Somalia

Clima: Secco e semidesertico.

Denominazione ufficiale: Jamhuuriyadda Dimoqraadiga Soomaaliya  

Superficie: 637 657 kmq

Monti principali: Surud Ad 2408 m

Fiumi principali: Uebi Scebeli 900 Km (tratto somalo, totale 2050 Km), Giuba 875 Km (tratto somalo, totale 1650 Km)

Isole principali: Isole Giuba

Lingua: Somalo e Arabo (Ufficiali), Italiano, Inglese.

Religione: Musulmana sunnita 99%.

Moneta: Scellino somalo.

Capitale: Mogadiscio.

ASPETTI FISICI

Stato dell'Africa orientale, la Somalia occupa l'estremità est del continente, denominata Corno d'Africa, che separa l'oceano Indiano dal golfo di Aden.

Confina a Nord Ovest col Gibuti, a Ovest con l’Etiopia, a Sud Ovest col Kenya e si affaccia ad Est sull'oceano Indiano e a Nord sul golfo di Aden.

Il territorio, diretta prosecuzione orientale dell'altopiano etiopico, è formato da un vasto tavolato, 600-800 mt, che scende gradualmente verso una costa bassa, orlata di dune e, localmente, da lagune costiere.

Solo il margine settentrionale del paese è montuoso, con rilievi fortemente erosi (m. Surud Ad, 2408 m) che scendono a picco su una costa rocciosa. 

A Sud, tra i fiumi Uebi Scebeli e Giuba (gli unici perenni e di una certa importanza), si allarga una pianura alluvionale, fertile e intensamente coltivata, chiamata Benadir. Il clima è equatoriale nel tratto meridionale e subtropicale al Nord e nell'interno.

Le temperature sono elevate e le precipitazioni relativamente abbondanti solo al Sud, con in media 500 mm annui, poiché i venti monsonici umidi si limitano a lambire il paese.

Alle foreste a galleria del Giuba e dell'Uebi Scebeli si succedono, verso Nord, solo savane e aride steppe.     

POPOLAZIONE E STATO

La popolazione è composta in larga maggioranza da somali, generalmente pastori nomadi nella parte centro-settentrionale del paese e contadini sedentari al Sud.

La religione musulmana, praticata dalla quasi totalità della popolazione, è un retaggio della frequentazione delle coste somale da parte di mercanti arabi, fin dal VII secolo.

La densità di popolazione è complessivamente modesta e si accentua solamente al Sud, in particolare tra Mogadiscio e Chisimaio e lungo le valli dei due fiumi principali. 

La repubblica democratica che ordina lo stato è stata gestita in base alla costituzione del 1979 dal comitato centrale del Partito socialista rivoluzionario somalo, fino al crollo del regime nel 1991. E' membro dell'ONU, dell'OUA ed è associata all'UE.

E' da notarsi che nella Somalia è ancora presente la pena di morte, praticata con Fucilazione mediante plotone; i reati capitali sono: omicidio, reati contro lo Stato, tradimento, spionaggio, sovversione, sabotaggio, distribuzione di propaganda anti-statale, ammutinamento e diserzione. Da notarsi il fatto che nell'aprile 1996 e' stata eseguita una lapidazione: il condannato era accusato di stupro. 

ECONOMIA

Per la scarsezza di risorse naturali e le sfavorevoli condizioni climatiche, la Somalia è uno dei più poveri paesi del mondo e perciò deve dipendere in misura notevole all'aiuto straniero.

L'economia si basa in prevalenza sull'allevamento nomade (notevole il numero di caprini, ovini, cammelli e bovini) e sulla produzione agricola.

Nelle zone irrigate del Sud si pratica l'agricoltura di sussistenza (sorgo, mais, manioca, legumi) e quella commerciale (banane, canna da zucchero, cotone), in cooperative e in aziende di proprietà dello stato.

Le foreste forniscono legname, gomma arabica, incenso e mirra.

Le risorse minerarie sono modeste e si limitano all'estrazione di sale.

L'industria può contare su un cementificio, una raffineria e alcuni zuccherifici. Operano inoltre piccoli stabilimenti alimentari (conservazione della carne, oleifici) e della pelle (concerie, calzaturifici). La rete di comunicazioni interna è molto arretrata.   

STORIA 

Nodo commerciale tra Africa e Asia sin dall'antichità (testimonianze egizie della V dinastia), la Somalia fu islamizzata, nel VII secolo, attraverso la fondazione di centri mercantili arabi (Zeila, Mogadiscio, Brava). La fusione fra semiti e camiti portò alla formazione del regno di Ifat (secolo XIV), che subì le influenze della vicina civiltà abissina.

L'intera regione fu conquistata dal regno cristiano dello Scioa (1415) e si riprese con la formazione del regno di Adel (inizio secolo XVI) e con l'avanzata dei turchi ottomani (1527). Frazionata in potentati musulmani locali, formalmente dipendenti da Zanzibar (secolo XVIII), entrò nelle mire coloniali europee in seguito all'apertura del canale di Suez (1869): nel 1884 la Gran Bretagna occupò Zeila, Bulhar e Berbera (Somaliland), mentre la Francia si impadronì del Gibuti; la maggior parte del paese divenne colonia italiana (trattati con i sultani di Obbia e Migiurtinia, 1889; acquisto dei porti del Benadir, 1892; accordi con la Gran Bretagna, 1905). Sconfitta la rivolta (1899-1920) guidata da Mad Mullah, la Gran Bretagna rinunciò all'Oltregiuba in favore dell'Italia (1925). Occupata dalla Gran Bretagna (1941), fu assegnata dall'ONU in amministrazione fiduciaria all'Italia (1949) con il compito di guidarne l'indipendenza, conseguita nel 1960.

Sotto la spinta della lega dei Giovani Somali, si formò un governo democratico, rovesciato dal colpo di stato del generale M. Siad Barre (1969) che istituì un regime a orientamento socialista e filosovietico.

In seguito alla sconfitta nel conflitto con l'Etiopia per il controllo dell'Ogaden (1977-78), Siad Barre, sospese le relazioni diplomatiche con l'URSS (1978), portò il paese nell'orbita occidentale.

Dal 1980, nelle province settentrionali è rimasta attiva la guerriglia antigovernativa, espressione di diversi movimenti di opposizione e di diverse etnie, che il 27.1.1991, dopo violenti combattimenti, ha rovesciato il governo e costretto Siad Barre alla fuga.

Il governo provvisorio instaurato non è riuscito a sedare la lotta tra le diverse fazioni che ha portato il paese in uno stato di gravissima crisi. Il protrarsi della guerra civile e i suoi devastanti effetti sulla popolazione hanno determinato nel dicembre 1992 l'intervento dell'ONU (operazione Restore Hope) al quale hanno preso parte contingenti italiani (1993-94); tale intervento, concluso nel marzo 1995, tuttavia non è riuscito a pacificare il paese.  

Infatti la Somalia si è scissa in due nazioni, la capitale, Mogadiscio, è divisa geograficamente da una 'linea verde' di separazione che la taglia praticamente a metà. Al suo interno, diversi 'clan' si spartiscono il potere della città; il Nord è nelle mani dei fondamentalisti islamici, i quali impongono la legge del Shari'a, mentre nel Sud il Generale Aidid si è autoproclamato presidente e detiene il potere dell'altra metà di Mogadiscio.

USANZE

La vita del nomade nella boscaglia  

Il bambino (Faaduma) 

Quando il bambino della boscaglia raggiunge l'età di sei anni, non viene mandato a scuola come i suoi coetanei in città, ma lo si addestra su come si alleva e si cura il bestiame.  

Educazione (Bashir) 

Non appena raggiunge l'età di sette anni, il bimbo apprende, con l'aiuto dei genitori e dei fratelli maggiori, se ci sono, come si allevano gli animali (ovini, bovini, cammelli e equidi) e come ci si difende dalle bestie feroci e dal furti di animali. Dove c'è la scuola coranica, il bambino alla stessa età deve imparare il Corano. Analogamente la bambina viene istruita su come sorvegliare gli animali piccoli, ma per lei non è prevista la scuola coranica. Una volta resi esperti del loro ambiente, i ragazzi vengono addestrati all'uso dell'arma bianca (coltello e lancia) e alla lotta.  

Il bambino proprietario di bestiame (Maxubo) 

Ogni membro della società nomade vuole avere animali di sua proprietà. Ma ci si può chiedere come possa avvenire che un bambino, come spesso accade, diventi padrone di una grande quantità di bestiame. La risposta è che quando nasce, i genitori gli danno in dono, secondo l'uso tradizionale, una mucca, una capra o una cammella e il suo cordone ombelicale viene legato ad essa. Tutti gli animali che nasceranno da questa femmina e i figli dei figli apparterranno al bambino. Così, in qualche modo, con la nascita, il bambino dà inizio a un nuovo gregge.  

La donna è proprietaria della capanna (Bashir) 

Prima di dire chi sia il proprietario della capanna, dobbiamo parlare di chi la costruisce. Pochi giorni prima del matrimonio, i parenti della novella sposa raccolgono tutti i materiali con cui la capanna sarà costruita: stuoie, principalmente e i tronchi portanti e provvedono alla costruzione di essa. Né lo sposo invece, né la sua famiglia se ne occupano. Solo qualche volta il padre dello sposo se è un bravo scultore, o intagliatore, costruisce e incide recipienti in legno, ma null'altro che riguardi l'abitazione degli sposi è di sua competenza. La ragazza prima del matrimonio deve farsi la capanna anche in previsione del fatto che un giorno sarà madre e in essa nasceranno i suoi figli. Ma non cesserà mai il suo obbligo di provvedere ad essa anche negli anni successivi perché i primi materiali che sono stati usati per costruire possono usurarsi e vanno man mano cambiati e sostituiti con altri nuovi.