Stati Uniti d'America

Gli USA vantano la storia più fortunata del mondo moderno: sono una nazione formata da un alto numero di gruppi umani incredibilmente diversi fra loro, che poco hanno in comune se non il desiderio di conquistarsi ricchezza, sposando i nobili ideali della Costituzione e della dichiarazione d'Indipendenza, e che hanno creato così la nazione più ricca, più potente e più creativa del mondo.

Nonostante molti sottolineino giustamente gli imperdonabili errori, come la distruzione degli indiani, il razzismo, l'imperialismo o le oscure trame della CIA, mezzo mondo continua ad amare follemente l'America. In fondo, questo è il paese in cui sono nati i principi di diritto alla felicità e alla libertà di parola, in cui sono stati inventati l'aeroplano, il frigorifero, la luce elettrica, le navi spaziali, i computer, il blues, il jazz e il rock and roll.

Tuttavia, c'è una parte del mondo che percepisce gli Stati Uniti come un paese spietatamente capitalista, una forza egemonica da considerare come una minaccia.

L'11 settembre 2001, un attacco terroristico a New York e a Washington, DC, ha rivelato rancore e ostilità crescenti nei confronti degli Stati Uniti.

Se trascorrete negli USA un breve periodo, non riuscirete facilmente a liberarvi dai pregiudizi, anche perché gli americani tendono ad autoesaltarsi e mitizzarsi.

Conosciamo talmente tanto da film, libri, canzoni, fotografie che è impossibile, almeno all'inizio, non sentirsi parte di uno spettacolo.

Vi sembrerà di conoscere già perfettamente anche le cose che non avete mai vissuto in prima persona, come i negozi aperti giorno e notte, le cameriere che vi riempiono continuamente la tazza di caffè, i drive in, gli evangelisti televisivi, la benzina a prezzi stracciati e i giornali lanciati davanti alla porta delle casette di legno.

Ma ovviamente questa è solamente la superficie; volendo andare più a fondo si scopre che la realtà è molto più complessa e che la vita americana è più affascinante e disorientante che in qualsiasi altro posto distante da noi.

Vi consigliamo di arrivare pronti ad esplorare le stranezze e i luoghi insoliti, piuttosto che di fermarvi nei posti che già credete di conoscere; scoprirete così che qui ci sono alcune delle città più belle del mondo, paesaggi mozzafiato, un forte regionalismo, una peculiare mitologia, più storia di quanto gli americani stessi credano e, probabilmente, la gente più disponibile del mondo.

A colpo d'occhio

Nome completo del paese
Stati Uniti d'America

Superfice
9.629.091 kmq

Capitale
Washington, DC

Composizione etnica
77,1% bianchi, 12,9% afroamericani, 4,2% asiatici, 1,5% nativi americani, 0,3% hawaiani e isolani del Pacifico

Lingua parlata
inglese, molte altre lingue (soprattutto spagnolo)

Religione
56% protestante, 28% cattolica, 2% ebraica, 1% musulmana, 4% altre religioni, 10% nessuna

Economia

Settori/prodotti principale
petrolio, gas naturale, industria meccanica, industria aeronautica e aerospaziale, telecomunicazioni, industria alimentare, elettronica e informatica, industria tessile, industria cinematografica, industria chimica e farmaceutica, industria metallurgica, legname e carta, patate, frumento, cereali, cotone, silvicoltura, bovini, suini, pollame, pesce

Principale partner commerciali
Canada, Messico, Giappone, Regno Unito, Germania, Francia, Paesi Bassi, Cina, Taiwan

Elettricita
110V

Fuso orario
orientale (5 ore in meno rispetto al meridiano di Greenwich); centrale (-6); delle montagne (-7); del Pacifico (-8). La differenza tra una costa e l'altra è di 3 ore

Pesi e misure
sistema britannico

Quando andare

Molti turisti visitano gli USA d'estate, proprio quando gli americani lasciano la città e vanno in vacanza.

Per evitare le folle (soprattutto nei parchi nazionali) le stagioni più indicate sono la primavera e l'autunno.

Quest'ultimo è il periodo migliore per recarsi nel New England e nella zona settentrionale dei Grandi Laghi, quando i colori della natura offrono uno spettacolo meraviglioso.

Gran parte del territorio a est delle Montagne Rocciose d'estate è caldo e umido, soprattutto nel sud, mentre nei deserti compresi tra le Montagne Rocciose e la Sierra Nevada è molto caldo e secco, in particolare nel sud-ovest.

Sulla costa meridionale della California il tempo è bello tutto l'anno, ma la vita da spiaggia si svolge soprattutto da giugno a settembre.

Eventi e Manifestazioni

Gli americani adorano le parate e lo sfarzo, perciò non mancano certo le feste pubbliche.

Mezzo paese si blocca in occasione del Superbowl, la finale del campionato di football americano che si gioca a gennaio.

Il Mardi Gras di New Orleans, a febbraio-marzo, è un delirio turistico e baccanale.

A metà marzo si celebra, con sfilate e brocche di birra, il St Patrick's Day, soprattutto a New York e a Chicago. A maggio a Louisville si svolge il Kentucky Derby.

Il 4 luglio si celebra l'Indipendence Day, con sbandieramenti di patriottismo, fuochi d'artificio e americanate varie.

I viaggiatori incalliti non si devono perdere la National Hobo Convention a Britt nell'Ohio, che si tiene ogni anno in agosto. Gran festa il 31 ottobre per Halloween, quando i bambini vanno in giro per le case a chiedere caramelle, vestiti ancora peggio del solito; nel Greenwich Village, a West Hollywood e a San Francisco, con il classico atteggiamento contro corrente, si celebra invece con sfilate eleganti.

L'ultimo giovedì di novembre gli americani si rimpinzano per il Giorno del Ringraziamento.

Sport e tempo libero

Qualunque cosa vogliate fare in America, dal bungee jumping alla mongolfiera, troverete sempre un posto in cui farlo e qualcuno che lo faccia con voi. E ovviamente ogni attività è più grande, più veloce, più ardua, più divertente e in genere migliore, che in ogni altro posto al mondo.

Prendete il surf, per esempio. Forse non l'hanno inventato alle Hawaii, ma Oahu ne è sicuramente la patria spirituale; le leggendarie onde invernali di Waimea, di Sunset Beach e del Banzai Pipeline sono una delle esperienze più entusiasmanti che si possano fare. Ci sono ottimi luoghi in cui fare surf: Malibù, Rincon, Trestles e Mavericks sono solo i più famosi. Altri sport d'acqua che gli americani prediligono sono la vela, il windsurf, il kayak e il pericoloso e frastornante jetski.

Sulle Montagne Rocciose, in particolare in Colorado, ci sono le località più famose per lo sci. Se evitate Aspen, Vail, Jackson Hole e Big Sky, trovate impianti di risalita a prezzi più convenienti e piste altrettanto belle. Il Lake Tahoe, sulla Sierra Nevada, è una stazione sciistica d'inverno e una località ideale per sport acquatici d'estate. In altri stati ci sono ottime possibilità di praticare cross-county. Negli ultimi anni lo snowboard ha rivoluzionato la tradizione degli sport sulla neve.

Gli USA sono il paese più industrializzato del mondo, ma anche uno di quelli che offrono le migliori possibilità di escursioni a piedi, fra prati alpini della High Sierra o sentieri nella foresta degli Appalachi. I sentieri sono di norma ben tenuti, ben segnalati e ben controllati. Ma non è difficile perdersi se ci si inoltra nel bosco, dove potreste trovarvi in compagnia di inquietanti rumori e di un immenso cielo nero.

Alpinismo e climbing si praticano soprattutto nella Sierra Nevada e sulle Montagne Rocciose. El Captain e Half Dome sono luoghi leggendari per le scalate, sulle pareti granitiche dello Yosemite National Park. La cima più alta dei 48 stati continentali è il Mount Whitney (4350 m), che si trova in California all'interno del Sequoia and Kings Canyon National Park.

I ciclisti non si facciano scoraggiare dal primato incontrastato delle automobili; sono molte le città in cui i diritti dei ciclisti vengono rispettati e non è raro vederli mentre si godono il paesaggio proprio quando gli automobilisti soffrono nelle loro scatole di lamiera. Noleggiare biciclette, anche di buona qualità, è piuttosto facile in tutti gli USA, e normalmente nello stesso posto vi possono anche dare informazioni su quali strade seguire. Le mountain bike hanno negli USA una lunga e gloriosa storia, soprattutto in California dove sono state inventate.

Se vi rimane ancora un po' di energia, provate ad andare a cavallo al Central Park di New York, o a fare rafting nel Fiume Snake in Idaho, o ancora a esplorare le grotte delle belle Carlsbad Caverns in New Mexico.

Storia

Verso la fine dell'Era glaciale il livello degli oceani si abbassò e si creò così un ponte naturale tra l'Asia e il Nordamerica, dove oggi c'è lo Stretto di Bering. Questo permise ai primi protoindiani di compiere un'azione assolutamente non-americana, cioè di entrare a piedi in Nordamerica. Si insediarono così varie popolazioni nel nord, nel centro e nel sud del continente, che per i successivi 20.000 anni poterono sviluppare indisturbati le loro diverse e ricche culture. Nell'attuale territorio degli USA i principali discendenti dei protoindiani erano: i pueblo in New Mexico, gli apache in Texas, i navajo in Arizona, Colorado e Utah, gli hopi in Arizona, i crow in Montana, i cherokee in North Carolina, i mohawk e gli irochesi nello stato di New York.

Leif Eriksson, un esploratore norvegese, fu probabilmente il primo europeo a toccare il suolo americano, 500 anni prima che nel 1492 un disorientato Cristoforo Colombo creasse il guazzabuglio semantico quando trovò gli 'indiani' a Hispaniola (l'attuale Santo Domingo). Nel 1550 quasi tutto il continente era già stato esplorato da gruppi di francesi, spagnoli, portoghesi e inglesi. Le prime colonie attrassero un gran numero di persone in cerca di facile e veloce fortuna, che poi se ne tornavano a casa, ma ben presto iniziarono gli insediamenti permanenti di europei.

Le prime colonizzazioni in Nordamerica furono attuate da diversi fronti e da diversi popoli. Il primo insediamento permanente europeo fu la colonia spagnola di St Augustine in Florida, nel 1565; i francesi sbarcarono nel Maine nel 1602; Jamestown, in Virginia, fu fondata dagli inglesi nel 1607. Bastarono solamente 12 anni di mancanza di manodopera per far intuire agli inglesi che la schiavitù poteva essere un sistema economicamente vantaggioso. I primi africani arrivarono come 'lavoratori sotto contratto' un anno prima che, nel 1620, cento Pellegrini sbarcassero dalla Mayflower a Plymouth Rock, in Massachusetts, per sfuggire alle persecuzioni religiose. I Pellegrini sottoscrissero il Mayflower Compact, una dichiarazione di autogoverno che avrebbe in seguito influenzato la Dichiarazione d'Indipendenza e la Costituzione.

Nel corso del XVIII secolo continuarono ad arrivare coloni; la Corona inglese abbandonò la politica del laissez-faire e tentò di ribadire l'autorità sulle 13 colonie nordamericane; questo portò allo scontro con i coloni francesi e con gli alleati indiani nella guerra franco-indiana (1757-1763). Gli Inglesi vinsero, ma subirono grosse perdite economiche, che cercarono di recuperare con l'introduzione di nuove tasse nelle colonie. Lo slogan 'no taxation without representation' ('niente tasse senza rappresentanza') unì i vari coloni nel sentimento antinglese, ma rimanendo le loro proteste inascoltate, si introdussero furtivamente in alcune navi inglesi ormeggiate nel Porto di Boston e lanciarono in mare il carico di tè: questo fatto passò alla storia come 'Boston Tea Party' e segnò l'inizio di una sempre crescente disobbedienza civile.

Uno dei più accaniti partecipanti di questo evento era Paul Revere, che diventò in seguito l'eroe nazionale americano, grazie al suo viaggio da Boston a Lexington, intrapreso nell'aprile 1775 per avvisare che stavano per entrare le truppe inglesi. Nel gennaio 1776 Thomas Paine pubblicò Common Sense, un pamphlet in cui sosteneva che il conflitto non doveva limitarsi a una protesta contro la pressione fiscale, ma proseguire in una vera guerra d'indipendenza. Il pamphlet diventò una sorta di bestseller - ne furono vendute 500.000 copie in pochi mesi - e aprì la strada alla dichiarazione d'Indipendenza del 4 luglio dello stesso anno. La vittoria definitiva arrivò solamente cinque anni dopo, quando il generale inglese Cornwallis dovette arrendersi a George Washington.

Nel XIX secolo gli americani seguirono il loro 'inevitabile destino': colonizzarono tutto il continente muovendo verso ovest, oltre le Montagne Rocciose fino alla costa occidentale. Nel 1850 gli USA avevano già raggiunto più o meno le dimensioni attuali, grazie a una serie di acquisti, di azioni diplomatiche, o semplicemente di guerre di conquista. Nel 1803 Napoleone Bonaparte vendette le Grandi Pianure per una cifra simbolica e la Spagna cedette la Florida nel 1819. La battaglia di Alamo nel 1835, durante la rivoluzione texana, fu uno smacco, ma contribuì all'indipendenza del Texas dal Messico. Con le guerre contro il Messico, tra 1846 e 1848, si conquistarono i territori sudoccidentali, compresa la California. Questi erano i giorni leggendari dei viaggi in treno tra l'Oregon e Santa Fe, l'epoca del mitico selvaggio West, del Pony Express, di Dodge City, dei cowboy con il loro bestiame, delle pistolettate all'OK Corral, della costruzione della ferrovia transcontinentale e dello sterminio degli indiani che ostacolavano il passaggio.

La sistematica distruzione dei bufali delle Grandi Pianure, tradizionali prede degli indiani, l'intrusione nelle loro terre e la stipulazione di trattati che non valevano neanche la carta su cui erano scritti portarono alla reclusione degli indiani in riserve, nelle quali essi persero la loro vitalità e il legame spirituale con il territorio. Le scene hollywoodiane di eroici coloni che difendono le carovane e le loro donne da assetati cacciatori di scalpi è decisamente lontana dalla verità.

I movimenti migratori della metà del XIX secolo alterarono profondamente la demografia degli USA: ai coloni di origine inglese si aggiunsero cinesi e immigrati dell'Europa centrale, attratti soprattutto dalla febbre dell'oro, che esplose in California nel 1850, e dalla nascita di grandi centri industriali negli stati nordorientali. Nel frattempo al sud si viveva ancora di agricoltura basata sullo sfruttamento degli schiavi. Quando gli stati del nord chiesero l'abolizione della schiavitù iniziarono le tensioni interne. Nel 1860 fu eletto presidente l'abolizionista Abraham Lincoln e gli stati del sud si separarono: l'anno successivo iniziò la guerra di secessione, sicuramente la più cruenta della storia americana. Nel 1865 gli stati del nord ebbero la meglio: liberarono gli schiavi e introdussero il suffragio universale maschile. I progetti di ricostruzione del sud furono abbandonati dopo l'assassinio di Lincoln e, quando l'esercito del nord fece ritorno a casa, i neri del sud furono privati dei loro diritti e si radicarono gli atteggiamenti discriminatori.

Il duro colpo inferto agli spagnoli nel 1898 segnò l'inizio dell'ascesa come superpotenza mondiale e risvegliò il paese dal suo isolamento. Gli USA cercarono in tutti i modi di non infangarsi nelle trincee della prima guerra mondiale, ma nel 1917 non resistettero più e mandarono più di un milione di uomini per cercare di eliminare la fastidiosa potenza tedesca. I trionfalismi del dopoguerra furono smorzati nel 1920, con l'inizio del proibizionismo, quando divenne illegale produrre e vendere bevande alcoliche. La nuova legge non turbò più di tanto i protagonisti dei ruggenti anni '20, che fecero precipitare il paese in una situazione di illegalità e di criminalità organizzata, in particolar modo a Chicago. Erano i giorni del contrabbando di alcolici, di Al Capone e del massacro di San Valentino, quando i ragazzi erano ragazzi e le ragazze erano prostitute. Il crollo della Borsa del 1929 segnò l'inizio di una profonda crisi che durò per tutti gli anni Trenta e che preannunciò il New Deal di Roosevelt, un programma politico che prevedeva decisivi interventi politici nella vita economica.

Quando nel 1941 i giapponesi osarono presentarsi a Pearl Harbor, gli americani si misero sul piede di guerra e in seguito agirono in modo determinante per la sconfitta delle potenze dell'Asse sia in Europa sia nel Pacifico. Le bombe lanciate su Hiroshima e Nagasaki sconfissero il Giappone e fecero precipitare il mondo nell'inquietante timore delle armi nucleari. Alla seconda guerra mondiale seguì la guerra fredda, periodo di grande prosperità economica nazionale e di apparente equilibrio, smentito però dalla continua e paranoica paura di tradimenti. Alcuni politici, come il senatore Joe McCarthy cavalcarono i timori della nazione per alimentare le fiamme dell'anticomunismo, escogitando frasi del tipo 'un comunista sotto il letto'. Nel frattempo l'URSS e gli USA si armarono fino ai denti e accumularono tonnellate di armi nucleari; le due superpotenze non si scontrarono direttamente, ma combatterono per procura - in Africa, in Corea e nel Sud-est asiatico. Il clima si fece sempre più teso: il momento più delicato, nel 1962, fu la crisi dei missili cubani, ma poi Kruscev si ritirò e accettò di rimuovere i missili appena piazzati a Cuba.

Gli anni '60 furono caratterizzati da profondi cambiamenti culturali e sociali, grazie al movimento per i diritti civili dei neri, alle crescenti proteste per la guerra del Vietnam, alla scoperta di sesso, droga e rock'n'roll. Il momento più significativo della lotta per i diritti civili fu nel 1955, quando Martin Luther King boicottò un autobus a Montgomery, in Alabama. Iniziò così il movimento non violento che intendeva porre fine alle discriminazioni e alla segregazione in scuole, ospedali, ristoranti e in altre strutture pubbliche degli stati del sud e ridare i diritti civili alla popolazione nera. Nel 1963 Martin Luther King tenne a Washington il famoso comizio, che portò alla legge sui diritti civili (1964) e alla legge sul diritto di voto (1965).

I giovani americani cominciarono a rifiutare il conformismo e il gretto materialismo del decennio precedente ed espressero il loro disaccordo facendosi crescere i capelli, fumando spinelli e mostrando un profondo rapporto spirituale con la natura, con gli indiani d'America, con i neri militanti e con i contadini oppressi del Sud-est asiatico. La nuova generazione protestò insistentemente (in modo non del tutto disinteressato) contro la guerra del Vietnam e diffuse slogan di pace in nome di un amore universale. Gli assassinii di grosse personalità politiche, come John e Robert Kennedy, Malcom X e Martin Luther King, gettarono ombra sull'ottimistica grandiosità degli anni '60, che fu poi completamente spenta dalla sempre più brutale e sempre più ingiustificabile guerra del Vietnam. Lo sbarco di tre astronauti americani sulla luna fece rinascere l'orgoglio nazionale, ma evidenziò quanto inutile fosse tale tecnologia sofisticata, se usata ciecamente come in Vietnam. Quando gli ultimi americani se la svignarono dal Vietnam, ne mancavano all'appello 50.000, età media 19 anni; in quegli anni morirono o furono gravemente feriti oltre 4.500.000 Vietnamiti.

Nel 1974 Richard Nixon, caso unico nella storia degli USA, si dimise perché coinvolto nello scandalo Watergate; un fatto che rimise in discussione la grandezza americana. Negli anni '70 e '80 si svilupparono nuove tecnologie, ma la produzione industriale diminuì. L'immagine del paese subì, per mano dell'Ayatollah Khomeini, un colpo talmente duro che il conseguente rigurgito di nazionalismo fece eleggere come presidente, per due volte, l'ex attore di film di 'serie B' Ronald Reagan. Gli USA iniziarono quindi ad angariare i loro vicini dell'America centrale e dei Caraibi e invasero, o s'intromisero negli affari di El Salvador, Nicaragua, Panama e Grenada. Il crollo dell'Unione Sovietica e la dissoluzione del patto di Varsavia nel 1991 hanno lasciato gli USA come unica e indiscussa superpotenza mondiale. La guerra del golfo del 1991 ha dato a George Bush l'opportunità di guidare una coalizione di paesi che dovrebbero costituire il nuovo ordine mondiale. L'operazione 'Tempesta nel Deserto' ha ridotto la guerra a un videogioco e ha creato un poco realistico linguaggio bellico, basato su metafore cliniche, come 'attacco chirurgico' o 'bombardamento di precisione'.

Durante gli anni di Bill Clinton, gli affari internazionali sono stati messi in secondo piano da questioni interne, quali la riforma del sistema sanitario, il possesso di armi, le tensioni razziali, la droga, i diritti degli omosessuali, il bilancio e lo scandalo Whitewater. Per cercare di risollevare le sorti dell'economia allora in difficoltà, nel 1993 gli USA hanno firmato un trattato di libero scambio, il NAFTA, con Canada e Messico; nel 1994 hanno invaso Haiti, in quanto paladini di libertà e di democrazia; nel 1995 hanno inviato migliaia di uomini per le operazioni di pace in Bosnia; nel 1996 hanno ospitato le Olimpiadi; negli ultimi anni in generale hanno goduto dei benefici portati dai rialzi di Wall Street.

Le elezioni presidenziali del 2000 sono state le più controverse nella storia di questo paese. Il candidato democratico Al Gore, nonostante abbia ottenuto la maggioranza dei voti popolari, ha perso le elezioni, perché le preferenze del collegio elettorale della Florida sono andate tutte a favore di George W. Bush, che ha riportato una vittoria comunque risicata con soli 500 voti in più del suo avversario. Le richieste di riconteggiare i voti, l'ordinanza della Corte Suprema della Florida di rifare soltanto una revisione parziale delle schede elettorali e i continui ricorsi di entrambi i candidati sono stati bloccati da una decisione della Corte Suprema degli USA, che ha posto fine a tutta questa situazione caotica; così dopo cinque settimane tumultuose, Bush è stato dichiarato vincitore.

L'11 settembre 2001 il World Center di New York e il Pentagono sono stati oggetto di due attacchi terroristici che hanno provocato la morte di quasi 3000 persone. Gli Stati Uniti hanno reagito attaccando l'Afghanistan, con lo scopo di eliminare Osama bin Laden, ritenuto responsabile degli attentati, e il regime talebano che lo sosteneva. A tali eventi sono poi succeduti numerosi episodi di materiale postale contaminato dall'antrace che ha esposto il personale del governo, dei media e degli enti postali al contagio di una malattia mortale. A seguito di tutto ciò si è diffuso negli USA un allarmismo che, a un anno di distanza, quando quella data storica entra a far parte del calendario americano con il nome di 'Patriot Day', non si era ancora affievolito.

Nell'ottobre 2002 Camera e Senato hanno approvato due risoluzioni identiche che hanno consentito l'uso della forza contro il regime di Baghdad.

Cultura

'Datemi le vostre stanche, povere e confuse genti che anelano a respirare la libertà' recita l'iscrizione sulla Statua della Libertà. Il mondo ha accolto l'invito e ha così contribuito all'espansione, alla crescita e al dinamismo, con ondate di emigranti oppressi, ma spesso ambiziosi provenienti dall'Europa, dalla Cina, dal Sud-est asiatico, dall'America centrale, da ogni angolo della terra. L'immigrazione è la caratteristica precipua della storia e dell'identità degli USA, ma parlare solo di 'paese d'immigrazione' significa non rendere giustizia ai nativi americani (che ci sono sempre stati) e agli schiavi afroamericani (che ci sono arrivati contro la loro volontà).

A volte si dimentica la complessità delle etnie degli USA, perlomeno finché non si guardano le statistiche e si scopre che Los Angeles è per numero di abitanti la seconda città di vari stati latino-americani, o che ci sono dieci volte più irlandesi qui che in Irlanda, o che metà della popolazione di Miami è ispanica. Con una composizione così eterogenea, stupisce vedere tanto spesso xenofobia e provincialismo. Gli indiani e i neri dovrebbero ormai aver scampato il pericolo, ma gli ebrei, i messicani, gli asiatici e gli arabi sono ancora oggetto di discriminazioni e di pregiudizi.

Il vecchio concetto di 'melting pot' - crogiolo in cui le varie culture si fondono e si mescolano - è stato sostituito negli ultimi trent'anni da una nuova idea di 'salad bowl' - un'insalatiera nella quale ogni ingrediente contribuisce a formare il piatto, ma conserva l'odore e il sapore originario; non tutti gli immigrati, infatti, aspirano a conformarsi alle norme culturali e sociali WASP (acronimo di 'White Anglo-Saxon Protestant', con il quale si identifica l'americano originario, di pelle chiara e discendente dai coloni inglesi). Molti gruppi hanno cominciato a voler sottolineare la loro specificità e si sente sempre più spesso parlare di argomenti scottanti, come per esempio di 'tribalizzazione'. Nel 1992 le tensioni razziali sono sfociate nella violenza, quando furono assolti i poliziotti ripresi con la videocamera mentre massacravano Rodney King; nel 1997 il processo per diffamazione a Tawana Brawley e ai suoi avvocati ha acceso antagonismi razziali che stavano covando da almeno un decennio.

La costituzione americana garantisce la libertà di culto. La borghesia e la classe dirigente sono tradizionalmente protestanti, mentre italiani, polacchi e irlandesi sono da sempre i paladini del cattolicesimo. Ci sono cinque milioni di ebrei che, grazie al loro talento nell'arte, negli affari e nelle scienze, hanno dato all'America molto più di quanto il loro numero non faccia pensare. Tutte le religioni del mondo sono presenti negli USA, dove non mancano confessioni autoctone, come i testimoni di Geova, gli scientisti e i mormoni. I nuovi culti hanno diversi seguaci e a volte sono piuttosto sconsigliabili: chiari esempi sono Charlie Manson, Jim Jones e i militanti davidiani.

La religione ha acquisito negli USA un potere sempre maggiore: Dio, la famiglia e il moralismo borghese hanno dato origine a un fondamentalismo cristiano di destra, che ha avuto grande successo con le trasmissioni televisive evangeliche. L'aborto, la musica rock, le ragazze madri, gli omosessuali, la teoria dell'evoluzionismo sono state duramente attaccate dalla destra politico-religiosa, una lobby con eccessiva influenza durante le amministrazioni repubblicane di Reagan e di Bush.

Non confidate sulla vostra conoscenza dell'inglese, perché, come dice la canzone 'alcuni dicono tomayto, altri tomahto'. L'inglese americano ha diversi accenti regionali, che possono risultare più o meno intelligibili: i newyorkesi hanno l'inconfondibile parlata nasale, i californiani strascicano le parole e usano un'infinità di slang da spiaggia, al sud parlano a rallentatore, i neri non li capisce nessuno. Lo spagnolo è lingua ufficiale in alcune zone della California meridionale, del New Mexico, del Texas e a Miami. Ci sono circa 400.000 americani che parlano dialetti indiani e 375.000 che parlano yiddish. La variante americana ha dato nuove parole alla lingua inglese, come 'egghead' (calvo, pelato, letteralmente 'testa d'uovo') o 'nerd' (scemo).

Gli indiani d'America erano ottimi fabbricatori di maschere, amuleti, gioielli, vasellame, cesti, tessuti, scudi, borse, totem; i materiali più comuni erano: cuoio greggio, pelle di daino, perline, avorio, pietra, legno. I motivi e le decorazioni erano astratti e simbolici e non seguivano realismo né prospettiva. Questi prodotti non venivano considerati pezzi d'arte, come la intendiamo noi, ma piuttosto oggetti destinati a funzionale uso quotidiano o rituale. Gli americani normalmente li considerano chincaglierie di poco valore o, se sono esposti in qualche museo, esempi di arte 'primitiva'. Oggi negli USA si vendono ovunque tessuti, argenti, oggetti vari, ma ormai è diventato solo un business.

La cultura americana moderna è composta da cultura di massa e culto della celebrità. Gli ingredienti principali sono abilità nel marketing, tecnologia delle comunicazioni, produzione di massa. Radio, televisione, musica, juke-box, cinema, TV via cavo: tutto questo gli americani l'hanno o inventato o prodotto su larga scala e poi distribuito in modo capillare a prezzi accessibili a tutti, contribuendo così a formare una cultura incentrata sui modelli WASP e una sorta di unione nazionale basata sui consumi. La poetica della multi-promozione prevede, per esempio, che Steven Spielberg fa un sogno, lo si trasforma in videogioco, in gelato, in gadget offerto con l'hamburger e infine in film. Stessa cosa succede per la musica e le immagini dei ghetti metropolitani: dalla strada a MTV, al piedistallo a NikeTown. La multi-promozione permette anche di trasformare attori in politici, cantanti in filosofi e top model in ospiti di talk show.

Se fino alla fine del XIX secolo l'essenza degli USA era da ricercare nella religione e nella politica, nel XX secolo l'essenza la si ritrova nel cinema e nella televisione. È quasi dall'inizio del secolo che Hollywood traspone su celluloide tutti i sogni e gli incubi degli americani, e i film sono diventati l'inconscio collettivo di un paese intero, se non del mondo. Negli anni '50 Hollywood subì un duro colpo a causa della televisione, ma poi i due mondi hanno imparato a convivere e a trarre reciproci vantaggi. La distribuzione universale dei prodotti cinematografici e televisivi americani ha influenzato così a fondo la percezione degli USA, che in ogni parte del mondo si pensa di conoscere le strade di New York o le spiagge di Los Angeles come le proprie tasche. Dappertutto i palinsesti sono dominati da soap opera, telefilm, sitcom; nelle sale di ogni paese si trasmettono film americani, d'azione, sentimentali, thriller o comici che siano - con grande disappunto di chi vorrebbe stimolare la creazione di prodotti culturali del proprio paese. La televisione è la vera vetrina d'America: personaggi famosi discutono di peso, di assuefazioni, di come un fallimento sia in realtà un successo, accompagnati da una folta schiera di psichiatri, psicologi, sociologi.

La musica americana è la più commercializzata del mondo ed è dominata dalla politica delle etichette, ma anche il pop e il rock indipendenti hanno un ruolo fondamentale nel panorama musicale americano e mondiale. Enorme è stata l'influenza dei neri, i canti di lavoro degli schiavi del sud hanno dato origine al blues, un genere che racchiude in sé tutta l'esperienza degli afro-americani. All'inizio del XX nacque a New Orleans il jazz, un genere sincopato che univa ragtime e blues, inventato da musicisti autodidatti che usavano gli strumenti rimasti dalla guerra ispano-americana di Cuba.

Un capitolo importante della storia della musica commerciale riguarda due uomini d'affari bianchi che assoldavano musicisti neri, perché suonassero e incidessero per il pubblico bianco. L'evento più importante, però, fu il successo di Elvis Presley; quando Elvis cominciò a dimenare i fianchi e a muoversi come un nero, i giovani bianchi capirono che potevano riempirsi di borchie anche loro: nacque l'era del rock'n'roll. Il rap esprime il suono dei ghetti, della cultura di strada, del machismo, e forse i sociologi ci metteranno decenni prima di capire come mai i bianchi borghesi ne sono così affascinati.

Gli USA, nonostante i timori di analfabetismo dilagante, hanno sfornato tonnellate di letteratura e generato una schiera di premi Nobel, fatto che dimostra che non tutti passano quasi sette ore al giorno davanti alla televisione. Il prestigioso elenco inizia con Walt Whitman, Herman Melville, Nathaniel Hawthorne, Emily Dickinson, Henry James, Edith Wharton, e prosegue con William Faulkner, Ernest Hemingway, Scott Fitzgerald, John Steinbeck, Backpack Kerouac, Arthur Miller, i due Williams, Saul Bellow, John Updike, Toni Morisson e Richard Ford. Il peggio che si possa dire (e si dice!) della letteratura americana è che l'unico romanzo veramente importante sia 'Le avventure di Huckleberry Finn' di Mark Twain.

Dopo il 1945 l'attenzione mondiale, per quanto riguarda l'arte, si spostò da Parigi a New York. Gli artisti che lasciarono un'Europa devastata dalla guerra portarono nella Grande Mela le ultime esperienze del Surrealismo e ispirarono un gruppo di giovani pittori americani, come Jackson Pollock e Mark Rothko, che crearono un nuovo stile pittorico, oggi chiamato Espressionismo astratto. L'inesorabile potere della televisione e della pubblicità stimolarono la nascita dello stile più puramente americano, la Pop Art. Sono ormai simboli d'America le immagini semplici e superficiali della Lattina di zuppa Campbell di Andy Warhol o le enormi tele di fumetti di Roy Lichtenstein. Andy Warhol fu uno dei primi artisti che diventò un simbolo della cultura pop e, con i suoi capelli bianchi e le pungenti dichiarazioni sulla celebrità, divenne più facilmente riconoscibile dei suoi stessi quadri. I pittori americani sono stati pionieri nei movimenti postmoderni, come il Neoespressionismo (i ritratti emotivi di Susan Rothenberg) o il Neoastrattismo (gli inquietanti giochi di prospettiva di Elizabeth Murray).

Quando si pensa alle città americane per prima cosa vengono in mente i grattacieli, testimonianza architettonica del potere del mercato e dell'ottimismo americano. Chicago è un museo di storia del grattacielo e non è necessario conoscere la tecnica della struttura in acciaio per rimanere affascinati dal Manhattan Building, dalle torri Sears e Tribune. Anche a New York ci sono giganti di tutto rispetto, come l'amatissimo Flatiron Building; l'albero di King Kong, l'Empire State Building; il Chrysler Building in stile Art Deco. Nonostante la grande metropoli e i vasti paesaggi urbani siano invenzioni americane, oggi molte città, soprattutto Detroit sono inferni di criminalità, dai quali la borghesia scappa per rifugiarsi nei tranquilli sobborghi.

Se da una parte le città tendono a uniformarsi nell'aspetto, le zone rurali mantengono peculiarità e differenze regionali; nel New England rimangono i clapboard, in California le Spanish Mission e in New Mexico gli adobe. A Los Angeles il XXI secolo è già arrivato nello stile creativo di qualche edificio, ma ci sono anche esempi di come la ricchezza e il cattivo gusto non dovrebbero mischiarsi con l'architettura.

Negli USA gli sport si sono sviluppati senza molti contatti con gli altri paesi e di conseguenza fra quelli più popolari alcuni sono autoctoni e poco praticati altrove, come il baseball, il football americano e il basket. Il successo dei Mondiali del 1994 ha ridato al calcio un po' di popolarità, in particolar modo tra i neoimmigrati, ma lo sport più amato dagli americani continua a essere l'hockey su ghiaccio. L'America metropolitana ha inventato anche attività che si possono praticare al chiuso, come l'aerobica, beach volley al chiuso, roccia al chiuso, tutti esempi di come i troppi soldi possano scontrarsi con una quantità di tempo libero sempre più ridotta.

La cucina americana standard viene servita dovunque in trattorie, tavole calde, bar, rosticcerie e ristoranti economici. L'insalata viene di solito proposta per prima, in diversi modi - italiana, francese, Thousand Island, blue cheese, ranch e così via. A seguire, una minestra oppure degli antipasti (starters o appetizers), come bucce di patata fritte con formaggio, ali di pollo alla griglia o pane all'aglio. Il piatto principale in genere è costituito da una delle decine di varianti che è possibile ottenere con un hamburger e un panino, di solito serviti con una montagna di patatine fritte; si possono avere anche patate al forno, schiacciate o hash browned (grattugiate e fritte). Altri piatti piuttosto comuni sono un mezzo pollo, in genere alla griglia e servito con salsa piccante; costine di maiale con salsa piccante; pesce, servito con la salsa tartara; bistecca, pollo o braciola di maiale al sugo; roast beef, tacchino o maiale arrosto serviti con sugo e/o salsa. Come dessert si possono provare la torta caramellata al cioccolato (fudge cake), le torte al formaggio, alle carote, alla samara e limetta, alle pesche e alle mele, il mud pie o la death by chocolate (morte di cioccolato).

Il caffè è molto più diffuso del tè e in genere si può scegliere tra normale e decaf (decaffeinato), con latte o panna o normale. Quando si ordina una cola viene chiesto se si preferisce una Coke (Coca Cola) o una Pepsi. Alcune bibite statunitensi sono poco note: la Dr Pepper è una specie di gassosa aromatizzata con la salsapariglia; la Mountain Dew (Rugiada di montagna) è un liquido giallo con molto zucchero e caffeina. Per avere una bibita con poche calorie e senza caffeina si può ordinare una club soda (cioè acqua di selz).

La birra venduta negli USA ha un contenuto alcolico inferiore rispetto a quella venduta nel resto del mondo. Tutti i bar hanno un'ampia scelta di superalcolici, sempre serviti con molto ghiaccio ('on the rocks') a meno che non li si chieda lisci ('straight up'). Il whisky statunitense (whiskey) è chiamato bourbon se è prodotto nel Kentucky, semplicemente whiskey se proviene da un altro stato. Se si vuole un whisky scozzese bisogna chiedere uno scotch.

Ambiente

Gli USA continentali occupano una grande parte del Nordamerica che si estende 'dal mare al mare brillante'; a nord confinano con il Canada, a sud con il Messico. L'Alaska si protende dal Canada nordoccidentale e le Hawaii sono nell'Oceano Pacifico a 4000 km dalla costa occidentale. Le principali catene montuose sono tre: gli Appalachi a est, le Montagne Rocciose a ovest e la Sierra Nevada tra California e Nevada. Abbondano risorse naturali e immense distese di terreno fertile.

La parte più densamente popolata è la costa atlantica, dove rimangono più forti le tracce della cultura europea, dove sorgono le più vecchie città degli USA come Boston, New York, Washington, Philadelphia e si sono svolti i fatti più salienti della storia del paese. La parte centrale della zona nordorientale è occupato dai Grandi Laghi (Superiore, Michigan, Huron, Erie, Ontario), più vasti della maggior parte dei paesi europei. Alcune città continentali del Midwest, come Chicago e Detroit, sono diventate porti di mare, grazie ai canali che collegano i laghi all'Oceano Atlantico.

Il centro del paese, bagnato dai fiumi Mississippi, Missouri e Ohio, è il granaio della nazione. A ovest, nella regione delle Grandi Pianure, si stendono i principali territori per il pascolo: è la terra dei cowboy, che però oggi non hanno più i fedeli destrieri, ma scalcagnati furgoncini. Nel sud-est il territorio è prevalentemente desertico, il clima e la terra impoverita mantengono una densità di popolazione piuttosto bassa. Attraversando la Sierra Nevada si arriva sulla costa occidentale, abitata dagli americani da soli 150 anni, ma da sempre proiettata verso il futuro.

Con una geografia così varia, gli USA hanno ovviamente diversi ecosistemi. La flora più imponente si trova nei sempreverdi della costa occidentale, dove ci sono le sequoie più vecchie del mondo. Negli stati orientali ci sono foreste di latifoglie, di aceri, di querce e di olmi, che in autunno esplodono in un tripudio di colori. I tre parchi nazionali più famosi sono: Yellowstone nelle Montagne Rocciose, Yosemite nella Sierra Nevada e il Grand Canyon in Arizona. Negli stati nord occidentali vivono ancora i più grandi mammiferi terrestri, come gli orsi bruni, i grizzly, gli alci e i cervi. Negli stati del sud si trova una fauna curiosa, primi fra tutti opossum e alligatori. Tra gli animali da evitare ricordiamo i serpenti a sonagli, gli orsi, i cinghiali e i coccodrilli.

Il clima è temperato in quasi tutti gli stati. In generale, più si va a sud più fa caldo, e più si va a nord più estreme sono le differenze stagionali. Gli inverni del nord-est e del Midwest settentrionale sono lunghi e gelidi, mentre in Florida (che ha un clima tropicale) e nel sud della California si può anche fare il bagno.

Precauzioni

Si raccomanda il rispetto di alcuni protocolli per la sicurezza, soprattutto se intendete viaggiare in aereo negli Stai Uniti: portate con voi documenti d'identità validi e aggiornati, confermate le prenotazioni, arrivate almeno un'ora prima dell'orario di partenza del volo per poter sottoporre il vostro bagaglio a tutti i controlli necessari. Qualunque sia il mezzo da voi scelto per attraversare il paese, prestate attenzione alle ultime notizie e siate sempre informati sugli eventi di questi nostri tempi così movimentati e interessanti.

Arrivare e trasporti

Come arrivare: Molti turisti arrivano negli USA con voli internazionali; la concorrenza e la grande offerta permettono quasi sempre di trovare biglietti molto convenienti. I principali aeroporti internazionali sono: Boston, New York, Washington, Miami, Chicago, Dallas-Fort Worth, Houston, Atlanta, Denver, Seattle, San Francisco e Los Angeles. Da questi aeroporti partono comode coincidenze per centinaia di destinazioni nazionali. Le mille e mille tasse di partenza e di arrivo dovrebbero essere incluse nel biglietto, ma se l'avete comprato fuori degli USA a volte non sono comprese le locali tasse aeroportuali. Al confine con Canada e Messico ci sono moltissimi valichi di frontiera.

Trasporti interni: Grazie all'alto numero di linee aeree nazionali e alla concorrenza spietata, viaggiare sulle rotte più frequentate a volte costa veramente poco; per le destinazioni meno richieste, invece, in alcuni casi si spende parecchio. Nonostante il ruolo fondamentale che le ferrovie hanno avuto nella storia degli USA, viaggiare in treno può essere particolarmente scomodo e poco pratico, realtà che si scontra fortemente con il mito americano della ferrovia. I prezzi dei biglietti non sono fissi, ma in generale prima si prenota, meno si spende. La rete degli autobus Greyhound è fitta e raggiunge, a prezzi accessibili, quasi tutte le destinazioni; viaggiare in autobus vi permetterà, inoltre, di conoscere gli unici 35 americani che non hanno la macchina.

L'America vive del mito dell'automobile, non è strano quindi che appena raggiunta l'età per prendere la patente tutti si comprino la macchina e la usino anche per spostarsi di pochi metri. Chiunque conosca i road movie americani, sa sicuramente che le highways non sono solamente un modo comodo per coprire lunghe distanze, ma sono soprattutto luoghi pieni di immagini mitiche. Viaggiare sulla Route 66, per esempio, non significa semplicemente spostarsi da Chicago a Los Angeles: si tratta piuttosto di un pellegrinaggio lungo la 'strada madre', che ha il potere di rappresentare e di evocare l'espansione verso ovest, gli esuli del Dust Bowl (la regione delle Grandi Pianure divenuta desertica negli anni '30) e ovviamente la voce di Nat King Cole.

L'onnipresenza delle automobili spesso si traduce nell'insufficienza dei trasporti pubblici, ma sappiate che gli americani, piuttosto rilassati o distratti nei confronti dei loro veicoli, lasciano tranquillamente le chiavi attaccate, dandovi la possibilità di prendere in prestito quattro ruote, quando vi trovate lontani da casa in un posto dove non ci sono autobus. Moltissime sono le agenzie di autonoleggio, che non costano neanche troppo, ma le più grosse noleggiano solamente a chi ha almeno 25 anni. Il sistema del drive-away (che non significa 'prendi la macchina e scappa') permette di non spendere, poiché si unisce l'esigenza di portare l'automobile in un posto lontano e il desiderio di qualcuno di andare nella stessa destinazione; quindi se bisogna consegnare l'auto nel posto in cui volete andare, vi danno l'assicurazione, le chiavi della macchina e la data fissa di consegna.

Nelle zone rurali i trasporti pubblici sono a volte quasi inesistenti, a causa dell'alto numero di auto private. Nelle grandi città, invece, ci si muove spesso con i mezzi pubblici, anzi, prendere la metropolitana a New York, o l'El a Chicago o ancora i cable car a San Francisco è un'imperdibile esperienza di vita americana, un po' come per il double-decker a Londra. Negli ultimi anni sta aumentando il numero di chi preferisce spostarsi in bicicletta, soprattutto nelle cittadine, dove le strade sono in buone condizioni, il fisico degli abitanti è prestante e gli automobilisti non guidano come pazzi. Camminare a piedi è considerato un'attività molto poco americana, a meno che non lo facciate sui sentieri tracciati dei parchi nazionali.

Mete principali

New York
Nessun'altra città è così presuntuosa da definirsi 'capitale del mondo', ma in fondo a nessun altra si confà tale titolo. New York è un denso ammasso di varia umanità - sette milioni di persone negli 800 kmq di Manhattan, soltanto una parte dell'enorme agglomerato urbano. Forse proprio perché vivono uno addosso all'altro, i Newyorkesi sono persone speciali. È difficile stabilire con esattezza che cosa fa vibrare la città, ma è sicuramente l'iperattivismo che richiama così tante persone. Essendo una città così radicata nell'inconscio collettivo, non è possibile consigliare di visitare questo o quel posto: ovunque andiate, avrete la sensazione di esserci già stati. Per il loro valore simbolico, non potete tralasciare la Statua della Libertà, l'Empire State Building, il Central Park e Times Square. Il Metropolitan Museum of Art è uno dei musei più importanti del mondo, il Museum of Modern Art viene subito dopo. Librerie, cibo e ristoranti, cinema e teatri, shopping, gente: non importa che cosa fate o dove andate, essere a New York è comunque un'esperienza unica.

San Francisco
San Francisco piace anche a chi detesta gli USA. Ha quella malizia e quella grazia completamente assenti a New York o a Los Angeles; ha quell'atmosfera chic unita alle più trasgressive innovazioni, che la rendono unica. È la patria dei movimenti alternativi: la Beat Generation, i figli dei fiori, le proteste studentesche e l'orgoglio gay sono nati e cresciuti a San Francisco. È una delle città più belle degli USA, con quelle viste mozzafiato offerte dalle ripide strade, con il panorama sulla Baia e sui ponti. È un mosaico, un coloratissimo mosaico, le cui tessere sono il quartiere latino-americano di Mission, quello gay di Castro, l'animata Chinatown, il vitale SoMa, l'hippie Haight Ashbury, e l'italiana North Beach. Il Fisherman's Wharf è la parte più turisticamente kitsch, da qui si parte per Alcatraz, mentre in Union Square si fa shopping di classe.

Los Angeles
Forse Los Angeles è un prodotto della sua stessa immaginazione. Nessuna città si studia e si compiace così tanto, nei film, nelle riviste patinate, nei programmi televisivi. Los Angeles è un mostro che non si lascia girare facilmente, è tutto un groviglio di autostrade e di infiniti sobborghi, nel quale chiunque non possieda un'automobile è considerato un menomato mentale. Questa è la città in cui è stato ideato, prodotto e impacchettato l'American Dream, e se non siete pronti ad accettarlo in toto, Los Angeles vi sembrerà zozza, irritante, pericolosa o semplicemente insignificante. Se volete calpestare le orme delle stelle e respirare l'aria magica del mondo dei divi, questo è il posto giusto. Gli chef sono dei semidei, e i vari nessuno si fanno pubblicità su cartelloni luccicanti. Tutto si ricollega al successo e alla celebrità: percorrete Rodeo Drive, camminate lungo Sunset Strip o in Hollywood Boulevard, mettetevi in mostra a Melrose o a Venice Beach, ammirate le ragazze a Malibu o andate a sbirciare dietro ai recinti delle villone di Beverly Hills. In nessun altro posto i parchi a tema li fanno bene come a Los Angeles: Disneyland è il capostipite di tutti, la sede degli Universal Studios è ormai un parco divertimenti. Se non ne potete più di sfarzo ostentato, immergetevi nella vita reale di Little Tokyo, di El Pueblo de Los Angeles o degli Huntington Gardens di Pasadena.

Miami
Vecchi grassoni in bermuda, accoltellamenti per la strada, intrighi cubani, trafficanti di droga, scarpe di tela indossate senza calze, onnipresenza di rosa e di fucsia - Miami non è niente di tutto questo. Nel disperato tentativo di ridarsi un'identità, Miami (in particolare South Beach) si è autodichiarata il 'posto più fantastico degli USA'. A riprova di ciò, si vantano del Deco District, il quartiere tutto case pastello restaurato di recente con una bella atmosfera, pieno di proposte artistiche e culturali, una sorta di alternativa a New York, ma sotto il sole. Ovviamente c'è Miami Beach, una splendida striscia di sabbia bianca lambita da acqua cristallina. Il centro nevralgico di questo neo-ritrovato protagonismo è Ocean Drive, racchiuso tra la spiaggia più ambita e una lunga serie di bar e caffè. Questo era il quartiere di Gianni Versace, e qui continuano ad aggirarsi sconsolati i suoi accoliti, che cercano conforto in un piatto di insalata. A Miami ci sono, inoltre, la più bella piscina del mondo, la Venetian Pool, uno degli zoo più belli del mondo e gruppi di vecchi cubani che giocano a domino nel Máximo Gómez Park. L'Holocaust Memorial, in netto contrasto con la frivolezza edonistica della città, è sicuramente il parco commemorativo di più alto livello che vi capiterà di vedere.

New Orleans
Se New York vi mette tensione, New Orleans potreste odiarla.
Alcuni però trovano che il fascino di questa città del sud è dato proprio da quell'aria un po' losca ed equivoca che la pervade. Con tutto il suo mistero vudù e l'atmosfera d'inizio secolo, New Orleans vi si avvinghierà al collo, ma forse vi lascerete soffocare con piacere. Tutti conoscono la tradizione festaiola, che culmina nel carnevale impregnato da orgiastica indulgenza, il Mardi Gras; la vita invece non si smorza mai in Bourbon Street. Non pensate che New Orleans non faccia per voi, solamente perché non volete confondervi nella folla e annegare in fiumi di alcool: gli estimatori di architettura storica si entusiasmeranno nel vecchi