Nicaragua

Il Nicaragua non è tanto noto per i suoi panorami e per il patrimonio culturale, quanto per la rivoluzione sandinista del 1979 e la conseguente guerra con i Contras, durante la quale il paese si nutrì di speranze che vennero deluse dall'interferenza statunitense.

Ora i sandinisti non sono più al potere e l'ideologia economica dominante, dettata dalle inclinazioni della Banca Mondiale e del FMI, tende alla massiccia privatizzazione e alla deregulation. Il rapido 'adattamento strutturale' derivante da tale processo ha ridotto l'inflazione, rendendo disponibili abbondanti liquidità per le élite imprenditoriali e lasciando gran parte della restante popolazione in condizioni di disoccupazione e di shock.

Un dato positivo è tuttavia che in tutto questo periodo i diritti umani sono stati ampiamente rispettati e che le battaglie combattute nel paese sono ora confinate all'arena politica.

Il Nicaragua è un affascinante luogo da visitare per i viaggiatori consapevoli della storia che rifuggano il turismo di piacere e aspirino a conoscere un paese attraverso il contatto con i suoi abitanti.

A colpo d'occhio

Nome completo del paese
Repubblica del Nicaragua

Superfice
129.494 kmq

Capitale
Managua

Composizione etnica
69% meticci (amerindi e bianchi), 17% discendenti degli europei, 9% discendenti degli africani, 5% popolazioni indigene

Lingua parlata
spagnolo, inglese creolo e misquito (sulla costa atlantica)

Religione
85% cattolica; protestante

Ordinamento dello stato
repubblica presidenziale
Presidente: Enrique Bolaños Geyer

Settori/prodotti principale
industria alimentare, prodotti chimici, tessuti, abbigliamento, calzature, raffinazione e distribuzione del petrolio, legname, oro, argento, rame, piombo, zinco, gamberi, aragoste, cotone, tabacco, caffè, canna da zucchero, banane, riso, cereali, sesamo, soia, fagioli, allevamento, latticini

Principale partner commerciali
USA, Germania, Canada, Costa Rica, Honduras, Venezuela, Guatemala, Messico

Documenti ed info utili

Visto
dal 1 gennaio 1999 ai cittadini italiani che intendono recarsi nel paese non occorre più il visto. È però necessario esibire il biglietto di ritorno o di proseguimento del viaggio. La permanenza massima consentita è di 90 giorni

Rischi sanitari
colera, febbre tifoide, epatite A, malaria, dengue, rabbia

Elettricita
110V, 60Hz

Fuso orario
sei ore indietro rispetto al meridiano di Greenwich

Pesi e misure
sistema metrico decimale, ma la benzina è misurata in galloni

Quando andare

Il Nicaragua ha due stagioni distinte, il cui periodo varia da costa a costa. Il momento più piacevole per visitare la costa del Pacifico e le regioni centrali coincide con i primi mesi della stagione secca (dicembre e gennaio), quando il clima è più fresco e le foreste sono ancora lussureggianti. Se si esclude l'ultimo mese della stagione secca (in genere compreso tra metà aprile e metà maggio), quando la terra è arida e l'aria carica di polvere, non si può dire che via sia un periodo in cui il Nicaragua non può essere visitato.

I Nicaraguensi trascorrono la Semana Santa in spiaggia e in quel periodo le sistemazioni della costa sono già tutte prenotate da settimane o addirittura da mesi.

Eventi e Manifestazioni

Tutti i paesi e le città del Nicaragua hanno una festività annuale per la celebrazione del santo patrono. Durante queste feste, note come 'fiestas patronales', si organizzano processioni in maschera e rappresentazioni di battaglie tra figure folcloriche che impersonano in forma satirica i conquistadores spagnoli. Le più famose celebrazioni per il santo patrono si tengono in onore di San Sebastian (a gennaio) e di Santiago (luglio); la grande festa patronale di Managua prende il nome di 'Toro Guaco'.

Sport e tempo libero

La foresta della Selva Negra situata nelle vicinanze di Matagalpa, le montagne del nord e le isole del Lago Nicaragua sono ricche di splendidi percorsi per le escursioni. Tra i molti e spettacolari vulcani, particolarmente interessanti per gli scalatori sono il Volcán Masaya e i due vulcani dell'Isla de Ometepe, Madera e Concepción. Il Lago de Nicaragua offre fantastiche opportunità per la pesca e le zone più attrezzate per il surf sono la spiaggia di Poneloya, situata vicino a León, e la Playa Popoyo, in prossimità di Rivas.

Storia

Le prime tracce di insediamenti umani in Nicaragua sono le orme di Acahualinca, impronte di esseri umani e animali diretti verso il Lago de Managua conservate per 10 mila anni sotto strati di ceneri vulcaniche. Intorno al X secolo d.C. le popolazioni indigene del Messico migrarono nelle pianure nicaraguensi del Pacifico e quando, nel XV secolo, gli Aztechi si spostarono a sud per fondare una colonia commerciale, la cultura azteca fu adottata da molti indiani del luogo.

Il primo contatto con gli europei ebbe luogo nel 1502, quando Colombo costeggiò la costa caraibica. Nel 1522 una missione di esploratori spagnoli raggiunse le sponde meridionali del Lago de Nicaragua e alcuni anni dopo gli spagnoli colonizzarono la regione fondandovi le città di Granada e León e sottomettendo le tribù locali. Successivamente Granada divenne una città coloniale relativamente ricca e León un focolaio di liberalismo. Gli abitanti della zona circostante Managua, densamente popolata, opposero una fiera resistenza agli invasori spagnoli, che rasero al suolo l'intera città. Nei tre secoli che seguirono di Managua restò solo un piccolo villaggio.

Il Nicaragua ottenne l'indipendenza dalla Spagna nel 1821 insieme con gli altri paesi dell'America Centrale. Per un breve periodo fece parte del Messico e quindi fu annesso alla Federazione Centroamericana, per conseguire la piena indipendenza nel 1838. Poco dopo, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti rivolsero un acceso interesse verso il paese e Río San Juan, importante passaggio navigabile che conducendo dal Lago de Nicaragua al Mar dei Caraibi rappresentava una zona di notevole valore strategico. Nel 1848 gli inglesi conquistarono il porto situato sulla costa caraibica alla foce del Río San Juan e lo ribattezzarono Greytown. La città diventò un importante punto di transito per orde di speranzosi in cerca della strada più rapida per le miniere d'oro californiane.

Nel 1855 i liberali di León chiesero aiuto a William Walker, un sedicente filibustiere deciso a conquistare il territorio latino-americano, per conseguire il potere e rovesciare i conservatori di Granada. Walker e il suo gruppo di mercenari non ebbero difficoltà a conquistare Granada e il filibustiere si autoproclamò presidente del paese. Ma fu ben presto scacciato dal Nicaragua (una delle sue prime mosse era stata l'istituzionalizzazione della schiavitù), nonostante mostrasse un'assurda tenacia nei ripetuti tentativi di riconquistare il paese; i suoi sforzi avrebbero costituito un precedente per la continua intrusione degli Stati Uniti negli affari interni del Nicaragua.

Nel 1934 il generale Somoza, capo della Guardia nazionale (un corpo addestrato negli Stati Uniti), ordì l'assassinio del ribelle liberale Augusto C. Sandino e nel 1937 divenne presidente del Nicaragua tramite elezioni fraudolente. Nei venti anni che seguirono Somoza governò il Nicaragua in veste di dittatore, accumulando immense ricchezze personali e impossessandosi di proprietà terriere per una superficie corrispondente a quella del Salvador. Sebbene il generale Somoza fosse stato ucciso nel 1956, i suoi figli mantennero il dominio del paese fino al 1979. Per quanto l'opposizione al regime fosse da tempo notevolmente diffusa, fu il devastante terremoto del 1972, e più specificamente il modo in cui gli aiuti internazionali si riversarono nelle tasche della dinastia dei Somoza lasciando migliaia di persone a soffrire e a morire, che fece affermare l'opposizione al regime in tutte le classi nicaraguensi. L'opposizione si suddivise in due gruppi: il FSLN (Frente Sandinista de Liberación Nacional, noto anche come Fronte Sandinista) e l'UDEL, guidato da Pedro Joaquín Chamorro, direttore di La Prensa, il quotidiano critico nei confronti della dittatura.

Quando, nel 1978, Chamorro venne assassinato, la popolazione si sollevò violentemente dichiarando uno sciopero generale. La rivolta si diffuse e i gruppi moderati si unirono al FSLN per rovesciare il regime di Somoza. I sandinisti entrarono vittoriosamente a Managua il 19 luglio 1979. Ereditarono un paese devastato dalla povertà con innumerevoli senzatetto e analfabeti e un'insufficiente assistenza sanitaria. Il nuovo governo nazionalizzò le terre dei Somoza e vi costituì cooperative agricole. I sandinisti inaugurarono inoltre una massiccia campagna di istruzione che ridusse l'analfabetismo dal 50% al 13% e attuarono un programma di vaccinazione che debellò la poliomielite e ridusse di un terzo il tasso di mortalità infantile precedente la rivoluzione.

Non passò molto tempo prima che il paese dovesse confrontarsi con i gravi problemi derivanti dal suo 'buon vicinato' con il Nord. Il governo statunitense, che aveva appoggiato la dinastia dei Somoza fino alla fine, temeva che i Nicaraguensi dessero un pericoloso esempio agli altri paesi della regione: il successo di una rivoluzione popolare non corrispondeva esattamente agli auspici del governo statunitense. Tre mesi dopo l'insediamento di Ronald Reagan alla Casa Bianca, nel 1981, gli Stati Uniti annunciarono la sospensione degli aiuti al Nicaragua e lo stanziamento di 10 milioni di dollari per le organizzazioni controrivoluzionarie note come Contras. I sandinisti risposero impiegando gran parte delle risorse nazionali per difendersi dalla ribellione finanziata dagli Stati Uniti.

Nel 1984 in Nicaragua si tennero delle elezioni in cui Daniel Ortega, il leader dei sandinisti, ottenne il 67% dei voti, ma gli Stati Uniti continuarono ad attaccare il paese: nel 1985 decretarono un embargo commerciale che durò cinque anni e strangolò l'economia nicaraguense. Già allora era diffusamente noto che gli Stati Uniti finanziavano i Contras, spesso attraverso manovre segrete della CIA, e il Congresso statunitense aveva approvato tutta una serie di decreti in cui si richiedeva l'arresto dei finanziamenti. L'appoggio statunitense ai Contras proseguì segretamente finché lo scandalo noto come Irangate non rivelò che la CIA aveva venduto illegalmente armi all'Iran a prezzi gonfiati, impiegando i profitti che ne derivavano per sostenere i Contras.

Nel 1990 i Nicaraguensi sono stati chiamati alle urne e hanno eletto Violeta Chamorro, leader dell'UNO, il partito di opposizione, e vedova di Pedro Chamorro, il direttore di La Prensa che si era sacrificato per il suo paese. Sebbene l'insuccesso della Chamorro nella rivitalizzazione dell'economia nazionale e la sua crescente dipendenza dall'appoggio dei sandinisti abbiano indotto gli Stati Uniti a minacciare di ritirare gli aiuti concessi, l'importante era che la guerra civile fosse ormai terminata. Nel 1996 Daniel Ortega si è candidato alla presidenza del Nicaragua facendo ammenda degli 'eccessi' dei sandinisti e dichiarandosi centrista; ciononostante, egli è stato sconfitto dall'ex sindaco di Managua Arnoldo Alemán, candidatosi per l'Alleanza Liberale anticomunista e nominato presidente il 10 gennaio 1997.

Nel novembre del 1998 l'uragano Mitch si è abbattuto sulla costa atlantica dell'America Centrale lasciandosi dietro una situazione catastrofica. L'uragano, che nel momento di maggior violenza ha raggiunto la classe 5, ha attraversato la Costa Rica, il Guatemala, El Salvador, l'Honduras, la Giamaica, il Messico, il Nicaragua e Panama causando valanghe di fango e inondazioni, trascinando con sé intere strade e distruggendo ponti in tutta la regione. In Nicaragua le intense piogge che hanno fatto seguito all'uragano hanno scatenato una valanga di fango che ha seppellito diversi villaggi sulle pendici del Volcán Casita. L'uragano, uno dei più violenti e devastanti del secolo, ha mietuto oltre 10 mila vittime. La tragedia ha spinto diverse nazioni a cancellare il debito del Nicaragua alla fine del 1999, e ora il paese sta lentamente cercando di risollevarsi.

Le elezioni dei sindaci del 2000 hanno visto i sandinisti acquisire il controllo di 11 delle 17 capitali dipartimentali, e il membro dell'FSLN, Herty Lewites, ha vinto facilmente a Managua.

Cultura

I terremoti e la guerra hanno cancellato molte tracce del patrimonio culturale nicaraguense e, in particolar modo, la sua architettura coloniale (sebbene a León siano rimasti in piedi molti raffinati edifici). La poesia è una delle arti più apprezzate del Nicaragua e nessun altro paese centroamericano riesce a pareggiare la produzione letteraria nicaraguense. Rubén Darío (1867-1916) è noto come il 'principe della letteratura ispano-americana' e le opere dei più recenti poeti, romanzieri e saggisti nicaraguensi possono essere acquistate in molte librerie. Bluefields, la città prevalentemente anglofona della costa caraibica, è uno dei centri della musica reggae. L'Archipiélago de Solentiname, nel Lago de Nicaragua, è famoso per ospitare artisti, poeti e artigiani. L'arte di strada sandinista, consistente in murales modernisti, può essere ammirata in principal modo nella città universitaria di León.

Sebbene lo spagnolo sia la lingua ufficiale del Nicaragua, sulla costa caraibica si parlano anche l'inglese e tutta una serie di lingue indiane. La religione principale è il cattolicesimo, ma in Nicaragua si trovano anche svariate sette protestanti quali i pentecostali e i battisti. La chiesa dei fratelli moravi, introdotta da missionari inglesi, riveste un ruolo di particolare rilievo sulla costa caraibica.

Il pasto tipico nicaraguense consiste di ingredienti quali uova o carne, fagioli, riso, insalata (cavoli e pomodori), tortillas e frutta di stagione. La più comune tra le ricette locali è il 'gallo pinto', un piatto di riso e fagioli cui si aggiunge l'acqua di cottura dei fagioli per dar colore al riso. Altri piatti tradizionali sono il 'bajo', un misto di manzo, piantaggine acerba e matura e 'yucca' (cassava), e il 'vigorón', un piatto di yucca servita con cotiche di maiale fritte e insalata di cavolo. Per le strade si possono gustare bevande quali il 'tiste', fatto con cacao e grano, e il 'posol con leche', a base di grano e latte. Il Nicaragua può vantare la migliore birra e il miglior rum dell'America Centrale.

Ambiente

Il Nicaragua, il paese più vasto dell'America Centrale, confina a nord con l'Honduras e a sud con il Costa Rica ed è bagnato a est dal Mar dei Caraibi e a ovest dall'Oceano Pacifico. Il paese è suddiviso in tre regioni distinte: le pianure del Pacifico, la zona montuosa centro-settentrionale e le pianure caraibiche, note anche come Costa dei Mosquitos, o Mosquitia. Le fertili pianure del Pacifico sono intervallate da circa quaranta vulcani e dal grande Lago Nicaragua, il lago più vasto dell'America Centrale. La Costa dei Mosquitos è un'area scarsamente popolata rivestita dalla foresta pluviale in cui sfociano molti degli ampi fiumi che originano dalla zona montuosa centrale.

Il Lago de Nicaragua è popolato da rare specie di pesci, tra cui l'unico squalo d'acqua dolce del mondo, e da un'abbondante varietà di uccelli. Nelle foreste d'alta quota e nelle foreste pluviali nord-occidentali vive una variegata fauna comprendente ocelot, facoceri, puma, giaguari, bradipi e scimmie ragno. Le foreste ospitano numerose specie di uccelli tra cui colibrì della cannella, picchi rossi, scriccioli dal petto striato, eleganti trogoni, splendidi falchi e persino quetzal, gli uccelli sacri dei Maya. Nelle giungle della costa caraibica si possono ammirare alberi che raggiungono i 60 m d'altezza e offrono rifugio a boa, anaconda, giaguari, cervi e scimmie urlatrici.

Il clima nicaraguense varia a seconda dell'altitudine. Le pianure del Pacifico presentano costantemente una temperatura estremamente elevata, sebbene nella stagione delle piogge (da maggio a novembre) vi si possano trovare aria fresca e campagne verdeggianti; nella stagione secca (compresa tra dicembre e aprile), invece, la zona è battuta da venti che trasportano nuvole di polvere bruna attraverso le pianure. La costa caraibica è calda e umida e può essere colpita da intense piogge durante la breve stagione secca (che va da marzo a maggio). Le montagne della regione settentrionale sono molto più fresche delle pianure.

Nel novembre del 1998 il Nicaragua è stato devastato dall'uragano Mitch, una delle più violente tempeste che abbiano colpito il paese nel XX secolo.

Precauzioni

Dalla fine della guerra civile, gruppi di criminali armati hanno agito nelle regioni settentrionali del paese e soprattutto lungo il confine con l'Honduras. I viaggiatori che intendono visitare la regione di confine dovrebbero quindi essere particolarmente cauti. In particolare vanno evitate le città di Rosita, Bonanza e Siuna.

Nella capitale Managua sono assolutamente da evitare il Barrio San Judas e la zona del Mercado Oriental denominata 'Callejòn de la muerte'.

Arrivare e trasporti

Come arrivare: Managua può essere raggiunta con varie linee aeree latino-americane, europee e nordamericane,

Il Nicaragua può essere raggiunto via terra attraversando tre posti di frontiera al confine con l'Honduras - Las Manos, El Espino e Guasule - e uno al confine con il Costa Rica, Sapoá. Il confine con il Costa Rica può essere anche attraversato salpando da Los Chiles e attraversando il fiume fino a San Carlos. Bluefields e Puerto Cabezas, sulla costa caraibica, sono serviti con particolare frequenza da pescherecci e navi da carico ed è piuttosto semplice ottenere un passaggio per gli altri porti e le isole dell'America Centrale.

Trasporti interni: In Nicaragua vi sono tre linee aeree nazionali che servono principalmente gli aeroporti di Managua, Bluefields e Puerto Cabezas e Islas de Maíz. I servizi locali di autobus sono regolari e frequenti ma molto affollati. Gli autobus nicaraguensi sono particolarmente malfamati per la frequenza dei borseggiatori e quindi è opportuno prendere precauzioni e tenere costantemente sott'occhio il proprio bagaglio. Alcune località del Nicaragua situate sulla costa caraibica e nel Lago de Nicaragua possono essere raggiunte soltanto con una barca. I viaggi lungo il Río San Juan in direzione di El Castillo e San Juán del Norte non sono proprio economici.

Mete principali

Managua
La capitale del Nicaragua, che si estende lungo la sponda meridionale del Lago de Managua, è una città affollata in cui vive più di un quarto dell'intera popolazione nicaraguense. Devastata dalle catastrofi naturali, tra cui due terremoti soltanto in questo secolo, la capitale non ha più un centro proprio a causa del sisma del 1972. Se siete già stati a Managua alcuni anni fa, noterete ora importanti cambiamenti, perché lo sviluppo economico ha prodotto un vero e proprio boom edilizio. Salterà subito agli occhi, comunque, che non tutti hanno beneficiato delle maggiori ricchezze e che la povertà è ancora molto diffusa.

Molti degli edifici più interessanti di Managua si situano intorno alla Plaza de la República; tra questi vi è la cattedrale municipale, un edificio che sorge sulla sponda del lago e che è ora aperto al pubblico, dopo esser stato restaurato con l'aiuto di finanziatori stranieri. In prossimità della cattedrale si trova il Palacio Nacional, anch'esso recentemente ristrutturato, il cui ingresso è adornato da due giganteschi ritratti di Augusto Sandino e Carlos Fonseca. Il museo Huellas de Acahualinca contiene le antiche orme di esseri umani e animali che fuggivano da un'eruzione vulcanica dirigendosi verso il lago. Nel Museo de la Revolución si possono invece osservare interessanti mostre storiche, allestite con particolare enfasi, sulla lotta rivoluzionaria di questo secolo. A Managua ci sono anche diverse lagunas, dei laghi vulcanici molto frequentati dai bagnanti.

Il Barrio Martha Quezada è un quartiere residenziale costellato di pensioni alla mano e di economici luoghi di ristoro. È qui che in genere si incontrano i turisti che viaggiano in economia. Nei fine settimana si può danzare e far festa intorno alla Plaza 19 de Julio.

Dintorni di Managua
Il grande vulcano situato al centro del Parque Nacional Volcán Masaya, che ancora fuma ed erutta, è circondato da vulcani minori e da fonti termali. Le leggende raccontano che le popolazioni indigene gettavano giovani donne nella lava bollente per placare la furia di Chaciutique, la dea del fuoco. Gli Spagnoli credevano che il vulcano fosse la porta dell'inferno e fosse abitato da demoni. L'ingresso al parco si trova soli 23 km a sud-est di Managua.

La Laguna de Xiloá, un meraviglioso lago vulcanico situato 20 km a nord-ovest della capitale, è molto frequentata dai bagnanti. A El Trapiche, 17 km a sud-est della città, l'acqua sorgiva naturale è stata incanalata in grandi piscine all'aperto circondate da giardini e ristoranti.

León
León, per tradizione la città più liberale del Nicaragua, è ancora oggi il centro radicale e intellettuale del paese. La città è costellata di monumenti alla rivoluzione, tra cui notevoli murales sandinisti, e di edifici crivellati da proiettili. Sebbene segnata dai terremoti e dalla guerra, la città è adornata da numerose e raffinate chiese coloniali e da edifici di rappresentanza. Sulle sue strade si affacciano antiche case in stile spagnolo con muri in argilla bianca, tetti in tegole rosse, robuste porte in legno e freschi patios fioriti. La cattedrale di León, la più grande dell'America Centrale, è decorata da enormi dipinti di Antonio Sarria raffiguranti le stazioni della Via Crucis e contiene la tomba del poeta Rubén Darío. Nella Galería de Héroes y Mártires si può visitare un'esposizione che comprende, tra l'altro, le fotografie dei combattenti dell'FSLN morti durante la rivoluzione del 1978-1979.

Costa caraibica
A differenza del resto del Nicaragua, la costa caraibica non è mai stata colonizzata ed è rimasta un protettorato britannico fino alla fine del XIX secolo. L'unica località della costa rivestita di foresta pluviale che costituisca una meta turistica è Bluefields, ma alcuni turisti compiono anche escursioni alle Islas del Maíz. Per raggiungere Bluefields da Managua si discende il Río Escondido con un viaggio in barca di cinque ore. La miscela di gruppi etnici che popola la città (e comprende amerindi - Misquito, Rama e Sumo -, neri e meticci originari di altre zone del paese) rende Bluefields un luogo particolarmente interessante e caratterizzato da un particolare amore per il divertimento; nella città si trovano diversi club che propongono musica reggae e, nel fine settimana, molti luoghi in cui ballare.