Ernest Miller Hemingway
La Breve Vita Felice di Francis Mancomber

Hemingway, in questo racconto, descrive la maturazione e la morte precoce del personaggio principale: Francis Mancomber.

Egli vive una triste vita: tradito dalla moglie che lui ama, giudicato un codardo da tutti quelli che lo conoscono e amato solo per il denaro da lui posseduto; ma, nonostante tutto ciò, egli riesce a maturare e a cambiare il proprio modo di fare, di pensare e di agire, da tutte queste considerazioni possiamo dedurre che il protagonista sia un personaggio dinamico.

La moglie di Mancomber, Margaret, disprezza tutto ciò che riguarda suo marito e dopo l’infelice prima battuta di caccia il suo disprezzo aumenta in modo vertiginoso; è una donna bellissima, che rimane sposata a Francis solo per i possedimenti di quest’ultimo. In tutta la narrazione, il narratore fa notare, attraverso i pensieri di un personaggio, come lei cerchi di far notare i suoi sentimenti maligni al marito e come non si preoccupi, con macabra scaltrezza dei suoi numerosi tradimenti.

Il terzo personaggio rappresenta, in un certo senso, il pensiero del narratore; Hemingway, infatti, riporta molto di frequente i pensieri del cacciatore Robert Wilson. Anch’egli è un personaggio dinamico, cambia, infatti, il suo pensiero nei confronti del protagonista dall’inizio alla fine della narrazione: se, infatti, al principio non riusciva a sopportare il signor Mancomber fino al punto di voler rinunciare al suo lavoro, al termine provava ammirazione per il cambiamento di carattere dell’uomo.

Tutti e tre i personaggi vengono principalmente presentati secondo un punto di vista fisico, il narratore, però, con gli aggettivi sapientemente utilizzati in queste brevi descrizioni, fa capire al lettore il suo pensiero sul personaggio, possiamo notare tutto ciò, specialmente nella descrizione fisica che ci viene fatta del protagonista ERA UN UOMO BEN FATTO SE TI PIACEVANO QUELLE OSSA TROPPO LUNGHE, oppure, poche righe dopo, AVEVA APPENA DIMOSTRATO, DAVANTI A TUTTI DI ESSERE UN CODARDO... l’inciso dell’ultima osservazione ci fa capire che la cosa che ha dato più fastidio, specialmente alla moglie, è stato il fatto di avere fatto una brutta figura davanti a tutti.

Anche questo racconto contiene le figure di Propp: la rottura dell'equilibrio iniziale, anche se dubito che in quella coppia ci fosse stato mai dell’equilibrio, si ha quando, proprio all’inizio, il protagonista sfugge alla vista di un leone, causando il disprezzo della moglie e la derisione da parte dei servi del terzetto; la prova che viene proposta al signor Mancomber dalla moglie è quella di trovare il coraggio di uccidere un animale feroce come aveva dimostrato di saper fare il cacciatore che li accompagnava, quando però il protagonista riesce nella sua impresa e riesce a far maturare anche il suo carattere, la moglie, spaventata da un possibile abbandono e quindi la perdita di tutti i privilegi di cui aveva potuto godere, si ribella uccidendo il marito, qui si ha naturalmente la drammatica conclusione.

Il racconto, che incomincia in medias res, tratta vari e importanti temi dell’epoca: il primo che si può notare è l’importanza che aveva il denaro in quel periodo, e credo sia anche il più visibile nel comportamento dell’anti-eroina della vicenda: Margaret Mancomber; è questa la definizione che si può dare a questo personaggio perché lei è l’unica a non avere risvolti positivi nel carattere che, anzi, va sempre peggiorando in malignità.

Il tema dell’amore per il denaro si può collegare anche al tema della scarsità di valori morali nella borghesia degli anni che Hemingway descrive.

Il testo presenta, dato il suo insolito inizio, alcuni excursus narrativi, come quando il narratore racconta la prima triste avventura di caccia del protagonista che, proprio in questa occasione, si rovina le ferie; si può quindi tranquillamente osservare che la fabula e l’intreccio di questo racconto non coincidono a causa dei flashback del narratore.

Il lessico utilizzato nella stesura del brano è estremamente semplice e, anche la costruzione dei periodi lo è, dato l’ampio uso di frasi coordinate.

Hemingway, nel brano fa largo uso di sequenze dialogate, che riducono al minimo l’intervento del narratore e fanno apparire il testo come scritto da se.