Pisa - Piazza dei Miracoli

La torre era in linea con l’abside della cattedrale.

La cattedrale era più corta di ½ actus*, la vecchia facciata si trova in corrispondenza della quinta colonna a partire dalla nuova facciata, dove c’è un cambio di marmo.

*Actus (unità di misura romana) - l'actus minimus: 120×4 piedi (35,5×1,2 metri)

Il battistero ha il diametro di 1 actus.

Il battistero è in linea con la cattedrale e con la vecchia posizione della torre.

Sembrerebbe che la larghezza della cattedrale fosse la metà della lunghezza invece originariamente erano uguali, infatti levando gli absidi la cattedrale era inscritta in un quadrato perfetto che è la figura che rappresenta la terra, i quattro punti cardinali, i quattro fiumi.

Originariamente c’erano un quadrato e due cerchi, uno la metà dell’altro, di cui uno rappresentava la torre e uno il battistero.

Tra i monumenti c’era una perfetta proporzione geometrica.

Venne creato uno spazio di sicurezza tra le mura e i monumenti che doveva essere uguale dappertutto, le mura vennero però avanzate per fare spazio al fiume Auser che correva parallelamente all’Arno.

La disposizione dei monumenti ricorda la costellazione della bilancia, il cui fulcro cadeva sulla facciata della cattedrale, in corrispondenza con il punto dove si trovava la vecchia facciata, ma una volta che è stata spostata la torre e che è stata allungata la cattedrale tutte le misure si sono perse perciò si è cercato un nuovo equilibrio coinvolgendo l’ospedale, il camposanto e l’arcivescovado, i quali sono stati fatti in un’epoca successiva.

Le proporzioni della canonica sono studiate con le proporzioni degli altri monumenti.

In una delle stanze più antiche della canonica è stato trovato l’affresco raffigurante la costellazione dell’Ariete.

L’autore del pergamo del battistero è Nicola Pisano.

Su un vaso all’esterno alla cattedrale si può vedere la processione di Bacco, dove è raffigurato un sacerdote ubriaco che, come vuole la tradizione, viene sostenuto da un giovinetto.

Uno dei materiali con cui è stata costruita la cattedrale è il marmo, che veniva estratto principalmente dalle cave di San Giuliano e portato via acqua con dei barconi tramite l’Auser e i fossi.

La caratteristica dello stile pisano è la bicromia, cioè l’alternanza di strisce di marmo bianco con strisce di marmo più scuro, che è la breccia di Vecchiano, quest’alternanza, tipica del romanico toscano, non è molto chiara nella parte più antica ma lo è nella parte più nuova e nell’interno, dove la facciata non è stata alterata dall’esposizione.

Su una facciata della cattedrale ci sono due lastre che fanno angolo sul pilastro, esse hanno una decorazione a spirale che si prolunga e si spiralizza in senso contrario, queste lastre sono inserti classici ripresi da monumenti del porto pisano.

I monumenti sono stati costruiti in questo posto perché c’era del materiale da costruzione preso dal vecchio palazzo di Adriano che in passato sorgeva qui.

Nell’area della torre vengono alla luce molte tombe etrusche.

Prima dell’attuale cattedrale c’era una chiesa primitiva.

Nel camposanto sono stati trovati i resti dell’antico battistero e della prima cattedrale, la quale era molto più piccola della nuova e di posizione incerta.

Molte chiese romaniche venivano costruite dove prima sorgevano dei templi o delle case di epoca classica di modo che il materiale da costruzione non doveva essere tutto portato dalle cave ma potevano essere riutilizzati i resti dell’edificio che c’era in precedenza, questo avveniva soprattutto con le colonne per via dei capitelli.

In epoca romanica erano molto apprezzati i monumenti dell’antichità, perciò venivano usati materiali di epoca classica e ripresi certi elementi costruttivi, come l’arco a tutto sesto, queste citazioni classiche nobilitavano i monumenti.

Da un pilastro della cattedrale sporge una testa di toro che, facendo ombra su certi segni, indicava l’ora.

Le decorazione dei cornicioni e le tarsie dell’abside e del transetto della cattedrale sono di tipo classico.

Su una facciata della cattedrale si trova il primo reimpiego laico nella storia della civiltà pisana, cioè un’arcatella cieca dove prima era murato il sarcofago di Beatrice, madre di Matilde di Canossa, questo sarcofago, chiamato di Fedra, è stato tolto nell’800 e portato nel camposanto ma l’inscrizione in latino è rimasta.

I sarcofagi, come le colonne, sono di epoca classica.

La volontà di ricollegarsi alle glorie del passato e di creare una continuità da una cultura all’altra nasce dopo il 1000 con la ripresa dell’economia e della cultura.

A cominciare dal IV-V secolo la cultura classica, che prima veniva ostacolata come una cultura pagana del demonio, ha una fase di recupero.

La forma della chiesa cristiana deriva dalla basilica romana.

Spesso si trovano delle inscrizioni dove prima c’era un sarcofago che poi è stato portato al camposanto.

Su una facciata della cattedrale c’è una finestra che, forse per un ripensamento, è stata chiusa da una colonna.

Nella cattedrale c’è una sintesi di elementi antichi, medievali e arabi, il tutto riesce ad armonizzarsi molto bene.

Le proporzioni dell’insieme si avvicinano molto a quelle dei monumenti classici.

La losanga, che è tipica dello stile pisano, è un elemento islamico, arabo e armeno inserito nelle arcate cieche.

L’impianto del primo piano della cattedrale è tipico dello stile buschettiano, qui troviamo una cintura di arcate cieche che probabilmente era anche nella vecchia facciata.

Nella navata principale della cattedrale le gronde non coincidono come quelle del primo piano ma quella del corpo centrale è rialzata, questa costruzione è cambiata quando subentra la seconda taglia, quella di Rainardo, e vengono rialzati sia tutto il cornicione, per rialzare la facciata, sia la navata centrale, questo cambiamento, visto dall’interno, dà un senso di maggiore maestà al tutto perché più una chiesa è alta più si ha l’idea dell’elevazione dell’anima a Dio, infatti l’altezza dei monumenti interpreta l’ansia di ricongiungersi a Dio.

Le lesene, realizzate su una facciata della cattedrale, sono dei motivi architettonici a linee verticali che portano lo sguardo verso l’alto sostenendo le arcate basse, proseguendo nelle altre e arrivando fino alla cupola.

Il tamburo della cupola è stato costruito in seguito, inizialmente essa era un mezzo uovo, l’uovo è il simbolo della creazione perché riporta all’idea dell’uovo primigenio da cui sono nati i diospuri, cioè i due gemelli figli di Leda che era stata trasformata in cigno dopo essersi accoppiata con Giove, la parte inferiore dell’uovo rappresenta la terra, la parte superiore rappresenta invece la volta celeste.

Sopra la cupola c’è il bulbo che è una cupoletta più piccola di origine orientale.

La copertura della cupola è di piombo per evitare il contrasto troppo forte tra il bianco dei marmi e il cotto, il quale si vede invece nel battistero.

Sopra al primo cornicione, tra la cintura di arcate cieche e le lesene, c’è una cintura decorativa.

In tre o quattro parti del duomo si ripetono le lettere BA-BO il cui significato è sconosciuto.

La maggior parte delle lastre con inscrizioni latine provengono da Ostia e risalgono al IV-V secolo.

Sulla cattedrale c’è l’ippogrifo.

Nella parte bassa di una facciata della cattedrale c’è una piccolissima tarsia in cui è raffigurato un centauro, questo animale si ritrova poi nei capitelli del battistero.

Le arcate cieche su una facciata della cattedrale sono tutte uguali ma sembra che vadano a decrescere verso la facciata del retro perché nell’ultima parte la distanza tra la chiave d’arco e il cornicione è maggiore dal momento che il cornicione è stato rialzato, forse per riportare il tutto allo stesso livello in seguito a un cedimento del terreno.

Alcune tarsie sono state tolte per evitare che si deteriorino.

Al momento stanno pulendo il battistero con l’acqua distillata a pressione.

Su una facciata della cattedrale c’è un sarcofago reimpiegato su cui ci sono delle forme, chiamate “dita del diavolo”, il cui conto si dice che non torni mai perché che sono appunto le dita del diavolo.

Su una facciata della cattedrale c’è un ippogrifo con la croce che è il simbolo di Cristo.

Nella facciata destra della cattedrale ci sono delle decorazioni che secondo la tradizione pisana portano fortuna se vengono toccate, tra cui la lucertola e la testa del bambino.

Il sarcofago sulla facciata del retro della cattedrale è un reimpiego di un sarcofago romano decorato a strigilature, il nome di questo tipo di decorazione viene dallo strigile, cioè uno strumento fatto a falce che serviva per detergere gli atleti dopo la corsa.

Il nome di Buscheto si può scrivere con una o due t e si trova spesso con la k al posto del ch perché in antico la c veniva indicata con la k.

I diversi rocchi che compongono le colonne della facciata del retro della cattedrale sono uniti da un motivi decorativo per mascherare la differenza tra un pezzo e l’altro.

I due capitelli delle colonne della facciata del retro della cattedrale sono decorati con foglie d’acanto, le quali sono un motivo preso dall’architettura classica che si ripete spesso nell’architettura pisana del medioevo, e tutti i fori presenti sono stati fatti col trapano.

Nel primo capitello sono raffigurati due leoni che si danno le spalle e ai lati due uomini su un albero che potrebbe rappresentare l’albero di Isaia, cioè l’albero di Iesse, la foresta che può rappresentare il pericolo o la solitudine perché nel medioevo era vista come densa di pericoli e contrapposta alla città o alla chiesa abbaziale e ci si potevano trovare sia le tre belve sia un uomo silvaticus, cioè un uomo che aveva deciso di vivere nella foresta con gli animali e che perciò si dissociava dagli altri, l’albero del bene e del male, l’albero della vita o l’albero che affonda le sue radici negli inferi e la cui sommità tocca il cielo, cioè l’asse cosmico.

Nel secondo capitello sono raffigurati due bambini che con i piedi si appoggiano sulle foglie d’acanto e con le mani tengono il festone e a destra e a sinistra due leoni in una posizione innaturale, cioè con la lingua di fuori, la testa dalla parte delle spalle e la coda tra le gambe, questi elementi sono uniti da una corona.