Messico

Il Messico è una terra dai grandi contrasti, nella quale la mondanità superficiale del turismo mordi-e-fuggi coesiste con le antiche città mentre i vulcani incappucciati di neve digradano verso le foreste di conifere, i deserti e le spiagge tropicali.

La caotica megalopoli di Città del Messico è a una sola ora di volo dallo stato meridionale del Chiapas, ricco di risorse naturali, in cui i ribelli indios ingaggiano scontri con le forze paramilitari appoggiate dal partito al potere.

Lungo il confine settentrionale del paese l'inestricabile coacervo di eredità storiche del Messico si mescola alla cultura dell'aria condizionata della California, dell'Arizona, del New Mexico e del Texas.

Il paesaggio naturale e umano del Messico riflette la straordinaria storia di questo paese nella quale si mescolano elementi indios e spagnoli.

Basterà trascorrere poche ore in Messico per convincersi che il cosiddetto 'Nuovo Mondo' ha in realtà alle spalle una storia antichissima.

Nonostante il peso considerevole esercitato dal periodo coloniale e dalla modernizzazione rampante, in Messico esistono oltre 50 etnie indigene, ciascuna con una propria lingua, che conservano ancora oggi tracce del proprio stile di vita tradizionale.

A colpo d'occhio

Nome completo del paese
Stati Uniti del Messico

Superfice
1.972.550 kmq

Capitale
Città del Messico

Composizione etnica
60% meticci (di sangue misto indio ed europeo) e 30% indios, discendenti delle popolazioni autoctone, fra cui nahua, maya, zapotechi, mixtechi, totonac e tarascos o purépecha, 9% bianchi (per lo più di lontana ascendenza spagnola), 1% altri

Lingua parlata
spagnolo, nahuatl e oltre 50 lingue indigene

Religione
89% cattolica, 6% protestante

Settori/prodotti principale
manifatture, petrolio, prodotti chimici, argento, ferro, acciaio, piombo, rame, zinco, oro, turismo, industria alimentare, tabacco, frutta, verdura, caffè, cereali, frumento, soia, riso, fagioli, pomodori, carne, pollame

Principale partner commerciali
USA, Canada, Germania, Spagna, Antille Olandesi, Giappone, Regno Unito, Cina, Corea del Sud, Taiwan, Italia, Brasile

Documenti ed info utili

Visto
ai cittadini italiani non occorre un visto per entrare in Messico; è sufficiente, per un soggiorno fino a 90 giorni, la carta turistica (tarjeta de turista) rilasciata senza difficoltà dal governo messicano (la si compila normalmente in aereo; chi viaggia via terra deve richiederla alla frontiera). Fate attenzione a non perderla, perché la legge messicana prevede che l'abbiate quando lasciate il paese e che la portiate sempre con voi. La carta turistica non è necessaria per visite di durata inferiore a 72 ore dagli Stati Uniti a città messicane che si trovano al confine. Da Tijuana questa regola si estende a sud fino a Maneadero e da Mexicali fino a San Felipe. I cittadini italiani che intendano trattenersi in Messico per un periodo superiore a 90 giorni possono richiedere un'estensione in loco per una permanenza massima complessiva di 180 giorni, che viene concessa a discrezione del funzionario preposto. I viaggiatori di età inferiore a 18 anni non accompagnati da entrambi i genitori devono essere provvisti di una lettera autenticata firmata dalla madre e dal padre che permetta al minore di entrare in Messico da solo o con un solo genitore. In caso di genitori divorziati, può essere anche necessario un documento di custodia. Se uno o entrambi i genitori sono morti o se il minore ha un solo genitore legale, può essere richiesta una dichiarazione autenticata

Rischi sanitari
colera, dengue, epatite, malaria, poliomielite, rabbia, tetano, febbre tifoide. L'inquinamento atmosferico a Città del Messico è particolarmente grave da dicembre a maggio

Elettricita
110V, 60Hz

Fuso orario
gran parte del Messico si trova nel fuso orario detto Central Standard Time (6 ore indietro rispetto al meridiano di Greenwich). La Baja California Sur e diversi altri stati del nord-ovest del paese sono nel fuso orario Mountain Standard Time (7 ore indietro rispetto al meridiano di Greenwich), mentre la Baja California Norte si trova nel fuso del Pacific Standard Time (8 ore indietro rispetto al meridiano di Greenwich)

Pesi e misure
sistema metrico decimale

Quando andare

Il clima del Messico varia a seconda della conformazione geografica: è molto umido e caldo lungo le pianure costiere su entrambi i lati del paese mentre si fa più asciutto e temperato a mano a mano che si procede nell'interno e si sale di quota (per esempio a Guadalajara e a Città del Messico).

La stagione delle piogge, caratterizzata anche da temperature elevate, va da maggio a ottobre. Le regioni costiere meridionali possono risultare sgradevolmente calde e terribilmente umide nel periodo compreso fra luglio e settembre. A meno che non vogliate fare altro che crogiolarvi al sole su una spiaggia fuggendo solamente davanti a qualche occasionale acquazzone, dovreste evitare le coste meridionali del Messico durante questi mesi, soprattutto perché a luglio e ad agosto si registra il massimo afflusso di turisti stranieri e le località balneari sono molto affollate.

Il periodo migliore per visitare il Messico va da ottobre a maggio, perché il clima è abbastanza asciutto e non fa ancora troppo freddo. I mesi da dicembre a febbraio sono in genere i più freddi dell'anno, ma nelle zone interne i venti settentrionali possono fare scendere di parecchio la temperatura, che a volte si avvicina allo zero. I momenti di alta stagione per il turismo interno sono la Semana Santa (ovvero la settimana prima di Pasqua) e il periodo fra Natale e Capodanno, quando gli alberghi hanno spesso il tutto esaurito.

Eventi e Manifestazioni

Le numerose fiestas del Messico sono eventi sanguigni e molto pittoreschi che spesso si protraggono per molti giorni e aggiungono parecchio sapore alla vita. Praticamente ogni mese ricorre una festività nazionale o una celebrazione importante e ogni città possiede una serie di fiere e di feste dedicate al santo patrono. Il Carnaval ha luogo fra la fine di febbraio e i primi di marzo, nella settimana precedente il Mercoledì delle Ceneri, che segna l'inizio della Quaresima. Il Día de los Muertos viene celebrato il 2 novembre, giorno in cui si ritiene che le anime dei defunti facciano temporaneamente ritorno sulla terra. Questa è forse la festa più tipica della cultura messicana. Le famiglie costruiscono altari nelle proprie case e fanno visita ai cimiteri con ghirlande di fiori e doni per cercare un contatto spirituale con i propri defunti. Praticamente in tutti mercati si trovano in vendita dolci a forma di scheletri umani.

Valuta
Peso

Sport e tempo libero

La diffusa mancanza d'interesse della popolazione locale per le attività all'aperto non impedisce a un numero crescente di intrepidi gringos di effettuare trekking in regioni che probabilmente i Messicani considerano esageratamente inospitali. I sentieri nel Canyon del Rame e nella Baja California sono tra i più frequentati. La pesca sportiva è molto popolare soprattutto nelle acque del Pacifico e del Golfo di California. Lo snorkelling e le immersioni con autorespiratore sono attività diffuse nella penisola dello Yucatán, nella Baja California e in alcune località turistiche lungo la costa del Pacifico. Nell'entroterra ci sono diversi balnearios ossia centri con piscine situati spesso in luoghi con sorgenti termali e circondati da un ambiente pittoresco. Il surf è un'attività popolare lungo la costa del Pacifico: fra le località migliori per questo sport si possono citare Punta Mesquite e Santa Rosalillita nella Baja California, Bahía da Matanchén nei pressi di San Blas (che vanta l'onda più lunga del mondo), Ixtapa e Puerto Escondido (dove trovate il cosiddetto 'Mexican Pipeline'). Diversi operatori con sede a Città del Messico organizzano escursioni e arrampicate su vari vulcani del paese, fra cui il Popocatépetl, l'Iztaccíhuatl, il Pico de Orizaba, il Nevado de Toluca e il La Malinche.

Storia

I primi abitanti di questa terra giunsero qui probabilmente ben 20.000 anni prima di Colombo. I loro discendenti diedero vita a una serie di civiltà splendide e altamente sviluppate che fiorirono tra il 1200 a.C. e il 1521 d.C.. Fra queste le più note sono quelle dei Maya e degli Aztechi.

Il 21 aprile 1519 Hernán Cortés sbarcò con 11 navi, 550 uomini e 16 cavalli sulle coste messicane nei pressi del luogo in cui attualmente sorge Veracruz. La locale popolazione india accolse amichevolmente i nuovi arrivati e ben presto nella capitale Tenochtitlán iniziarono a giungere alle orecchie del sovrano azteco Montezuma II le notizie di 'torri galleggianti sull'acqua' che trasportavano esseri dalla pelle chiara. Secondo il calendario azteco il 1519 era l'anno in cui il leggendario dio e re Quetzalcóatl avrebbe fatto ritorno dall'est. Gli Spagnoli ricevettero una buona accoglienza nelle città che male sopportavano il dominio azteco e in questo modo conquistarono i loro primi alleati fra la popolazione india. Insieme a 6000 indios gli Spagnoli raggiunsero l'isola dove sorgeva la capitale azteca, più grande di qualsiasi città spagnola di quell'epoca. Montezuma li invitò nel proprio palazzo e gli Spagnoli approfittarono dell'occasione per prenderlo in ostaggio. Il 13 agosto 1521 la resistenza azteca era ormai terminata. Le condizioni di vita dei popoli sottomessi peggiorarono in modo disastroso, non solo a causa del trattamento inflitto dai coloni ma anche per via del diffondersi di una serie di epidemie, causate dalle malattie portate dagli invasori spagnoli. La popolazione india, che si stima fosse attorno ai 25 milioni di individui prima della colonizzazione, era scesa a poco più di un milione nel 1605.

Dal XVI al XIX secolo in Messico fu applicata una sorta di regime di segregazione razziale che alimentò le lotte per il potere, caratteristiche della storia del paese durante questo periodo. I coloni nati in Spagna, chiamati con il nome di peninsulares o con quello derisorio di gachupines, rappresentavano una porzione minuscola della popolazione ma erano considerati la classe nobiliare della Nuova Spagna (così veniva chiamato il Messico in quegli anni) a prescindere da quanto potesse essere stata umile la loro condizione sociale nella madrepatria. Verso il XVIII secolo i criollos, vale a dire le persone nate in Nuova Spagna da genitori spagnoli, avevano accumulato molte ricchezze con le miniere, il commercio, gli allevamenti e le coltivazioni agricole. Non sorprende che questo ceto emergente volesse avere un potere politico proporzionato alla propria forza economica. Al di sotto dei criollos si collocavano i mestizos, nati dall'unione di coloni spagnoli con schiavi indigeni o africani, mentre al gradino più basso della scala sociale si trovavano gli indios e i neri africani. L'occasione per la ribellione si presentò nel 1808 quando Napoleone Bonaparte occupò gran parte della Spagna e il controllo diretto della madrepatria sulla colonia venne improvvisamente a mancare. Di conseguenza la rivalità tra i peninsulares e i criollos si aggravò ulteriormente. Il 16 settembre 1810 Miguel Hidalgo y Costilla, un parroco criollo, radunò i parrocchiani in chiesa e lanciò il suo famoso incitamento alla rivolta noto con il nome di Grito de Dolores. I combattimenti si protrassero in modo sporadico fino al 1821, quando la Spagna concesse l'indipendenza al Messico.

Ebbero così inizio 22 anni di instabilità cronica durante i quali il presidente cambiò per ben 36 volte e ampi tratti del territorio messicano finirono nelle mani degli Stati Uniti. Nel 1845 il Congresso statunitense votò l'annessione del Texas: questo fatto innescò la guerra tra il Messico e gli Stati Uniti, durante la quale l'esercito statunitense occupò Città del Messico. Al termine del conflitto venne stipulato il trattato di Guadalupe Hidalgo (1848) con cui il Messico cedeva agli Stati Uniti gli odierni Texas, California, Utah, Colorado e gran parte del New Mexico e dell'Arizona. Nel 1862 il Messico era ormai gravemente indebitato con la Gran Bretagna, la Francia e la Spagna e questi tre paesi inviarono una forza congiunta per esigere i propri crediti. La Francia, guidata dall'avido Napoleone III, decise di spingersi oltre avviando la colonizzazione del Messico e provocando in questo modo un'altra guerra. Nel 1864 Napoleone III invitò l'arciduca austriaco Massimiliano d'Asburgo a diventare imperatore del Messico, ma il suo regno fu di breve durata.

La situazione rimase relativamente stabile durante la dittatura di Porfirio Díaz, che governò il Messico per i successivi 33 anni fino al 1911. Sulla base dello slogan 'ordine e progresso', Díaz fece entrare il Messico nell'era industriale e tenne lontane dal paese le guerre civili che lo avevano martoriato per più di 60 anni, ma la pace dovette essere pagata a caro prezzo. Furono bandite l'opposizione politica, le elezioni libere e la libera stampa e il paese tenuto sotto controllo da un esercito spietato. Il diffuso malcontento nei confronti del regime di Díaz stimolò diversi scioperi in tutto il paese che sfociarono infine nella rivoluzione. La rivoluzione messicana non fu una lotta ben definita tra l'oppressione e la libertà, ma un periodo di 10 anni in cui il sostegno popolare si spostò continuamente da uno all'altro dei vari leader e in cui i continui tentativi di affermare la pace e un governo stabile vennero di volta in volta mandati in fumo da devastanti scontri. Il conflitto principale che avrebbe segnato tutta la rivoluzione era quello tra i riformatori liberali e i leader più radicali come Emiliano Zapata, che combattevano affinché la terra delle haciendas passasse ai contadini. Si stima che questo decennio di violenta guerra civile sia costato la vita a un numero di persone compreso tra un milione e mezzo e due milioni, ossia a un Messicano su otto. Dopo la rivoluzione le forze politiche si dedicarono principalmente allo sviluppo e alla ricostruzione delle infrastrutture della nazione realizzando scuole rurali, strade, impianti idroelettrici e reti di irrigazione. Il Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI) assunse il potere nel 1934 (e lo conserva tuttora) e avviò un processo di riforme e di ridistribuzione delle terre.

Il malcontento popolare scoppiò nuovamente nel 1966, quando a Città del Messico gruppi di studenti universitari espressero il proprio risentimento nei confronti del governo conservatore di Díaz. Le proteste per il governo monopartitico, per le limitazioni alla libertà di parola e per le spese eccessive del governo giunsero al culmine nel 1968 a pochi giorni dall'inizio dei Giochi Olimpici di Città del Messico. I dimostranti vennero massacrati dall'esercito in assetto da battaglia.

Il boom petrolifero sul finire degli anni '70 fece salire gli introiti derivanti dalla vendita del greggio e permise al Messico di fare investimenti nel settore industriale e agricolo. La sovrapproduzione verificatasi a metà degli anni '80 fece crollare i prezzi del greggio e precipitò il Messico nella peggiore recessione degli ultimi decenni. Non stupisce che la crisi economica abbia determinato una crescita del dissenso politico organizzato sia di destra sia di sinistra. La difficile congiuntura venne aggravata dal terremoto verificatosi il 19 settembre 1985, che raggiunse l'ottavo grado della scala Richter e causò danni per oltre 4 miliardi di dollari. A Città del Messico gli edifici distrutti furono centinaia e ci furono decine di migliaia di senzatetto e almeno 8000 morti.

Carlos Salinas de Gortari divenne presidente nel 1988 dopo un'elezione controversa nella quale, a detta di molti, egli in realtà non riuscì a ottenere la maggioranza dei voti. Egli in seguito seppe tuttavia conquistare il consenso popolare, rinegoziando l'enorme debito nazionale del Messico e riportando sotto controllo l'inflazione. Un ampio programma di privatizzazione e un mercato finanziario internazionale in crescita hanno permesso al Messico di essere additato sulla stampa mondiale come un esempio di economia di libero mercato. Il punto culminante del suo programma fu l'accordo di libero scambio denominato NAFTA, ovvero North American Free Trade Agreement, che è entrato in vigore il 1° gennaio 1994. Il timore che il NAFTA potesse aggravare la povertà della popolazione india determinò l'insurrezione degli zapatisti nello stato meridionale del Chiapas. Il giorno in cui il NAFTA entrò in vigore un gruppo di circa 2000 contadini gettò nel panico il Messico occupando San Cristóbal de Las Casas e altre città e chiedendo una maggiore giustizia sociale per gli indios oppressi di tutto il paese. La rivolta assunse il carattere di una vera sollevazione popolare nel Chiapas, dove i contadini si impadronirono con la forza di centinaia di tenute e fattorie. Almeno 145 persone persero la vita prima che i ribelli e l'esercito messicano si accordassero per un cessate il fuoco. Il capo dei ribelli, una figura con il volto coperto da un passamontagna nota solo con il nome di Subcomandante Marcos, diventò ben presto una sorta di eroe nazionale nell'immaginario collettivo popolare.

Nel marzo 1994 fu assassinato Luis Donaldo Colosio, che era stato designato quale successore di Salinas: il suo posto venne preso dal quarantatreenne Ernesto Zedillo che vinse le elezioni anche se solo con il 49% dei voti. Poche settimane dopo l'entrata in carica di Zedillo la quotazione del peso precipitò improvvisamente, determinando una rapida e grave recessione economica. Tutto ciò provocò un incremento del crimine, accrebbe il malcontento verso il PRI e causò un'ondata migratoria di massa verso gli Stati Uniti. Si è stimato che dal 1997 oltre 2 milioni e mezzo di persone all'anno si sono introdotte illegalmente negli Stati Uniti. Le misure di Zedillo allontanarono gradatamente la recessione, cosicché il potere d'acquisto della valuta nazionale si avvicinò a quello del 1994.

Nelle elezioni nazionali più regolari dai tempi della Rivoluzione messicana del 1910-20, il candidato alla presidenza del Partito Nazionale d'Azione (PAN), precedentemente direttore della Coca-Cola, Vicente Fox, ha sconfitto il candidato del Partito rivoluzionario istituzionale (PRI), Francisco Labastida, designato come successore di Zedillo; il voto del 2 luglio 2000 ha posto fine a 71 anni di governo del PRI. La transizione si è avviata in modo tranquillo, sebbene la questione del Chiapas e i problemi legati al crimine e all'economia non si presentino di facile soluzione.

A tutt'oggi il presidente Fox ha fatto pochi progressi nell'attuazione del suo ambizioso piano di riforme, poiché il Congresso, dominato dal PRI, lo blocca. Nella politica messicana convivono due punti di vista opposti: il presidente guarda agli USA mentre il Parlamento ha una visione terzomondista. Fox non ha ottenuto la maggioranza nelle camere e si trova in difficoltà nel portare avanti riforme quali la liberalizzazione del mercato del lavoro e del mercato energetico. Altri punti del programma di governo sono la riduzione del debito pubblico e il contenimento dell'inflazione.

Le elezioni legislative di giugno 2003, segnate da un tasso elevatissimo dell'astensionismo, hanno segnalato la sconfitta del PAN, il partito del presidente Fox, mentre la maggioranza relativa è andata al PRI. Dalle urne è venuta quindi la conferma che l'esecutivo è in calo di consensi e deve costruire «una maggioranza in Parlamento che non esiste».

Cultura

Sin dall'era preispanica i messicani hanno mostrato un buon talento artistico e una predilezione per i colori vivaci. Oggi il Messico è pieno di murales e di gallerie d'arte antica e contemporanea che per molti turisti costituiscono l'attrattiva principale del paese. La creatività messicana si esprime anche in una miriade di tradizioni artigianali ancora vive e vitali. L'arte preispanica si espresse soprattutto nelle sculture in pietra, negli affreschi, nei dipinti murali e nelle ceramiche.

Dopo la rivoluzione le arti vennero considerate un elemento importante per alimentare la nascita di un sentimento nazionale e i migliori pittori messicani quali Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros e José Clemente Orozco vennero incaricati di decorare numerosi edifici pubblici con murales dai colori vivaci ispirati a temi sociali e storici. Frida Kahlo, che sposò Rivera, dipinse autoritratti angosciati e penetranti e immagini grottesche e surreali che divennero molto famose negli anni '80, molti decenni dopo la sua morte. Fra gli scrittori messicani più famosi si possono citare Carlos Fuentes, Jorge Ibargüengoitia e Octavio Paz, che nel 1990 ha ricevuto il Nobel per la letteratura. In Messico Juan Rulfo è in genere considerato il massimo romanziere nazionale: il suo Pedro Páramo è stato descritto come 'una specie di Cime tempestose ambientato in Messico e scritto da Franz Kafka'.

La lingua predominante in Messico è lo spagnolo, ma lo spagnolo messicano differisce dal castigliano, la lingua ufficiale e letteraria della Spagna, per due aspetti: in Messico la pronuncia blesa tipica del castigliano è praticamente scomparsa e inoltre sono state adottate molte parole indie. In Messico esistono all'incirca 50 lingue indie che vengono parlate da circa 5 milioni di persone, il 15% delle quali non conosce lo spagnolo.

I governi che si sono succeduti dopo la rivoluzione si sono astenuti dall'appoggiare direttamente la religione, ma il 95% della popolazione dichiara di essere cattolica. Quasi tutti gli indios sono cristiani, ma in genere nella loro religione si fondono elementi di credenze più antiche e talvolta alla Trinità e ai santi si associano intere gerarchie di divinità pagane. A partire dal 1531 il simbolo più importante della chiesa cattolica è rappresentato dal volto scuro della Vergine di Guadalupe, che è considerata un legame d'importanza cruciale tra la spiritualità cattolica e quella india.

La cucina messicana ruota attorno a tre cibi nazionali: le tortillas, i fagioli e i peperoni piccanti. Le tortillas sono delle specie di schiacciate sottili e rotonde fatte con granturco pressato o con un impasto di farina di grano e cotte sulla piastra. I fagioli (frijoles) vengono bolliti, fritti o stufati e sono serviti in minestra, con le tortillas o con qualsiasi altra cosa. I chiles sono i peperoni piccanti; ne esistono decine di tipi, consumati in centinaia di modi diversi. Alcuni quali l'habanero e il serrano sono sempre molto piccanti, mentre altri quali il poblano possono essere più o meno piccanti a seconda di dove li si raccoglie.

Incredibile è la varietà di succhi di frutta fresca (jugos) che si possono acquistare presso le bancarelle per le strade, ma il Messico è famoso anche per le sue bevande alcoliche e soprattutto per il mezcal e la tequila. Il pulque è una bevanda moderatamente alcolica estratta direttamente dalla linfa del maguey, una pianta con foglie lunghe e spesse che sorgono dal terreno.

Ambiente

Con la sua superficie di quasi due milioni di chilometri quadrati, il Messico si estende da nord-ovest a sud-est, restringendosi a sud nell'istmo di Tehuantepec per proseguire verso nord-est fino alla penisola dello Yucatán. A ovest e a sud è delimitato dall'Oceano Pacifico; la penisola della Baja California è separata dal continente dal Golfo di California. La costa orientale del paese è delimitata dal Golfo del Messico mentre la costa orientale della penisola dello Yucatán si affaccia sul Mar dei Caraibi. Il Messico confina con gli Stati Uniti a nord e con il Guatemala e il Belize a sud-est.

Il Messico è un paese montagnoso caratterizzato da due catene che si estendono da nord a sud e racchiudono un gruppo di vasti altipiani centrali chiamati collettivamente Altiplano Central. Nella parte meridionale del paese la Sierra Madre del Sur attraversa gli stati del Guerrero e dell'Oaxaca e giunge all'istmo di Tehuantepec. Dall'istmo una stretta distesa di pianure segue la costa del Pacifico verso sud fino al Guatemala. Dietro tali pianure si trovano gli altipiani del Chiapas, i quali diventano poi una foresta pluviale tropicale che si addentra fin nel Guatemala settentrionale. La piatta e bassa penisola dello Yucatán è occupata dalla savana tropicale fino alla sua estremità, dove la vegetazione cede il passo a una zona arida simile al deserto.

Il Messico si estende dalle regioni temperate a quelle tropicali e si trova alle latitudini che ospitano la maggior parte dei deserti del mondo, quindi presenta una vastissima gamma di ambienti naturali e di tipologie di vegetazione. A tale varietà si aggiungono le aspre catene montuose, che creano innumerevoli microclimi. L'ambiente possiede potenzialmente un'enorme biodiversità ma ha dovuto subire un fortissimo impatto umano: prima della conquista spagnola circa due terzi del Messico erano coperti di foreste mentre ora esse occupano solo un quinto del paese, principalmente nel sud e nell'est. I bovini domestici hanno spinto animali quali il puma, il cervo e il coyote in piccole zone isolate. Sono ancora diffusi gli armadilli, i conigli e i serpenti e le foreste tropicali del sud e dell'est ospitano ancora, in alcuni luoghi, scimmie urlatrici e scimmie ragno, giaguari, ocelot, tapiri, formichieri, pecari (un tipo di maiale selvatico), cervi, are macao, tucani e pappagalli e alcuni rettili tropicali come il boa constrictor. Anche l'habitat di questi animali viene tuttavia progressivamente distrutto.

Il clima del Messico varia a seconda della conformazione del territorio: è caldo umido nelle pianure costiere su entrambi i versanti del paese, ma si fa molto più secco e temperato nell'interno e ad altitudini più elevate, come a Guadalajara e Città del Messico. La calda stagione delle piogge è da maggio a ottobre e nella maggior parte del paese i mesi più caldi e piovosi sono quelli compresi tra giugno e settembre. Nelle basse zone costiere piove di più e le temperature sono più alte che nelle regioni elevate dell'interno. Il periodo più fresco in genere è da dicembre a febbraio, quando i venti del nord possono rendere piuttosto freddo l'interno del Messico settentrionale, con temperature che talvolta si avvicinano allo zero.

Precauzioni

A Città del Messico la criminalità ha raggiunto livelli critici e si registra un sempre maggiore ricorso alla violenza. Fra i reati più frequentemente denunciati dai viaggiatori vi sono le rapine sui taxi, le aggressioni a mano armata, il borseggio e lo scippo.

I viaggiatori diretti a Oaxaca e in Chiapas dovrebbero limitare il loro itinerario ai principali percorsi turistici, stare estremamente attenti alla propria sicurezza e contattare l'ambasciata del proprio paese a Città del Messico prima di partire per questi stati, dove talvolta si verificano episodi di violenza.

Anche l'attività vulcanica del Popocatépetl va tenuta d'occhio.

Arrivare e trasporti

Come arrivare: Quasi tutti coloro che visitano il Messico raggiungono il paese in aereo, approfittando di collegamenti aerei economici con il Canada, i Caraibi, gli altri paesi dell'America Latina e gli Stati Uniti.

È possibile entrare in Messico via terra dagli Stati Uniti utilizzando uno dei 20 valichi di confine ufficiali. Si può arrivare al confine con un autobus statunitense e passare su un mezzo messicano dopo aver sbrigato le formalità per l'ingresso nel paese. Fra il Messico e il Guatemala esistono tre valichi di confine stradali e ferroviari. È possibile anche utilizzare un paio di itinerari poco conosciuti e relativamente da brivido che passano nell'interno del paese e attraversano la giungla utilizzando autobus e imbarcazioni fluviali. Il primo parte dalla regione di Tikal in Guatemala ed entra in Messico a Corazal, mentre l'altro arriva da Fores nella regione del Petén in Guatemala e passa da Tenosique nello stato messicano del Tabasco. Entrambi gli itinerari terminano a Palenque nel Chiapas. Prima di tentare queste vie dovete contattare l'ambasciata italiana in Messico per avere informazioni aggiornate sulla situazione nel Chiapas. Fra il Messico e il Belize c'è un valico stradale di frontiera nei pressi di Chetumal e di Corozal.

Trasporti interni: I voli interni in Messico non sono più economici come una volta, ma questo modo di spostarsi offre ancora un buon rapporto fra qualità e prezzo, soprattutto se si considera che l'alternativa all'aereo potrebbe essere rappresentata da un torrido e interminabile viaggio in autobus. Negli ultimi anni le grandi compagnie aeree hanno abbandonato molte rotte interne a beneficio di società più piccole, che tuttavia non assicurano orari molto regolari. In questo panorama compaiono sempre nuovi operatori mentre quelli già esistenti falliscono a una velocità allarmante.

Gli autobus sono il mezzo di trasporto più diffuso grazie anche a una capillare rete di collegamenti. Gli autobus a lunga percorrenza sono abbastanza confortevoli, hanno l'aria condizionata e sono ragionevolmente veloci. Gli autobus in servizio sulle linee minori nelle aree rurali sono in genere veicoli decrepiti, abbastanza malridotti e pressoché privi di sospensioni che agonizzano in cerca di una morte dignitosa lungo le strade sterrate. I minibus usati per i collegamenti locali vengono chiamati combi, colectivos oppure peseros.

Per guidare un automezzo in Messico è sufficiente la patente italiana e disponendo di un veicolo autonomo è possibile visitare anche le località fuori mano, anche se in molti casi bisogna chiudere un occhio sulle condizioni delle strade. A Città del Messico l'uso degli autoveicoli è sottoposto a limitazioni per cercare di contenere l'inquinamento e a seconda del numero finale della targa si può circolare solo in certi giorni della settimana. Per esempio i veicoli la cui targa finisce con un 5 o un 6 non possono circolare il lunedì mentre quelli la cui ultima cifra è un 7 o un 8 devono restare fermi il martedì.

La Baja California è collegata al resto del Messico da un servizio di traghetti per autoveicoli e passeggeri. Ci sono anche traghetti fra il continente e le isole caraibiche di Isla Mujeres e Cozumel. Le ferrovie messicane riscuotono giudizi contraddittori. I treni sono in genere più economici degli autobus, ma oscillano dal relativamente confortevole al decisamente pericoloso.

Mete principali

Città del Messico
Città del Messico è una città da amare e nello stesso tempo da detestare. Possiede tutto quello che ci si può aspettare dalla più grande area metropolitana del mondo e dalla seconda città più popolosa del pianeta. Come misteriosi ingredienti aggiunti a un calderone in ebollizione, tutte le caratteristiche migliori e peggiori dell'intera nazione si combinano fra loro nella valle in cui si estende tentacolare l'agglomerato di Città del Messico. Il risultato è una megalopoli caotica, inquinata e cosmopolita fatta di musica e rumore, aria grigiastra e parchi verdi, palazzi coloniali, musei di fama mondiale e baraccopoli interminabili.

Da sempre il centro di Città del Messico è contrassegnato da Plaza de la Constitución, nota più comunemente come lo Zócalo. La piazza venne fatta lastricare per la prima volta attorno al 1520 da Cortés utilizzando le pietre recuperate dalle rovine dei templi e dei palazzi della città azteca di Tenochtitlán, che sorgeva nel sito in cui era stata fondata Città del Messico. Tenochtitlán era situata al centro di un lago e per questo motivo molti degli edifici civili e religiosi più vecchi di Città del Messico stanno lentamente sprofondando nel terreno cedevole su cui sono stati costruiti. L'intero lato orientale dello Zócalo è occupato dal Palacio Nacional (Palazzo Nazionale), costruito sul sito di un palazzo azteco e un tempo residenza dei viceré della colonia della Nuova Spagna. Attualmente il palazzo ospita gli uffici del presidente, un museo e i murales di Diego Rivera, che narrano con stile drammatico e rivoluzionario la storia del Messico. La Catedral Metropolitana sul lato settentrionale dello Zócalo venne costruita dagli Spagnoli attorno al 1520 sul sito di una struttura azteca nota con il nome di Tzompantli ovvero Muro dei Teschi, una sorta di altare sul quale venivano poggiate le teste delle vittime dei sacrifici. Subito a est della cattedrale si trovano i ruderi del Templo Mayor, il principale tempio azteco della città, e un incredibile museo in cui sono esposti i manufatti portati alla luce in questo sito.

L'Alameda in epoca azteca ospitava un mercato ed è ora un parco gradevole e ricco di verde. Le vie attorno all'Alameda sono orlate da dimore di epoca coloniale, grattacieli, caffè pieni di animazione, ristoranti, negozi e mercati. Non dovreste mancare di visitare il Bosque de Chapultepec, il parco più grosso di Città del Messico, che ospita all'interno del suo perimetro musei, parchi per divertimenti e la residenza ufficiale del presidente. Altri luoghi da non perdere sono la Basilica de Guadalupe, la chiesa costruita nel punto in cui il santo patrono del Messico apparve in visione ad alcuni fedeli, le case coloniali di San Ángel, la piramide di Cuicuilco e i canali di Xochimilco.

Plaza Garibaldi è il luogo in cui i gruppi di mariachi che non hanno trovato ingaggio si ritrovano alla sera, mentre la Zona Rosa è il quartiere della vita notturna e dei bei negozi. Gli alberghi migliori nella fascia dei prezzi moderati si trovano nelle zone a ovest dello Zócalo e a sud dell'Alameda. In quasi tutta la città è possibile mangiare ottimamente e a prezzi economici.

Dintorni di Città del Messico
Appena 50 km a nord-est del centro di Città del Messico si trovano le rovine di Teotihuacán, la più grande città antica del Messico, che probabilmente giunse ad avere una popolazione di 200.000 abitanti nel VI secolo, in corrispondenza del suo periodo di massimo splendore. Teotihuacán fu la capitale della prima grande civiltà del Messico e le rovine giunte sino a noi testimoniano questa sua posizione di predominio. I viaggiatori che riusciranno a sfuggire ai procacciatori di clienti potranno ammirare colmi di profonda reverenza il Viale dei Morti, l'alta (70 m) Piramide del Sole, la Piramide della Luna e il Palazzo del Quetzal Farfalla. Tula fu probabilmente la capitale della civiltà tolteca e si trova 65 km a nord di Città del Messico. Il sito è noto soprattutto per le impressionanti statue in pietra, alte 4 m, che ritraggono dei guerrieri.

Circa 85 km a sud della capitale si trova Cuernavaca, una città che grazie al suo clima mite è sin dall'epoca coloniale un rifugio per gli abitanti più facoltosi di Città del Messico. Gran parte dell'eleganza degli edifici di Cuernavaca si cela nei cortili e dietro alte mura di cinta, ma alcune residenze private sono state trasformate in gallerie d'arte, alberghi e ristoranti. La città non è adatta a chi viaggia con un budget limitato, ma i suoi lussi ne fanno una meta ideale per chi voglia iscriversi a un corso di lingua spagnola. La città di Taxco, che in passato fu un centro per l'estrazione dell'argento, si trova 180 km a sud-ovest di Città del Messico ed è una magnifica reliquia dell'epoca coloniale, una delle località più pittoresche e gradevoli di tutto il Messico. Questa cittadina è abbarbicata su un ripido pendio e presenta strade strette e sinuose dal fondo acciottolato, edifici resi ancora più affascinanti dalla patina del tempo e piazze incantevoli. Tutta la città di Taxco è stata dichiarata monumento nazionale.

Baja California
Le coste della Baja California offrono magnifiche spiagge di sabbia bianca, baie tranquille e scogliere imponenti, ma l'entroterra è aspro e pressoché deserto ed è da sempre un luogo ideale in cui nascondersi al resto del mondo. La penisola è stata in passato il rifugio di rivoluzionari magonisti, di mercenari e di bevitori che arrivavano dagli Stati Uniti in cerca di alcolici durante l'epoca del proibizionismo. Al giorno d'oggi sono solamente i turisti che vengono a cercare rifugio nella Baja California. Fra i luoghi di principale interesse della penisola ci sono i seguenti: San Borja, un remoto villaggio sorto attorno a una missione dei gesuiti; la Sierra de San Francisco nei pressi di San Ignacio, un altopiano vulcanico che racchiude alcuni siti di straordinaria arte rupestre e che è stato recentemente proclamato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO; infine la Sierra de la Laguna, un luogo di meraviglie botaniche posto alla punta meridionale della penisola, dove pioppi tremuli, cactus, querce e palme crescono fianco a fianco e dove potete vedere torrenti di montagna che scendono lungo canyon dalle pareti di granito. È un vero paradiso per gli appassionati di escursioni a piedi.

Ferrovia Chihuahua al Pacífico
Il viaggio in treno fra Los Mochis e Chihuahua è uno dei più panoramici del Messico. La ferrovia passa in 88 gallerie e supera 38 ponti attraversando i piccoli canyon della Sierra Tarahumara e passando sotto una serie di picchi torreggianti. Questa linea è una notevole opera d'ingegneria e non sorprenderà sapere che i lavori si sono protratti per 90 anni. Il viaggio offre un'eccitante sequenza di suggestive immagini geologiche, fra cui spicca senza dubbio il Canyon del Rame, che è più profondo e più grandioso del Grand Canyon dell'Arizona. Gli escursionisti più intrepidi possono ingaggiare una guida per farsi accompagnare nella discesa del canyon, profondo 2300 m, partendo da Creel oppure dalla vicina Divisadero.

Puerto Vallarta
Puerto Vallarta sorge lungo il corso del Río Cuale, tra monti ricoperti di palme e le azzurre acque della Bahía de las Banderas (Baia delle Bandiere). Questa pittoresca città dalle strade acciottolate e dagli edifici imbiancati a calce è una delle mete preferite sia dai molto ricchi sia da chi viaggia in economia. Vanta spiagge di sabbia bianchissima e orlate dalle palme, bar e ristoranti molto animati e una quantità di gallerie d'arte e di negozi d'artigianato. Quello che in passato era un sonnacchioso villaggio di mare si è trasformato in una località di fama internazionale a una tale velocità che è praticamente scontato fare dell'umorismo sulle bellezze immolate sull'altare del turismo. È tuttavia pressoché impossibile non lasciarsi affascinare dall'eleganza di questo luogo, dalla bellezza delle spiagge che si aprono a sud, dall'immensa baia e dall'abbondanza della fauna marina. Nelle acque della baia ci sono i delfini durante tutto l'anno, mentre da febbraio ad aprile si vedono i globicefali e le balene grigie. La gente del posto sostiene che nel mese di aprile, nella stagione degli amori, dal lungomare è possibile vedere le mante che fanno balzi fuori dall'acqua durante i rituali del corteggiamento.

Guadalajara
Molti elementi e tradizioni che vengono considerati tipicamente messicani sono nati a Guadalajara, la seconda città più grande del Messico. Fra questi si possono citare la musica dei mariachi, la tequila, la Danza dei Cappelli, i sombrero dall'ampia tesa e il rodeo messicano. Il richiamo di Guadalajara nasce in parte dal fatto che essa possiede molte delle qualità positive di Città del Messico (una vivace cultura locale, bei musei e gallerie d'arte, un'eccitante vita notturna e ottimi alberghi e ristoranti) ma è esente dai problemi che affliggono la capitale. Guadalajara è una città luminosa, moderna, ben organizzata e non inquinata che offre al visitatore molti luoghi interessanti e un'infinità di cose da fare. Fra le caratterisiche più interessanti di Guadalajara si possono citare l'enorme cattedrale dai campanili gemelli e le incantevoli piazze che la circondano, l'Instituto Cultural de Cabañas, la Plazuela de los Mariachis (dove i gruppi di musicisti suonano a ogni ora del giorno e della notte) e le degustazioni gratuite offerte durante le visite all'impianto di imbottigliamento della Tequila Sauza.

Acapulco
Acapulco è la più vecchia e più famosa località turistica del Messico. Si trova sulla costa del Pacifico e un tempo era per il Nuovo Mondo la porta verso l'Oriente, ma al giorno d'oggi è una città in rapida crescita che conta oltre un milione di abitanti e offre una realtà schizofrenica in cui gli hotel alti come grattacieli, gli avveniristici centri commerciali e i ristoranti con menu trilingue fanno da paravento a un agglomerato nascosto fatto di magazzini di autoricambi, fiumi inquinati e appartamenti sovraffollati. Acapulco non corrisponde esattamente al concetto universale di luogo piacevole e divertente, ma quasi tutti i visitatori sono ben contenti di crogiolarsi al sole sulle sue numerose spiagge, che offrono le attrezzature per pressoché tutti gli sport che è possibile fare sopra e sotto la superficie dell'acqua.

I famosi tuffatori dagli scogli di La Quebrada stupiscono i visitatori sin dagli anni '30 lanciandosi con grazia ed eleganza da un'altezza apparentemente suicida di 45 m in uno stretto crepaccio che sembra contenere acqua appena sufficiente per un pediluvio. Non sorprende che prima di lanciarsi nel vuoto i tuffatori sostino a pregare presso un piccolo santuario. Dal bar dell'El Mirador Hotel si può godere di un'ottima visuale dei tuffatori. Se cercate una spiaggia poco affollata potete andare a Pie de la Cuesta, che si trova 8 km a nord-ovest del centro e offre un'ottima alternativa allo scintillio della città. Si possono ammirare magnifiche vedute della baia di Acapulco percorrendo la strada per Puerto Marqués, località posta 18 km a sud-est del centro. Subito a sud della Peninsula de las Playas si trova il cosiddetto santuario sottomarino: si tratta di una statua in bronzo, raffigurante la Virgen de Guadalupe, poggiata sul fondale.

Oaxaca
Questa città dalle vie strette venne costruita dagli Spagnoli e presenta un'atmosfera particolare, al tempo stesso rilassata e vivace, remota e cosmopolita. Oaxaca si trova nell'aspro stato meridionale che porta lo stesso nome. La città possiede una nutrita popolazione india, i cui mercati si fondono con le superbe architetture coloniali. Due delle principali attrattive di questa città sono rappresentate dalla ricca produzione artigianale e dall'ambiente accogliente e simpatico dei caffè. Nella zona circostante e raggiungibili con una gita dal mattino alla sera ci sono molti luoghi interessanti, fra cui la rovine di Monte Albán, Mitla, Yagul e Cuilapan. Da tenere presenti anche i mercati e i centri artigianali dei villaggi vicini.

Penisola dello Yucatán
Dopo aver attraversato il Río Usumacinta per entrare nella penisola dello Yucatán ci si trova nel territorio dei Maya. Eredi di una storia gloriosa e spesso violenta, i Maya vivono ancora oggi nei luoghi abitati mille anni fa dai loro antenati. La penisola dello Yucatán offre una sorprendente varietà: qui trovate siti archeologici, città coloniali, stazioni balneari e tranquilli tratti di costa popolati in gran parte da uccelli tropicali. Vi sono imponenti siti maya nei pressi di Mérida a Uxmal e a Chichén Itzá. Lo stato costiero del Quintana Roo attira molti turisti amanti del sole con le sue isole e le spiagge di sabbia bianca.

Mete alternative

Santa Rosalía
Gli appassionati di archeologia industriale troveranno interessanti le rovine dei vasti impianti di estrazione del rame di Santa Rosalía, città fondata da una società francese nel deserto della Baja California, circa 50 km a est di San Ignacio. In questa località trovate case dalle caratteristiche particolari e una chiesa progettata da Eiffel, l'artefice dell'omonima torre parigina. La chiesa, prefabbricata, era destinata a qualche località dell'Africa occidentale, ma non si sa come venne spedita in Messico. Un'altra traccia della presenza francese in questi luoghi è costituita da una panetteria che vende le baguette più grandi di tutta la Baja California.

Costa dello Yucatán
Le spiagge lungo la costa dello Yucatán fra Cancún e Tulum sono fra le più belle del mondo. A Xcaret trovate alcuni ruderi maya e una bella caleta (insenatura) ricca di fauna acquatica tropicale. Non dimenticate di portare maschera e boccaglio. Qualche metro verso l'interno c'è una caverna calcarea con un cenote, ovvero un laghetto dalle acque limpide che è ottimo per una nuotata. La Laguna di Yal-Ku è uno dei luoghi migliori per lo snorkelling ma non è nemmeno segnalata e questo significa che potreste avere questo posto tutto per voi.

Cascata di Basaseachic
Questa cascata misura 245 m ed è la seconda del mondo in ordine di altezza dopo il Santo Angel in Venezuela. La cascata si trova 140 km a nord-ovest di Creel e offre uno spettacolo che ripaga ampiamente del viaggio in auto (un'ora) e della successiva camminata (un'ora scarsa) per raggiungerla. Da Creel potete anche raggiungere la Cascada Cusárare, più piccola della precedente, che si trova 22 km a sud della città.

Palenque
Questa località è in una magnifica posizione circondata dalla giungla lussureggiante e possiede edifici e decorazioni maya di squisita fattura. I frammenti di ceramiche rinvenuti nel sito hanno permesso di stabilire che la presenza umana in questo luogo risale a più di 1500 anni fa. Fra il 600 e l'800 d.C. Palenque conobbe il periodo di massimo splendore: in quest'epoca vennero realizzate piazze e costruzioni imponenti fra cui il Tempio delle Iscrizioni. In questo sito non soffia mai una bava di vento e il momento migliore per visitarlo è il mattino presto, quando si leva una foschia umida che avvolge gli antichi templi creando un effetto molto misterioso. Al momento sono stati riportati alla luce solo 34 dei quasi 500 edifici che compongono questo sito. La civiltà che li costruì non conosceva gli utensili di metallo, gli animali da tiro e neppure la ruota.

La città nuova, dove si concentrano quasi tutti gli alberghi e i ristoranti, si trova circa a 7 km dalla zona archeologica, cui è collegata da un servizio di autobus navetta che effettuano una corsa ogni 15 minuti. Palenque è facilmente raggiungibile con l'autobus, sempre che la situazione nel Chiapas sia tranquilla. Esiste un collegamento di autobus più traghetto da Tikal in Guatemala che passa dalla località di confine di La Palma e unisce i due più importanti siti maya dell'America centrale.