Papua Nuova Guinea

La Papua Nuova Guinea è una terra selvaggia, incontaminata e variegata che spazia dalle paludi alle frastagliate rocce calcaree, dal caldo soffocante al freddo delle Highlands, dagli abitanti dei villaggi coperti di piume e perle alle poco fantasiose popolazioni delle colline, dal minuscolo canguro arboreo alla gigantesca farfalla Attacus atlas (Queen Alexandra Birdwing).

È proprio questa varietà che da sempre attira folte schiere di esploratori, antropologi e viaggiatori.

Oggi, tuttavia, molti giornali tendono a dare un'immagine poco rassicurante del paese e anche se molte delle notizie fornite sono dettate da un eccesso di allarmismo, è bene ricordare che Papua Nuova Guinea è colpita dagli stessi problemi (disoccupazione, aumento del tasso di criminalità e sfruttamento dell'ambiente) che affliggono molte nazioni emergenti.

Tenete anche presente che l'industria del turismo sta ancora muovendo i primi passi e che gli alberghi sono costosi, i trasporti sono scarsi e la cucina non è molto allettante.

A colpo d'occhio

Nome completo del paese
Stato Indipendente di Papua Nuova Guinea

Superfice
462.840 kmq

Capitale
Port Moresby

Composizione etnica
melanesiani, papuani, negritos (popolazioni aborigene dell'Australia), polinesiani, micronesiani

Lingua parlata
750 lingue indigene oltre al pidgin e al motu, inglese

Religione
22% cattolica, 16% luterana, 8% presbiteriana, metodista, 5% anglicana, 10% altri riti protestanti, 4% evangelica, 1% avventista del settimo giorno, 34% religioni panteistiche

Settori/prodotti principale
rame, oro, argento, torchiatura della copra, lavorazione dell'olio di palma, legname (compensato, truciolato), materiali da costruzione, gomma, caffè, cacao, noci di cocco, tè, patate dolci, banane, gamberetti, pollame, maiali

Principale partner commerciali
Australia, Giappone, Cina, Germania, Corea del Sud, Regno Unito, Filippine, Singapore, Nuova Zelanda, Indonesia, Malaysia, USA

Rischi sanitari
malaria, dengue, epatite A e febbre tifoide

Elettricita
240V, 50 Hz

Fuso orario
10 ore avanti rispetto al meridiano di Greenwich

Pesi e misure
sistema metrico decimale

Quando andare

Il principale elemento da prendere in considerazione quando si decide di visitare la Papua Nuova Guinea è il clima. Probabilmente preferirete evitare le stagioni delle piogge (anche se un bell'acquazzone tropicale è uno spettacolo che non bisognerebbe mancare di vedere), ma esse variano a seconda delle regioni. In gran parte del paese comunque le piogge sono concentrate tra dicembre e marzo e la stagione secca dura da maggio a ottobre; durante i due mesi di transizione (aprile e novembre) sembra che il tempo non riesca a decidere sul da farsi e tende a essere sgradevolmente afoso. Le eccezioni principali sono costituite da Lae e Alotau, dove piove (e non poco) da maggio a ottobre.

Eventi e Manifestazioni

Ciascuna delle 20 province della Papua Nuova Guinea ha un giorno festivo che è l'equivalente locale di una festa nazionale. Queste ricorrenze costituiscono una buona occasione per assistere ai sing sing (danze e cerimonie tradizionali), ma purtroppo non sono stabilite da un calendario fisso e le informazioni su dove e quando hanno luogo sono sovente affidate al passaparola. Le altre festività di solito cadono durante i fine settimana, mentre le feste delle province vengono celebrate il venerdì o il lunedì. Alcune ricorrenze da tenere d'occhio sono le seguenti: il Port Moresby Show (celebrazioni tradizionali e moderne; metà giugno); il Mt Hagen Show (grande raduno di tribù con danze e costumi tradizionali; fine di agosto); l'Anniversario dell'independenza (cerimonie e sing-sing celebrati in tutta la nazione; 16 settembre); il Festival di Malangan (due settimane di manifestazioni tra cui le famose danze sugli alberi; 16 settembre).

Sport e tempo libero

Data la presenza di vaste aree montuose dove l'unico modo per spostarsi da un villaggio all'altro è prendere un aereo o camminare, è strano che l'escursionismo (bushwalking) non abbia ancora preso piede come è accaduto per il trekking nella regione himalayana. L'itinerario più famoso è il Kokoda Trail, ma ci sono letteralmente centinaia di altre possibilità perché la Papua Nuova Guinea è attraversata in lungo e in largo da sentieri. I percorsi più interessanti sono quelli dal lago Kopiago a Oksapmin, dal monte Wilhelm a Madang e da Wedau ad Alotau. Ogni anno circa duecento persone scendono lungo il fiume Sepik in canoa, ma per affrontare un'impresa del genere bisogna essere in buona forma fisica e bene attrezzati. Alcune agenzie di viaggio straniere offrono il rafting lungo i turbolenti fiumi che scendono dalle montagne, ma non ci sono ancora operatori locali che gestiscano questa attività.

Per quel che riguarda le immersioni subacquee, i fondali della Papua Nuova Guinea hanno fama di essere belli quanto quelli dei Caraibi e della Grande Barriera Corallina australiana. I luoghi più noti sono Kavieng, Kimbe, Lae, Lorengau, Milne Bay, Port Moresby e la splendida isola di Wuvulu. Si può fare surf a Kavieng tra novembre e febbraio e nella zona di Wewak da settembre a gennaio. Vi è poi grande abbondanza di spiagge dove si può andare per nuotare.

Storia

Gli storici ritengono che 50.000 anni fa la Papua Nuova Guinea fosse abitata da popolazioni asiatiche. Il primo contatto con l'Europa fu stabilito tra il 1526 e il 1527 dall'esploratore portoghese Jorge de Meneses, che battezzò questo luogo Ilhas dos Papuas ('isole dei capelli crespi'). Lo spagnolo Inigo Ortiz de Retes, in seguito, cambiò il nome in Nuova Guinea perché le popolazioni locali gli ricordavano quelle africane della Guinea. Seguirono altre esplorazioni, tra cui quelle di Bougainville, Cook, Stanley e John Moresby.

Per vari secoli quest'isola così grande e inquietante non venne presa in considerazione dalle potenze coloniali, fatta eccezione per l'Olanda. Nel 1824 gli Olandesi, ansiosi di rafforzare il proprio Impero delle Indie Orientali, formalizzarono infine le loro richieste di sovranità sulla parte occidentale dell'isola, seguiti dalla Prussia che nel 1884 si impossessò della zona settentrionale. Il quadro si completò alcuni giorni dopo, quando la Gran Bretagna impose un protettorato nella regione meridionale, annettendola poi quattro anni più tardi.

Nel 1906 la Nuova Guinea Britannica, diventata nel frattempo 'Papua', venne ceduta all'Australia, che aveva da poco ottenuto l'indipendenza. Allo scoppio della prima guerra mondiale gli Australiani si assicurarono prontamente il quartier generale tedesco di Rabaul e in seguito si impossessarono anche della Nuova Guinea Tedesca. Nel 1920 la Società delle Nazioni affidò ufficialmente l'isola in mandato all'Australia. Durante la seconda guerra mondiale le isole settentrionali e gran parte della costa del nord caddero sotto il controllo dei Giapponesi, che proseguirono la loro avanzata verso sud, fino a quando vennero bloccati dalle forze alleate. Nel 1945 gran parte del territorio sottratto venne riconquistato, ma i Giapponesi mantennero saldamente le loro posizioni in Nuova Irlanda e in particolare a Rabaul, in Nuova Britannia, dove scavarono 500 km di gallerie; queste ultime roccaforti si arresero solo alla fine della guerra. Dopo il conflitto la metà orientale della Nuova Guinea fu restituita all'Australia e diventò il Territorio di Papua e Nuova Guinea. Nel 1963 l'Indonesia assunse il controllo della Nuova Guinea Olandese incorporandola nello stato indonesiano con il nome di Irian Jaya. La Papua Nuova Guinea ottenne l'autogoverno nel 1973 e la piena indipendenza nel 1975.

Il primo problema che la Papua Nuova Guinea dovette affrontare dopo l'indipendenza fu quello dei rapporti con lo stato confinante, la potente Indonesia. Dopo che questa si era impadronita di Irian Jaya, molti Papuani dell'ovest organizzarono un movimento di resistenza armata (l'Organisasi Papua Merdeka, OPM) che combatté le forze indonesiane con scarso successo. Le tensioni si allentarono notevolmente dopo il 1985, in seguito al rallentamento del flusso di profughi (stimati oltre le 10.000 unità) tra Irian Jaya e la Papua Nuova Guinea. Ora nei campi profughi della Western Province vivono ancora 7500 rifugiati dell'Irian Jaya, che costituiscono il più grande gruppo di stranieri nel paese.

Successivamente cominciò a profilarsi una nuova fonte di problemi sull'isola di Bougainville, i cui abitanti si ritenevano diversi per razza e cultura dalle popolazioni dell'isola principale. In particolare essi erano esasperati dalle distruzioni ambientali causate dall'enorme miniera di rame di Panguna, di proprietà australiana, e dal fatto che, sebbene i suoi proventi contribuissero per un terzo al bilancio nazionale, l'isola non ne ricevesse alcun beneficio. Nacque così un esercito rivoluzionario denominato Bougainville Revolutionary Army (BRA), che nel 1989 costrinse la miniera a chiudere; questo fatto, unitamente alla richiesta di secessione, innescò un grave scontro militare che determinò una lunga serie di violazioni dei diritti umani.

Dopo enormi spargimenti di sangue (tra cui il noto massacro di San Valentino del 1990, quando le forze di sicurezza della Papua Nuova Guinea sferrarono un attacco con le navi da guerra fornite dall'Australia) vennero tentati i primi colloqui di pace, ma la massiccia offensiva lanciata contro i ribelli nel 1992 dall'allora primo ministro Wingti esacerbò nuovamente la situazione. All'inizio del 1997 i comandanti militari della Papua Nuova Guinea si rifiutarono di collaborare a un'operazione occulta dal costo di 35 milioni di dollari con la quale una truppa di mercenari sudafricani avrebbe dovuto riconquistare l'isola con la forza; i mercenari furono rimandati in patria e il primo ministro Julius Chan dovette dimettersi. Con le elezioni tenutesi nella metà dello stesso anno la carica di primo ministro passò a Bill Skate.

La guerra di Bougainville è terminata ufficialmente nell'aprile del 1998. Nel corso di questo conflitto durato 10 anni, circa 40.000 abitanti dell'isola sono passati alla condizione di profughi e sono morte circa 20.000 persone. Attualmente il cessate il fuoco è monitorato da una forza di pace e si discuterà per stabilire quale forma di indipendenza verrà concessa all'isola. L'ottimismo generato dal cessate il fuoco è ben presto scemato di fronte a uno scandalo per corruzione che ha coinvolto Bill Skate e al catastrofico periodo di siccità (provocato da El Niño) che ha colpito in modo particolarmente grave le province della zona centrale. Si ritiene che 500 persone siano morte di fame e malattie e che altre 650.000 abbiano pesantemente risentito delle conseguenze di questi fenomeni. Come se ciò non bastasse, nel luglio del 1998 tre giganteschi tsunami si sono abbattuti sulla costa nordoccidentale, provocando la morte di almeno 3000 persone e distruggendo completamente i villaggi del litorale.

Nel luglio del 1999 il primo ministro Bill Skate si è dimesso dopo aver provocato un incidente diplomatico, per aver riconosciuto Taiwan quale entità politicamente separata dalla Cina. Dopo i tentativi falliti di riformare un esercito sedizioso fatti dal successore, sir Mekere Morauta, nell'agosto 2002 è stato eletto per la terza volta primo ministro sir Michael Somare. Le elezioni sono state caratterizzate da violenze e da brogli.

A causa della difficile situazione economica lo stato ha abolito l'istruzione gratuita e anche il sistema sanitario è a pagamento. Inoltre, per mancanza di denaro, lo stato non può dislocare poliziotti e soldati su tutto il territorio per contenere l'alto indice di criminalità.

Cultura

La Papua Nuova Guinea è suddivisa in quattro gruppi regionali, culturali e politici: i Papuani (del sud), gli abitanti delle Highland, i Guineani (del nord) e gli abitanti delle isole. Alcuni dividono la popolazione in Papuani (discendenti prevalentemente dai primi popoli giunti sull'isola) e Melanesiani (imparentati più strettamente con i popoli del Pacifico sudoccidentale), ma i confini che separano queste definizioni sono molto labili.

In Papua Nuova Guinea esistono più di 750 lingue (pari circa a un terzo delle lingue indigene del mondo), il che ha reso necessaria l'istituzione di una lingua franca. Negli ultimi anni il pidgin (o neomelanesiano) ha acquisito importanza e prestigio. È una lingua molto divertente da imparare; si tratta di un idioma derivato principalmente dall'inglese e dal tedesco con parole prese da molte altre lingue, ma possiede solo 1300 vocaboli. Le persone istruite in genere preferiscono che ci si rivolga loro in inglese perché ritengono il pidgin una sorta di gergo. Un'altra lingua diffusa è il motu (o 'police motu'), la seconda lingua della zona di Port Moresby.

La chiesa cristiana esercita una forte influenza in Papua Nuova Guinea e la maggior parte degli abitanti afferma di praticare il cristianesimo (le cui forme più diffuse sono il cattolicesimo, la chiesa evangelica luterana e la chiesa riformata); hanno anche un folto seguito le credenze panteistiche. I riti tradizionali sono parte integrante della cultura locale; per esempio i gruppi che vivono in zone dove si rischia di essere aggrediti dai coccodrilli in genere assegnano un ruolo importante al coccodrillo nella propria cultura, mentre le comunità agricole attribuiscono molta importanza alle condizioni meteorologiche e celebrano rituali per la fertilità e il raccolto. Un tema dominante nelle credenze tradizionali è l'esigenza di placare lo spirito degli antenati ed è anche diffusa la paura nei confronti di pratiche quali la magia e la stregoneria.

A meno di non viaggiare fuori dalle piste più battute, non saranno molte le opportunità di provare il cibo locale, peraltro estremamente povero di proteine. Ottimi i frutti di mare e il pesce fresco disponibili sulla costa. Per il resto, il succo della palma di sagù, la patata dolce, l'igname e le banane costituiscono la base dell'alimentazione. La carne di maiale viene in genere consumata in occasione di feste, mentre il pollo sta divenendo ora abbastanza popolare.

Nel paese si producono due birre, la più forte delle quali è riservata all'esportazione. Il caffè è eccellente.

Ambiente

La Papua Nuova Guinea si trova a sud dell'equatore e a nord dell'Australia. Occupa la metà orientale della Nuova Guinea, l'ultima di una serie di isole che dal Sud-Est Asiatico si estende nel Pacifico, e comprende anche una serie di isole circostanti. Al centro si erge una catena di monti, l'Owen Stanley Range, con molte vette che superano i 4000 m. Tre quarti del territorio sono coperti da foreste tropicali pluviali e la parte restante è costituita da pianure alluvionali, praterie e mangrovie. I fiumi principali sono il Fly, il Sepik e il Ramu. Nuova Irlanda, Bougainville e Nuova Britannia, le isole più importanti, sono circondate da sorprendenti formazioni coralline e spesso sono colpite da imprevedibili quanto violenti fenomeni naturali (nel 1994 la città di Rabaul, in Nuova Britannia, fu distrutta dall'eruzione del Tuvurvur).

In Papua Nuova Guinea esistono quasi 9000 specie di piante, per la maggior parte concentrate nelle foreste pluviali. Le isole sono popolate da 250 specie di mammiferi, prevalentemente pipistrelli e topi ma anche marsupiali quali il canguro arboreo. Ci sono anche due tipi di echidna. Il vero patrimonio dal punto di vista faunistico è costituito dalle 700 specie di uccelli: la quantità e la varietà di pappagalli, colombe e martin pescatori (dalla grande colomba coronata al delicato pappagallo nano) non ha eguali in nessun'altra zona del mondo. Altri uccelli degni di nota sono i grandi casuari, i kokomo (buceri) e i cacatua. Per quanto riguarda il regno degli insetti le specie più sensazionali sono la Attacus atlas (Queen Alexandra Birdwing), la farfalla più grande del mondo (il primo esemplare osservato venne abbattuto con un fucile), e gli scarabei, usati sovente come ornamento.

La Papua Nuova Guinea ha solo quattro parchi nazionali, tra cui il Varirata National Park e il McAdam National Park, ma è stato proposto di istituirne altri. I problemi principali che affliggono la flora e la fauna sono l'abbattimento degli alberi e l'inquinamento da metalli pesanti provocato dalle miniere di rame come quelle di Panguna o dell'isola di Bougainville (attualmente chiuse) e di Ok Tedi, nelle Star Mountains.

La Papua Nuova Guinea ha un clima tipicamente monsonico, caldo, umido e piovoso per tutto l'anno. Ci sono una stagione delle piogge (da dicembre a marzo) e una stagione secca (da maggio a ottobre), ma sono entrambe soggette a variazioni regionali (specialmente sulle isole). Le precipitazioni per esempio variano molto: a Port Moresby possono cadere fino a1000 mm di pioggia all'anno, mentre a Lae ne cadono più di 4500 mm. Nelle zone più piovose, come la Nuova Britannia occidentale, le precipitazioni possono superare i 6 metri l'anno. Sulla costa le temperature sono abbastanza stabili per tutto il corso dell'anno (tra i 25 e i 30°C), ma il tasso di umidità e il vento sono mutevoli. Alle altitudini più elevate la temperatura è più bassa e sulle Highlands può fare molto freddo.

Precauzioni

La difficile situazione economica, la disoccupazione, l’impossibilità dello stato di garantire strutture sociali gratuite quali l’istruzione e la sanità hanno provocato un alto indice di criminalità a Port Moresby e dintorni. Si raccomanda, pertanto, di adottare qualche precauzione, come non andare in giro la sera tardi (specialmente nelle città), vestirsi in modo decoroso (questo vale in particolare per le donne), evitare eccessive dimostrazioni d'affetto in pubblico e nascondere gli oggetti di valore. I viaggiatori in genere suggeriscono di dare ascolto ai consigli della gente del posto e soprattutto di fare amicizia con le persone che vivono nella zona che si visita. Naturalmente molti dei problemi che affliggono la Papua Nuova Guinea esistono anche negli altri paesi; il consiglio migliore che possiamo darvi è semplicemente di usare il buon senso e prestare un po' d'attenzione.

È rischioso viaggiare nelle isole di Bouganville e Buka (per le quali è comunque necessario chiedere un permesso alle autorità) e lungo il confine con la provincia indonesiana di Irian Jaya.

Infine, si consiglia di evitare di recarsi a Buin, nel sud dell’isola, a causa delle persistenti tensioni.

Arrivare e trasporti

Come arrivare: La maggior parte dei visitatori arriva in aereo - soprattutto dall'Australia - a Port Moresby, ma ci sono collegamenti diretti anche con Singapore, Manila, Honiara (Isole Salomone), Jayapura (Irian Jaya, Indonesia) e Guam. La Air Niugini, la compagnia di bandiera, gestisce i voli tra l'Australia e l'Asia (in collaborazione con la Singapore Airlines). Port Moresby è il più grande punto di accesso dall'estero, ma è stato aperto da poco un altro aeroporto internazionale ad Alotau (Milne Bay Province).

Trasporti interni: La presenza di una popolazione scarsa, distribuita su un territorio vasto e sovente confinata in vallate o piccole isole, rende i trasporti aerei assolutamente necessari.

La rete stradale è ancora piuttosto limitata. I servizi pubblici sono assicurati da minibus che costano poco e fanno salire e scendere i passeggeri lungo un percorso prestabilito. Per guidare un'auto (ricordate di tenere la sinistra) bisogna avere una patente valida per l'estero, ma c'è una cosa della quale è bene che siate informati: talvolta capita che una persona coinvolta in un incidente nel quale un abitante locale perde la vita venga uccisa per vendetta dai parenti della vittima. In caso di incidente alcune autorità consigliano di proseguire e di denunciare l'accaduto alla più vicina stazione della polizia. Nelle località principali sono presenti le più importanti agenzie di autonoleggio, ma dato lo scarso sviluppo della rete stradale non riuscirete a fare molta strada. Inoltre i prezzi sono alti.

Le imbarcazioni sono una valida forma di trasporto; le navi per passeggeri, i mercantili, le barche a noleggio, le lance con motore fuoribordo e le canoe costano poco, ma talvolta sono poco confortevoli. Probabilmente il modo migliore per spostarsi in Papua Nuova Guinea è muoversi a piedi; in questo modo spenderete solo il denaro necessario per le guide e per i portatori.

Mete principali

Port Moresby e Central Province
Port Moresby, capitale della Papua Nuova Guinea e principale luogo di entrata e di uscita dal paese, si trova presso una splendida insenatura sulla costa meridionale. Ha un clima molto più arido del resto del paese e spesso viene colpita da lunghi periodi di siccità che talvolta costringono le autorità a ricorrere al razionamento dell'acqua. Port Moresby è una città disordinata e secondo alcuni violenta (ovunque si vedono cani da guardia e filo spinato), ma probabilmente è meno pericolosa di quanto possa sembrare e comunque offre alcune cose interessanti da vedere e da fare.

I luoghi di maggiore interesse sono i seguenti: Boroko (un importante centro commerciale che ospita anche ristoranti, bar, banche e grandi magazzini); Gordons (una zona che sarebbe piuttosto insulsa se non fosse per il suo mercato, uno dei più grandi e vivaci del paese); la Parliament House (la nuova sede del parlamento, costruita nello stile maprik detto haus tambaran ovvero casa dello spirito); il National Museum and Art Gallery (che descrive in modo esauriente la geografia, la storia, la cultura, la flora e la fauna del paese); la Idler's Beach (molto frequentata dai bagnanti e situata a est di Port Moresby); infine Sinasi Reef e Daugo Island (con spiagge di sabbia bianca), popolari mete di escursioni. Se avete intenzione di acquistare prodotti artigianali e artistici potete andare allo Huanacraft e da PNG Arts.

La Central Province occupa la stretta fascia costiera che si estende dalla parte meridionale del Golfo di Papua fino quasi alla punta orientale e comprende anche la metà meridionale della catena montuosa centrale. A nord-est di Port Moresby ci sono le spettacolari Rouna Falls e nei pressi è situato il Varirata National Park, il primo parco nazionale istituito nel paese. Nel parco troverete diversi sentieri interessanti e ben segnati e alcuni splendidi punti panoramici con vista su Port Moresby e sulla costa. A nord di Port Moresby scorre il Brown River, un fiume dove ci si reca per fare un picnic, nuotare o fare rafting. Il Kokoda Trail che collega la costa settentrionale con quella meridionale è l'itinerario escursionistico più battuto (ma non più spettacolare) del paese e deve la sua popolarità soprattutto alla sua importanza storica: durante la seconda guerra mondiale questo luogo fu teatro di una violenta battaglia tra i Giapponesi e le forze alleate.

Madang Province
Questa provincia è costituita da una fertile fascia costiera alle cui spalle si ergono alcune spettacolari montagne e di fronte alla quale si estende una fila di interessanti isole vulcaniche (alcuni vulcani sono ancora attivi). In mezzo alla costa sorge la città di Madang, spesso definita 'la più bella del Pacifico'. Appollaiata su una penisola che si protende nel mare, Madang è punteggiata di parchi, stagni e corsi d'acqua e offre molte opportunità agli appassionati di immersioni subacquee e snorkelling. Ci sono anche dei begli alberghi e si mangia piuttosto bene. Kranket Island, di fronte a Madang, ha diversi villaggi e una bella laguna mentre Long Island, a est di Madang, è famosa per la sua abbondante avifauna.

Le Highlands
Oltre a essere la zona con la maggiore densità di popolazione e la più alta produzione agricola del paese, le Highlands possiedono anche la più vasta rete stradale, molte città importanti (Kainantu, Mt Hagen, Mendi) e una cultura che fonde la tradizione con la modernità. Quest'area fu ritenuta disabitata fino a quando negli anni '30 del XX secolo gli operai delle miniere d'oro si avventurarono qui dalla costa e scoprirono 100.000 persone che vivevano ancora come all'età della pietra, del tutto ignare del mondo esterno. I paesaggi sono assai suggestivi, con ampie e fertili vallate, molti corsi d'acqua e montagne frastagliate. I principali spunti d'interesse sono l'artigianato (archi e frecce riccamente decorati, conchiglie kina, vimini e articoli di lana grezza); il Mt Gahavisuka Provincial Park (molti sentieri, zone per picnic e una vasta gamma di flora esotica); il Wilhelm, la montagna più alta del paese (dai 4500 m di altitudine della sua vetta si ammirano splendidi panorami); infine il lago Kutubu, che offre un ambiente idilliaco circondato da paesaggi pittoreschi.

Il Sepik
Il Sepik, regione di isole, coste, spiagge e aspre catene montuose, è forse la parte più bella della Papua Nuova Guinea. L'attenzione dei visitatori si focalizza sul fiume da cui la zona prende il nome, un serpeggiante corso d'acqua color marrone che scorre per 1126 km. La lunghezza del fiume, le belle case su palafitte situate lungo le sponde, le lunghe canoe con la prua a forma di testa di coccodrillo, la fauna, i laghi coperti di fiori, le albe nebbiose e i fantastici tramonti fanno della visita a questa regione un'esperienza indimenticabile. Interessanti sono anche le belle spiagge di Cape Moem, dove si possono fare immersioni subacquee; la cultura degli Abalem nella zona di Maprik (in particolare le loro caratteristiche haus tambaran, i culti dell'igname e gli intagli su legno); le spiagge di Vanimo e i laghi Chambri (una vasta distesa di laghi dall'acqua bassa situati nel Sepik orientale, con molti villaggi dediti all'artigianato).

Rabaul
Rabaul era la città situata nella posizione più spettacolare e forse anche la località più bella di tutto il paese prima che nel settembre del 1994 venisse distrutta da un'eruzione del Tuvurvur. Situata vicino alla Simpson Harbour, con un suggestivo sfondo di vulcani, venne costruita sull'orlo della caldera e aveva un'atmosfera molto cosmopolita e amichevole, ma oggi è un luogo desolato e inquietante coperto dalle neri ceneri vulcaniche, con le carcasse degli edifici che emergono dal terreno come le ali di un uccello morto. Rabaul ora sembra il set di un film sull'apocalisse o di un episodio di X-files, con detriti e rovine a perdita d'occhio.

Questo è comunque un posto che merita una visita, se non altro per girare tra le vie deserte. È possibile salire su tutti i vulcani fatta eccezione per il Tuvurvur, la cui cima è ancora fumante; le immersioni subacquee sono molto interessanti perché il fondale della baia è cosparso di relitti di navi, alcune affondate durante la guerra. Sulle pendici delle alture attorno a Rabaul si possono esplorare innumerevoli gallerie e caverne: i Giapponesi scavarono più di 500 km di tunnel durante la seconda guerra mondiale e i bambini della zona potranno accompagnarvi a vedere i resti degli aeroplani giapponesi. Il porto di Rabaul è ancora importante, quindi non si hanno difficoltà a raggiungere questa località dalle isole circostanti. È anche accessibile in aereo passando per l'aeroporto di Tokua.

Mete alternative

Wabag
Wabag si trova al centro della Papua Nuova Guinea e raramente figura tra le mete dei turisti, ma è un posto in cui vale la pena andare anche solo per la bellezza del percorso, che si snoda lungo una strada che si inerpica fin quasi a 3000 m di quota serpeggiando tra montagne solcate da crepacci. La città, circondata da giardini punteggiati di orchidee, è il luogo in cui si concentrano i giovani artisti della regione, le cui opere sovente sono esposte nella galleria locale. A Wabag dormirete in costruzioni realizzate con il materiale ricavato dalle foreste.