Venezuela

Il Venezuela è un paese di incredibile bellezza naturale e di profondi contrasti: a ovest si ergono i picchi andini ammantati di neve, a sud si estendono le umide giungle amazzoniche, a est si eleva il tavolato della Gran Sabana con i suoi monti dalla forma particolare e infine 3000 chilometri di spiagge bianche orlate di palme occupano la costa caraibica.

Qui si trovano anche il lago di Maracaibo, il più grande del Sud America, l'Orinoco, il terzo fiume per lunghezza del continente e la cascata Salto Angel, la cui altezza non ha pari in tutto il mondo.

In Venezuela vivono anche centinaia di specie di piante esotiche e di animali tra cui il giaguaro, l'ocelot, il tapiro, l'armadillo, il formichiere e l'anaconda, il serpente più lungo del mondo.

A colpo d'occhio

Nome completo del paese
Repubblica del Venezuela

Superfice
912.050 kmq

Capitale
Caracas

Composizione etnica
67% meticci, 21% di discendenza europea, 10% di discendenza africana, 2% amerindi.

Vi sono approssimativamente 200.000 amerindi, ultimi discendenti di società primordiali basate sull'attività venatoria e sulla raccolta dei prodotti naturali

Lingua parlata
spagnolo (lingua ufficiale), oltre a più di 30 dialetti amerindi, per lo più utilizzati dalle minoranze etnico-linguistiche degli arawak, cariban e chibcha

Religione
96% cattolica, 2% protestante, 2% altre religioni

Economia

Settori/prodotti principale
petrolio, ferro, acciaio, alluminio, bauxite, materiali da costruzione, industria alimentare, tessuti, assemblaggio di autoveicoli, prodotti chimici, cereali, canna da zucchero, riso, banane, caffè, bovini, suini, pesce

Principale partner commerciali
USA, Brasile, Colombia, Italia, Spagna, Germania

Rischi sanitari
colera, dengue, epatite, malaria, febbre gialla, AIDS. La febbre gialla è presente in gran parte del Sud America, fatta eccezione per l'altopiano andino e la parte meridionale del continente. Si tratta di una malattia virale trasmessa dalla puntura di una zanzara (la Aedes in Africa e la Haemagogus in Sud America) e all'inizio si manifesta con febbre, cefalea, dolori addominali e vomito. La diagnosi è complessa e richiede l'intervento del medico. La vaccinazione offre una buona protezione per 10 anni ed è caldamente consigliata a chiunque abbia intenzione di recarsi nel continente sudamericano

Elettricita
110V

Fuso orario
quattro ore indietro rispetto al meridiano di Greenwich

Pesi e misure
sistema metrico decimale

Quando andare

In Venezuela la stagione turistica dura tutto l'anno e perciò, in teoria, ogni periodo è buono per visitare il paese. La stagione secca è comunque la migliore, nonostante alcune destinazioni turistiche, come ad esempio il famoso Salto Angel, siano più interessanti durante la stagione delle piogge.

Tenete anche in considerazione i periodi in cui i venezuelani vanno in vacanza. Essi non possono prescindere dal visitare i loro parenti durante le festività della Pasqua, durante il Carnevale (diversi giorni prima del Mercoledì delle ceneri) e la Settimana Santa (quella prima di Pasqua). In questi giorni dovrete pianificare in anticipo i vostri spostamenti e, probabilmente, faticare un po' di più per trovare dove dormire. In compenso questi periodi sono ricchi di vita e di colore.

Eventi e Manifestazioni

In Venezuela, la festa più importante e più variopinta è il Carnevale, che si celebra il lunedì e il martedì che precedono il Mercoledì delle ceneri. Caratterizzato da musica, balli, processioni e travestimenti, assume connotati diversi da regione a regione. Il carnevale che si festeggia nella città di Carúpano è rinomato in tutto il paese.

Essendo poi un paese fortemente improntato alla cultura cattolica, gran parte delle altre feste che si celebrano sono legate al calendario cristiano. Oltre alla Pasqua, al Natale e al Corpus Domini, ricorrenze assai popolari, si festeggiano numerosi santi durante tutto l'anno.

Sport e tempo libero

I quasi 40 parchi nazionali del Venezuela offrono la possibilità di effettuare escursioni di ogni tipo, da quelle più tranquille a quelle più dure nella giungla, dove non ci si dovrebbe avventurare senza un machete e un po' di conoscenza di quelli che sono i pericoli del luogo. Il Parco nazionale El Ávila, situato nella valle di Caracas, è probabilmente un buon punto di partenza; altre escursioni meno facili si possono effettuare a Guatopo, Terepaima e a San Esteban. La zona migliore è forse quella della Sierra Nevada de Merida, dove si possono compiere escursioni in mountain bike, fare trekking e alpinismo, noleggiando guide e attrezzatura. Merida è anche l'ideale per il deltaplano e il parapendio. La costa caraibica offre moltissime occasioni per fare snorkelling e immersioni, soprattutto a Tucacas. Gli speleologi dovrebbero visitare Cueva del Guócharo, il più interessante dei complessi di grotte presenti in Venezuela. Ci si arriva in 3 ore di autobus da Cumaná.

Storia

Ai tempi della conquista spagnola, in Venezuela vivevano almeno 500.000 indigeni appartenenti ai tre principali ceppi etnico-linguistici dei cariban, degli arawak e dei chibcha. Il paese, 'scoperto' da Cristoforo Colombo, fu così chiamato (letteralmente 'piccola Venezia') dall'esploratore Alonso de Ojeda l'anno successivo all'arrivo del navigatore genovese. Il primo insediamento spagnolo sul continente risale al 1521, presso la città di Cumaná.

Le tribù indigene lottarono con tutte le loro forze contro i tentativi di colonizzazione e di saccheggio da parte degli spagnoli e dei popoli germanici, i quali lasciarono una scia di sangue dietro di sé nel tentativo di inoltrarsi nella regione in cerca del mitico El Dorado. La resistenza delle popolazioni locali venne infine meno quando numerose comunità caddero vittime delle malattie portate dagli europei: il solo vaiolo uccise due terzi della popolazione della valle di Caracas.

Ciò nonostante, la mancanza di ricchezze suscettibili di immediata monetizzazione condusse le potenze coloniali a trascurare lo sviluppo del Venezuela e ciò produsse insoddisfazione e malcontento tra le classi sociali più agiate, di discendenza spagnola. I dominatori spagnoli vennero così cacciati dalla rivolta popolare guidata da Simón Bolívar, noto localmente col nome di 'El Libertador' che, aiutato da alcuni mercenari inglesi e da un gruppo di cavalieri provenienti da Los Llanos, conseguì una vittoria decisiva nella battaglia di Campo Carabobo, presso Valencia, nel 1821. Bolívar, già fautore dell'indipendenza della Colombia, continuò la sua missione aiutato dal fedele luogotenente Antonio José de Sucre e liberò poi l'Ecuador, il Perù e la Bolivia. Il suo sogno di una federazione chiamata Grande Colombia, destinata a unire Colombia, Venezuela e Ecuador, svanì con la sua morte nel 1830, quando il Venezuela si proclamò indipendente adottando una nuova costituzione.

Il periodo successivo all'indipendenza fu caratterizzato dal susseguirsi di dittature militari, colpi di stato e instabilità economica, finché la scoperta di enormi quantità di riserve petrolifere nella laguna di Maracaibo nel 1910 non portò un certo grado di ricchezza al paese. Alla fine degli anni '20, il Venezuela era divenuto il maggior esportatore di petrolio del mondo, ma ciò non migliorò di molto le condizioni sociali della gente comune. La diffusione della povertà e l'inesistenza di progetti governativi relativamente all'educazione e alla sanità condussero a una serie di rivolte popolari che portarono il Venezuela alle sue prime elezioni democratiche nel 1947.

Nonostante una certa stabilità politica acquisita di recente, la scena politica venezuelana continua a essere contraddistinta da scandali, corruzione e minacce di colpi di stato. La situazione economica del paese, messa a dura prova dal crollo del prezzo del petrolio nel 1988, rimane difficile. I severi provvedimenti riguardanti le speculazioni finanziarie e i diritti civili adottati nel 1994 da colui che ai tempi era il presidente della repubblica, Caldera, hanno dato impulso alle rivendicazioni della corrente politica liberale, ma solo nel 1996 l'opinione pubblica si è schierata apertamente contro di lui. Le drastiche misure avevano lo scopo di riportare sotto controllo l'inflazione galoppante e l'allarmante diminuzione del potere di acquisto della moneta locale, ma l'establishment politico e la burocrazia hanno resistito a questi tentativi di cambiamento. Resta da vedere se la cultura economica venezuelana, profondamente tradizionale e anacronistica, è in grado di aprirsi a una classe sociale in ascesa, quella della gente di colore.

Nel dicembre 1998, i venezuelani, ormai stanchi dell'inefficienza governativa, hanno eletto democraticamente alla presidenza del paese Hugo Chávez, candidato di matrice populista, con il più alto margine di voti a favore degli ultimi 40 anni. Appena sei anni prima lo stesso Chávez aveva tentato un colpo di stato contro il governo in carica e aveva trascorso 2 anni in prigione. Chávez è stato rieletto per un mandato di sei anni, anche questa volta con un ampio margine, nel 2000.

Nella primavera del 2002 il colpo di stato dell'11 aprile e il suo repentino rovesciamento hanno messo in subbuglio il paese. I guai sono cominciati l'11 aprile, quando un terrorista ha aperto il fuoco contro i dimostranti dell'opposizione, uccidendo 16 persone. I militari poi hanno arrestato Chavez il 12 aprile, chiedendo che presentasse le dimissioni. Il presidente ad interim Pedro Carmona, presidente della Confindustria venezuelana, nel frattempo è stato immediatamente insediato al potere e ha cominciato da subito a prendere drastici e impopolari provvedimenti come quello di sciogliere l'Assemblea Nazionale, di abolire tutte le riforme di Chavez e di aumentare del 15% le esportazioni di petrolio verso gli Stati Uniti. Il Venezuela è il quarto esportatore di petrolio del mondo e la rendita del petrolio costituisce l'80% delle entrate che il paese ricava dalle sue esportazioni.

Ma mentre migliaia di persone si riversavano nelle strade per insorgere contro il colpo di stato, domandavano il ripristino della presidenza di Chavez e occupavano molte stazioni televisive che non avevano dato nessuna notizia della rivolta e delle manifestazioni, il presidente provvisorio Carmona, perso il supporto militare e viste le violente proteste per le strade nelle quali persero la vita 25 persone, diede le dimissioni. E così, il 14 aprile, Chavez, dopo esser stato arrestato e imprigionato dai militari, ha ripreso il suo incarico presidenziale al palazzo di Miraflores nella capitale Caracas appellandosi, in una diretta televisiva, alla calma di tutti i venezuelani. E ha promesso anche di non rivalersi sulle violenze che gli erano state inflitte. Ha dichiarato inoltre di esser pronto a "rettificare qualunque cosa io abbia da rettificare ", auspicando di fare da ponte fra le profonde divisioni del suo paese. L'opposizione a Chavez era venuta soprattutto dai detentori del potere economico-finanziario che gestisce il commercio del petrolio e dalle classi agiate di questa nazione. Chavez aveva conservato però la sua popolarità con i poveri del Venezuela, che lo consideravano il loro campione malgrado il suo governo sempre più autoritario.

Giunti alla sesta settimana consecutiva di sciopero generale contro il presidente, il 13 gennaio 2003 sostenitori e oppositori di Chavez si sono fronteggiati nelle strade a Maracaibo e nell'isola caraibica di Margarita, dopo gli scontri che il 4 gennaio avevano provocato, a Caracas, due morti per colpi d'arma da fuoco e decine di feriti a causa di lanci di pietre e di bottiglie. Gli oppositori hanno accusato Chavez di non avere più il controllo del paese, dopo averlo condotto sull'orlo della bancarotta, e avrebbero voluto destituire il presidente mediante un referendum programmato per febbraio. Ma Chavez ha ribadito che, secondo la Costituzione, questa consultazione avrebbe potuto essere effettuata solo a metà mandato e, pertanto, non prima del 19 agosto.

Lo sciopero generale ha avuto serie ripercussioni sull'industria petrolifera, la scarsità di benzina è stata contenuta dall'arrivo di navi provenienti da Stati Uniti, Russia, Trinidad e Tobago.

Chavez ha proposto al presidente brasiliano da Silva la creazione, fondendo le rispettive compagnie statali, di una compagnia petrolifera unica per Venezuela, Brasile, Bolivia e Ecuador, per poter competere con le grosse compagnie statunitensi ed europee.

Il 1° ottobre 2003 il Consiglio nazionale elettorale ha convalidato la richiesta necessaria a far partire l'iter referendario per la revoca del presidente Chavez. Per ottenerla è necessario il consenso di 2,4 milioni di persone, pari al 20% dell'elettorato. Il partito del presidente, Movimento Quinta Repubblica, ha replicato richiedendo la revoca dei mandati di 38 deputati, 7 governatori regionali e del sindaco di Caracas, tutti membri dell'opposizione.

Cultura

Il cattolicesimo è di gran lunga la religione più diffusa in Venezuela ed è stata adottata dalla maggior parte delle popolazioni indigene - solo quelli che vivono nelle zone più isolate del paese continuano a praticare antichi culti tribali. Vi è una presenza significativa di protestanti, il cui numero continua ad aumentare proprio grazie ai numerosi cattolici che hanno deciso di convertirsi. Nella regione nordoccidentale del Venezuela prospera una setta panteista di dubbia trasparenza, nota come il culto di María Lionza, che combina credenze indigene risalenti a tempi anteriori alla conquista spagnola, riti vudù africani e pratiche religiose di matrice cristiana.

Lo spagnolo, parlato da quasi tutti i venezuelani, convive con almeno 25 dialetti locali ancora vivi presso le tribù che abitano le zone più remote del paese. Alcune persone parlano anche l'inglese, soprattutto nei centri urbani.

In Venezuela, l'interesse per tutte le forme di arte visiva e manuale è grande; forse però, ciò che contraddistingue maggiormente questa terra è la musica, un insieme variopinto di ritmi e suoni europei, africani e indigeni. La popolarità del teatro è in ascesa e la scena letteraria è particolarmente attiva, soprattutto tra le generazioni più giovani.

La cucina venezuelana è varia e ricca di specialità regionali. Chiamati collettivamente comida criolla, i piatti e gli spuntini più tipici sono: l' 'arepa', la 'cachapa', l' 'hallaca', l' 'hervido', il 'lechón', il 'mondongo', il 'muchaco', il 'pabellón criollo' e il 'sancocho'. L'arepa è una piccola frittella di mais servita come contorno di alcuni piatti.

Più spesso viene preparata come un vero e proprio spuntino e farcita con diversi tipi di ripieno: formaggio, carne di manzo, polpo, gamberetti, salsiccia, uova, insalata, avocado o qualsiasi altro ingrediente. Nella regione andina esiste l'arepa de trigo, una variante a base di farina di grano. La cachapa è una frittella rotonda di granturco fresco, di solito servita con formaggio e/o prosciutto. La hallaca è carne di maiale, manzo e/o pollo a pezzi con verdure e olive, il tutto contenuto in una pasta di mais avvolta in foglie di banano e cotta al vapore; è particolarmente popolare a Natale. Si chiama hervido una ricca minestra fatta con carne di manzo o di pollo, patate, carote e altre verdure locali. Il lechón è il maialino da latte farcito con carne di maiale, riso e legumi e arrostito allo spiedo. Il mondongo è trippa stagionata e cotta nel brodo con mais, patate, carote e altre verdure. Il muchacho è arrosto di manzo servito con una salsa. Lo stufato di verdure con pesce, manzo o pollo si chiama sancocho, mentre il piatto nazionale del Venezuela è il pabellón criollo, portata unica che consiste in pezzi di manzo, riso, fagioli neri, formaggio e tajada (plantano maturo fritto).

Una bevanda tipica degli altipiani andini che si serve calda è il 'calentado', che si prepara con 'miche' (liquore fatto con la canna da zucchero e aromatizzato con l'anice) e latte, addolciti con 'papelón' (liquore fatto con la canna da zucchero e aromatizzato con l'anice) e lasciati riposare con erbe.

Ambiente

Il Venezuela si estende lungo la costa settentrionale del Sud America, a nord del Brasile tra la Colombia e la Guyana. La regione sudorientale è caratterizzata dalla presenza del Massiccio della Guayana e un'altra porzione del paese, pari al 30%, è occupata dall'ampia pianura erbosa dei Llanos, resi fertili dall'Orinoco, il terzo fiume più lungo del Sud America. Il lago di maggiori dimensioni di tutto il continente, il lago di Maracaibo, si trova nella parte nordoccidentale del paese ed è circondato da terre basse, in parte paludose e in parte coltivate. A sud del lago si ergono le propaggini settentrionali delle Ande, qui conosciute come la Cordillera de Los Andes, che raggiungono l'altitudine di 5007 m al Pico Bolívar. Gli umidi pascoli sulle montagne, noti come páramos, ospitano alcune delle specie vegetali più sorprendenti del Venezuela. Altre piante particolarmente interessanti si possono osservare sui tepuis (montagne dalla cima piatta) nella regione sudorientale del paese, nei dintorni di Roraima.

Il clima venezuelano è in prevalenza tropicale, fatta eccezione per una zona calda e temperata lungo la costa caraibica. L'escursione termica è limitata (a Caracas la temperatura oscilla tra i 18° e i 20° mentre a Maracaibo tra i 17° e i 29°) e così le zone climatiche del paese si distinguono in base alle precipitazioni piuttosto che alle differenze di temperatura. La regione costiera settentrionale è caratterizzata da un clima relativamente secco, nonostante le precipitazioni aumentino man mano che si procede verso est in direzione dei Llanos e del Massiccio della Guayana (in entrambe le zone il livello medio annuale è pari a 150 cm). La stagione secca (chiamata 'verano') va da dicembre ad aprile, mentre la stagione delle piogge ('invierno') copre la parte restante dell'anno. Nella regione amazzonica non si può individuare una stagione arida, dal momento che le precipitazioni annuali superano i 200 cm senza distinzione di periodo. La stagione migliore per visitare il Venezuela è quella secca, soprattutto per chi ha intenzione di effettuare escursioni a piedi.

Precauzioni

Parallelamente all'avvio dell'iter per la revoca di Chavez, mediante referendum (richiesta convalidata il 1° ottobre 2003), sono prevedibili dimostrazioni a Caracas e nel resto del Venezuela. Si consiglia pertanto di evitare assembramenti e manifestazioni.

Nelle zone più remote del paese al confine con la Colombia, Zulia, Tachira, Apure e nella regione amazzonica sono diffusi preoccupanti fenomeni di criminalità (rapine e sequestri di persona a scopo di estorsione), e di terrorismo compiuti dai narcotrafficanti.

 

Arrivare e trasporti

Come arrivare: Vi sono innumerevoli voli per Caracas

È possibile arrivare via mare dagli Stati Uniti, dove ci si imbarca su una nave cargo da uno dei tanti porti del Golfo del Messico. Come alternativa, è in funzione un servizio di traghetti con le Piccole Antille (quelli con le Antille Olandesi sono stati invece soppressi).

Via terra, si può arrivare in Venezuela dalla Colombia e dal Brasile ma non dalla Guyana. Quei viaggiatori intenzionati a passare il confine con la Colombia a El Amparo de Apure-Arauca o a Puerto Paez-Puerto Carreño dovrebbero consultare la loro ambasciata per conoscere il grado di sicurezza di queste due zone, entrambe assai pericolose. Infatti, a partire dal marzo 1995, su entrambi i lati sono stati aumentati dimostrativamente i contingenti militari per via di attacchi di guerriglieri colombiani alle truppe di frontiera venezuelane.

Trasporti interni: La linea aerea venezuelana più importante collega 24 città all'interno del paese. Vi sono poi una mezza dozzina di linee aeree minori che servono altre zone.

La mancanza di ferrovie fa sì che l'autobus sia il mezzo di trasporto principale attraverso gran parte del Venezuela; i servizi sono solitamente rapidi, efficienti e confortevoli. Dalla stazione centrale di Caracas partono frequentemente autobus per ogni località del paese e i prezzi sono piuttosto bassi data la concorrenza tra le diverse compagnie.

Guidare un'automobile o una motocicletta garantisce maggiore flessibilità ma ricordatevi che è costoso tanto entrare in Venezuela con un'auto quanto affittarne una direttamente lì. Oltre a ciò, i guidatori locali raramente rispettano il codice della strada e quindi la faccenda potrebbe farsi pericolosa. I posti di blocco della guardia nazionale e della polizia sono numerosi e pertanto bisogna seguire le istruzioni e prepararsi a perquisizioni e a trafile burocratiche. Siate gentili e obbedienti: in passato non si è esitato a sparare a chi faceva resistenza.

Tra i trasporti locali vi sono anche gli autobus urbani, affollati ma a buon prezzo, e i taxi collettivi, anch'essi una buona soluzione economica. Caracas è dotata di un servizio di metropolitana efficiente e poco costoso.

Mete principali

Caracas
Situata in una pittoresca vallata vicino alla costa settentrionale, la capitale del Venezuela è una metropoli brulicante di più di tre milioni e mezzo di abitanti, includendo l'area metropolitana. Città in rapido sviluppo, progressista e cosmopolita, ha perduto quasi del tutto le sue radici coloniali per indirizzarsi verso un aspetto 'nordamericano', tanto che vanta alcuni degli esempi di architettura moderna più arditi dell'intero Sud America. Caracas è però anche caratterizzata dai ranchos, estese bidonville di lamiera e di cartone che occupano le colline circostanti, testimoniando l'immigrazione incontrollata avvenuta nel dopoguerra.

Tra le principali attrattive turistiche ricordiamo la Plaza Bolívar, con la cattedrale del XVII secolo; la Casa Natal de Bolívar, luogo di nascita di Simón Bolívar; il monumentale Palacio de Miraflores in cui visse uno dei passati leader del paese, Joaquin Crespo; il Panteon Nacional, mausoleo in cui sono sepolti alcuni dei cittadini venezuelani più importanti; il quartiere di Petares, che ha mantenuto la sua impronta coloniale; il Parque Central, affollato e moderno come la capitale che lo ospita.

Gran parte degli alberghi a buon mercato si trova nei quartieri malfamati, la cui sicurezza, specialmente di notte, è naturalmente assai dubbia. Con ogni probabilità, il posto migliore è il Sabana Grande. State sempre attenti, perché le aggressioni e i reati minori sono in aumento.

La vita notturna si concentra nei quartieri di Las Mercedes, El Rosal, La Floresta e La Castellana. Potete anche bere una birra al Greenwich Pub o ascoltare jazz al Juan Sebastián Bar, uno dei migliori della città.

Río Orinoco
Terzo per lunghezza in Sud America, l'Orinoco nasce vicino al confine con il Brasile nella parte meridionale del Venezuela e scorre per 2150 km fino all'ampio delta paludoso sulla costa nordorientale del paese. I numerosi isolotti coperti di foreste che costituiscono il delta sono abitati dai Warao, una tribù che vive su palafitte nei pressi delle rive del fiume, si sposta per lo più in canoa e trae il proprio sostentamento dalla pesca. Nella regione del Basso Orinoco è situata Ciudad Bolívar (una volta nota come Angostura), una città afosa che vanta un passato glorioso e mantiene ancora gran parte del proprio fascino coloniale. Qui Simón Bolívar progettò l'ultima fase della guerra di indipendenza e qui venne istituita la prima capitale del paese prima della liberazione dal dominio spagnolo.

Coloro che visitano Ciudad Bolívar sono di solito diretti a Canaima, una cittadina che gode di una posizione spettacolare, essendo sorta lungo il Rio Carrao proprio al di sotto di una magnifica serie di cascate. Lì vicino, originato da un affluente, c'è il Salto Angel, la cascata più alta del mondo, le cui acque si gettano nel vuoto da un'altezza di 807 metri (16 volte l'altezza delle Cascate del Niagara). Continuando in direzione sud-est, si incontra il meraviglioso paesaggio del tavolato della Gran Sabana, con i suoi tepuis e simas (depressioni nel terreno coperte di vegetazione e delimitate da pareti scoscese, la cui larghezza può raggiungere i 350 metri).

Le Ande venezuelane
Le verdeggianti montagne della Sierra Nevada de Merida costituiscono l'estremità settentrionale della catena delle Ande e si trovano nella parte nord del paese. Costellate di piccoli villaggi i cui abitanti conducono ancora uno stile di vita tradizionale, esse sono percorse da sentieri che conducono a vedute panoramiche spettacolari su picchi innevati, che soddisfano anche il viaggiatore più esigente. La città di Merida, la cui atmosfera piacevole e rilassata la rende una delle mete turistiche preferite del Venezuela, si trova a soli 12 km dalla montagna più alta del paese, il Pico Bolívar.

La costa caraibica
La costa nordorientale è il posto giusto per dedicarsi ad attività quali lo snorkelling, le immersioni, la pesca d'altura, la vela o semplicemente l'abbronzatura. Qui le spiagge del Venezuela offrono veramente il massimo: ampie distese di sabbia bianca bagnate da acque turchesi e orlate di palme da cocco. La Isla Margarita, distante 40 km dalla terraferma, è assai popolare tra gli amanti della vita da spiaggia ed è anche una delle destinazioni turistiche preferite dai venezuelani. E' facilmente raggiungibile mediante i traghetti che partono da Cumaná e da Puerto La Cruz.

Coro
Situata sulla costa caraibica nella parte inferiore della penisola di Paraguaná, Coro è una città tranquilla, piacevole e con un'interessante vita culturale, nota soprattutto per avere alcuni dei migliori esempi di architettura coloniale di tutto il Venezuela. Fondata nel 1527, essa fu uno dei primi insediamenti europei sul continente; ciononostante, le opere architettoniche più interessanti risalgono al XVIII secolo, quando Coro agì come centro di contrabbando in combutta con le isole di Curaçao e Bonaire. Il centro storico venne dichiarato monumento nazionale negli anni 1950 e diversi palazzi sono già stati restaurati. Tra le principali attrattive vi sono la Calle Zamora, stupenda stradina pavimentata a ciottoli, su cui sono state costruite ville lussuose e poi la Cattedrale e il Museo de arte de Coro.

La giungla amazzonica
La regione amazzonica si estende nella parte meridionale del Venezuela ed è coperta da una fitta foresta tropicale attraversata da innumerevoli corsi d'acqua e popolata da un mosaico di isolate comunità indigene. Si possono organizzare escursioni lungo l'Orinoco, il Sipapo, l'Autana e altri fiumi nonché nel profondo della giungla informandosi presso la città di Puerto Ayacucho, afosa ma accogliente.

Mete alternative

Colonia Tovar
Sperduta tra le foreste della Cordillera de la Costa, all'incirca 60 km a ovest di Caracas, c'è la curiosa cittadina di montagna di Colonia Tovar. Fondata nel 1843 da un gruppo di coloni tedeschi, essa è rimasta al riparo da influenze esterne per quasi un secolo: la mancanza di strade impediva le comunicazioni e i rigidi costumi sociali legavano gli abitanti a un rapporto esclusivo con la loro cultura (ad esempio, il matrimonio veniva proibito se contratto con un non appartenente alla comunità). La lingua spagnola venne introdotta solo negli anni 1940 e una strada asfaltata venne costruita solo nel 1963. Oggi Colonia Tovar è una cittadina incantevole che fonda il proprio benessere sulla vendita di beni alimentari e manufatti ed ha l'aspetto di un borgo tedesco. Gran parte degli antichi edifici è ancora in piedi e il cibo, in particolare il pane e le salsicce, continua a essere preparato secondo vecchie ricette tedesche.

Roraima
Attraverso i confini del Venezuela, della Guyana e del Brasile si estende un altopiano di 280 kmq noto come Roraima, la cui popolarità tra crescendo tra i viaggiatori amanti del trekking e della botanica. Il viaggio dura cinque giorni e gli ultimi due sarete obbligati a viaggiare con una guida. Nonostante l'escursione comporti l'essere sottoposti ad abbondanti precipitazioni, la scalata dell'altopiano è davvero interessante e una volta arrivati in cima si ammira un panorama che sembra uscire da un sogno fantastico, con rocce nere, spiagge rosa e specie vegetali incredibili.

Salto Aponguao
Una delle cascate più spettacolari e fotogeniche presenti sul tavolato della Gran Sabana è il Salto Aponguao, che può essere complicato raggiungere. Per arrivarci si può deviare dalla strada statale e percorrere 40 km di strada sterrata fino al villaggio indio di Iboribó. Qui si può pagare uno dei locali per farsi portare in curiara (piroga) attraverso il Rio Aponguao e poi in mezz'ora giungere alle cascate. Un'altra possibilità è di arrivarci direttamente in barca e ritornare a piedi. Qualsiasi soluzione scegliate, la cascata è spettacolare e l'acqua precipita da un'altezza di 105 m. Un sentiero segnalato conduce ai piedi della cascata dove si può fare il bagno e nuotare nei laghetti naturali che vi si formano. Vicino c'è anche un posto ideale per pernottare, da cui si gode un eccellente vista del Salto Apoguano e della zona circostante.