Trattamento dei rifiuti

DAI RIFIUTI A MATERIE SECONDE

Da qualche tempo si è iniziato ad utilizzare tecniche alternative di trattamento dei rifiuti solidi che, se estese in modo generalizzato, consentirebbero di ovviare almeno in parte ai difetti delle tecniche distruttive (cioè la discarica e l’inceneritore): si tratta di sistemi di compostaggio e di digestione anaerobica dei rifiuti costituiti prevalentemente da composti organici, e di processi variegati di recupero dei materiali valorizzabili (definiti anche come materie seconde per distinguerle dalle materie prime estratte dal sistema naturale) quali la carta e i cartoni, la plastica, i metalli, il vetro, il legno, eccetera.

Di fatto l’unica soluzione affidabile è oggi rappresentata dalla raccolta differenziata dei diversi rifiuti già all’origine, evitando così la miscelazione che avviene in fase di raccolta con i sistemi a cassonetto e autocompattatore.

I metodi di recupero delle materie seconde sono costituiti da tecnologie industriali di vagliatura e raffinazione del rifiuto a seconda del tipo di materiale, di triturazione, nuova raffinazione o riutilizzo di esso così com’è, oppure miscelato a materia prima fresca.

Una volta recuperata, la materia seconda viene utilizzata con tecnologie non molto dissimili da quelle in uso per produrre manufatti a partire dalle materie prime fresche.

Tuttavia va sottolineato che anche in questo caso è fondamentale un’accurata selezione dei diversi materiali onde evitare che sostanze diverse inquinino o rendano inservibile il prodotto da recuperare.

Non si dimentichi che gli oggetti di consumo che oggi si usano sono dotati di una straordinaria complessità di composizione di materiali e ciò rende ardua la selezione ed il riutilizzo di quote significative di materie seconde: basti a questo proposito pensare alla difficoltà di ripulire il vetro raccolto in modo differenziato dai tappi di plastica e dalle fascette metalliche, oppure al problema di separare tra di loro le bottiglie di plastica prodotte con POLIMERI diversi.

Vi sono altri ostacoli che impediscono oggi un recupero completo dei rifiuti.

Essi provengono spesso proprio da quelle caratteristiche che rendono i beni di consumo più comodi e attraenti: il noto tetrapak, con cui si confeziona ormai una gran quantità d’alimenti liquidi (latte, succhi di frutta, vino, acque minerali …), è più economico del vetro, più comodo, più leggero, ma essendo costruito con l’accoppiamento di strati diversi di carta, plastica, alluminio, è materialmente impossibile da recuperare: e così avviene per molti altri moderni oggetti di consumo.

LA PAROLA AGLI ECOLOGI

Da quanto si è detto nei paragrafi precedenti emerge che le soluzioni tecnologiche alle diverse forme d’inquinamento ambientale consentono soltanto di spostare o rimandare il problema.

Purtroppo vi sono però altre emergenze che oggi non possono neppure essere spostate o rinviate da un’appropriata tecnologia di depurazione.

Si tratta delle grandi trasformazioni ambientali a scala planetaria quali l’effetto serra, col rischio di riscaldamento globale o di cambiamento climatico, il buco nella fascia d’ozono, l’esaurimento delle risorse (tra queste, in primo luogo, quelle energetiche), la perdita di fertilità dei suoli, la loro mineralizzazione o desertificazione, la perdita delle foreste pluviali, ecc.

Non a caso si tratto proprio di quelle forme terminali d’alterazione in cui si cumulano e amplificano le conseguenze delle aggressioni ambientali locali. Esistono soluzioni nel lungo periodo? Esiste cioè la possibilità di mantenere gli equilibri vitali degli ECOSISTEMI, estendendo nel contempo a tutta l’umanità i livelli minimi di benessere?

Gli ecologi rispondono di si, cioè dicono che è possibile orientare l’economia verso modelli ecologicamente sostenibili (che possono durare nel tempo), ma avvertono che ciò può avvenire solo a patto di modificare in modo radicale i sistemi d’utilizzo del patrimonio naturale che abbiamo a disposizione.