglia rappresentò molto per Soriano e sembra che Nicolò III Orsini morì proprio qui, nel 1280

. Il passaggio dei Bretoni, devoti all'antipapa, rappresentò uno dei periodi più infausti per il paese.

Più tardi il feudo tornò sotto la tutela della Camera Apostolica e fu poi proprietà dei Di Vico, dei Colonna e degli Sforza per tornare, nel 1440, tra i possedimenti della Santa Sede.

Innocenzo VIII affidò il feudo ai Borgia ai quali seguirono i Della Rovere, i Caraffa e i Madruzzo.

Finalmente fu la volta degli Albani, sotto i quali divenne principato, e a loro si deve tutta una serie di migliorie architettoniche ed urbanistiche. Appannaggio nuovamente della Santa Sede, vi restò sottoposto fino al 1870.

Oggi il paese è ricordato per essere stato teatro della decapitazione dell'ultimo erede dei Di Vico, Giacomo, per ordine del cardinale Giovanni Vitelleschi.

La felice posizione di media montagna (m.509 slm) si fonde in armonia con i paesaggi circostanti.

I secolari ed ombrosi castagneti del Monte Cimino, la maestosa Faggeta che lo ammanta ed il famoso "Sasso Naticarello" permettono lunghe escursioni nella tranquillità.

Nota distintiva di Soriano, infine, è la grande produzione di castagne, da cui la spettacolare sagra che si celebra ogni anno ad Ottobre.

Castello Orsini

Si staglia dalle colline del Cimino ed è, senza dubbio, il simbolo della città.

La costruzione originale si deve a papa Niccolò III Orsini che lo fece edificare nel XIII intorno ad un antico castello dei Guastapane - Pandolfo, cacciati perché accusati di eresia.

Nei secoli successivi fu più volte rimaneggiato fino ad essere adibito a carcere.

Inserito all'interno dell'antico borgo medievale, è caratterizzato da un'architettura lineare ma al tempo stesso maestosa e porta incastonati, nelle pareti esterne, numerosi stemmi scolpiti in marmo.

Il palazzo si fregia di una bellissima torre rettangolare, probabilmente di epoca precedente, ed è separato da questa da alcuni fabbricati minori e da una molteplicità di cortili finemente realizzati.

L'interno ha perso, purtroppo, i suoi caratteri originali ma è tuttavia ancora apprezzabile, al piano terreno, la bellissima sala d'arme, con quattro volte a crociera e costoloni appoggiati su pilastro.

Annessa al palazzo, una cappella privata, in cui è conservato un bell'altare in peperino.
ORARIO:
prefestivi, 15.00 - 19.30;
festivi, 10.00 - 13.00, 15.30 - 19.30.

Palazzo Albani Chigi e Fonte Papacqua

I due edifici, palazzo e scuderie, furono progettati dal Vignola, per volontà del cardinale Madruzzo nel XVI secolo e, successivamente ampliati dalla famiglia Albani nel XVIII secolo,. Tra i due edifici si può ammirare la bellissima Fontana Papacqua (letteralmente Regina delle acque), alimentata da una sorgente limitrofa. La Fonte venne scolpita su pietre reperite nella zona e si compone di moltissime sculture: dopo una serie di undici "Mascheroni", si staglia austero il gruppo del Mosé che sovrasta tutta una serie di sculture minori raffiguranti vari personaggi.

Chiesa Collegiata di San Nicola

La chiesa, edificata nel XVIII secolo su un'area precedentemente occupata da due piccole chiese dedicate alla SS Annunziata e a Sant'Eutizio, è intitolata al protettore di Soriano, San Nicola di Bari. Il progetto venne realizzato dall'architetto giulio Camporese. La facciata, realizzata in mattoncini, è a due ordini, dorico e ionico, e si fregia di tre bellissimi portali e di due imponenti campanili. L'interno, a croce greca, è a tre navate, con cupola centrale, arricchita di rosoni e poggiata su quattro piloni. Pregevoli il coro, rivestito di noce a due ordini, e l'altare maggiore, rialzato e rivestito di marmi colorati. Tra le opere più importanti che la chiesa custodisce, possiamo ricordare un'antica statua di marmorea raffigurante Sant'Antonio Abate e un bel trittico quattrocentesco con il San Salvatore benedicente.

Chiesa di Sant'Eutizio

Venne costruita intorno al XVIII secolo sopra una preesistente struttura romanica, dedicata a San Nicola, sorta a sua volta sopra la catacomba in cui è sepolto Sant'Eutizio, un pellegrino cristiano qui martirizzato intorno al 300 d.C. La facciata, in muratura con ornamenti in peperino, ha incastonato lo stemma degli Albani che attesero alla sua ristrutturazione. Accanto alla chiesa spicca il campanile, quadratico con punta a piramide, risalente al '400. L'interno, a navata unica, conserva interessanti opere come, ad esempio, un busto d'argento di Sant'Eutizio, posto sopra l'altare maggiore, ed un Crocifisso ligneo del XVII secolo.

Chiesa della SS Trinità, o di Sant'Agostino

Venne costruita in due tempi, nel XVIII secolo, sopra una precedente chiesa dedicata a San Vincenzo assieme ad un convento affidato ai padri Agostiniani. Attualmente la chiesa si compone di due ordini, dorico e ionico, con timpano. L'interno, a croce latina, si compone di una sola navata con cappelle laterali. Custodisce numerosi dipinti, tra i quali spicca una preziosa tavola del XIV secolo raffigurante la Madonna, detta della Santissima Trinità, donata dal cardinale Egidio da Viterbo nel 1516 al convento dei Padri Agostiniani del Monte Cimino e trasferita qui nel 1652.

Chiesetta di San Giorgio

La costruzione, tipicamente romanica, risale al secolo XI. E' realizzata in peperino ed ha base rettangolare. La facciata si fregia di un bel portale, ornato da bassorilievi che raffigurano rami di castagno, e arricchito da due sculture: a destra l'immagine del Redentore e a sinistra quella di San Pietro. L'interno è a navata unica con una piccola abside semicircolare ricca di ornamenti scultorei.
Nei secoli la chiesa fu più volte rimaneggiata: nel 1725 il cardinale Albani fece innalzare l'edificio provocando, in seguito, il crollo della volta a causa dell'accumulo di peso.

Chiesa di Santa Maria del Poggio

La chiesa venne costruita nel XVII secolo sui resti di un'altra chiesa più piccola. La facciata, in stile Barocco, è realizzata in peperino rosso ed arricchita da un bel finestrone. All'interno è costituita da una sola navata con cinque arcate per lato. Pregevoli l'altare maggiore, scolpito in legno di noce, il coro, sempre in noce, ed alcuni affreschi raffiguranti il martirio di alcuni missionari francescani: tutto il resto è stato trafugato o messo al sicuro dalla Soprintendenza.