Miguel de Cervantes
Don Chisciotte della Mancia

Titolo originale: El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha

Data di composizione: 1602 (stando a ciò che l’autore dice nel Prologo)

Data di pubblicazione: La prima parte del romanzo fu pubblicata a Madrid nel 1605 e divisa in 52 capitoli; la seconda parte, invece, fu pubblicata nel 1615 e divisa in 74 capitoli.

Narratore: Il narratore è lo stesso autore. Egli è esterno alla storia ma con facoltà di giudizio.
Ci sono alcuni elementi, che aiutano a tracciare un profilo del narratore; si può scorgere la fisionomia di quest’ultimo dietro il travestimento della signora Duchessa, con la quale Sancio avrà interessanti conversazioni.

Punto di vista: E’ a focalizzazione zero

Destinatario: E’ l’uomo comune imprigionato nella realtà e nei mali della società, il quale non riesce a trovare un equilibrio morale.

Referente: E’ la vita e la società dello stesso autore, che vive in un’età di crisi e di violenza, molto simile alla nostra, piena di confusione e squilibri, che portano, sempre più frequentemente, a soluzioni estreme o a contraddizioni per gli individui più vigili.

La struttura del testo

Interventi diretti del narratore: Sono presenti interventi diretti del narratore lungo tutto il racconto; egli utilizza la prima persona.

“…senza che io te lo giuri puoi credermi che questo libro, come figlio dell’intelletto…”

“ Quando io sentii dire “Dulcinea del Toboso” rimasi sospeso e senza fiato, perché mi resi subito conto che quelli scartafacci contenevano la storia di don Chisciotte.”

Apostrofi al lettore: Sono presenti in maniera rilevante all’interno del testo

“Lettore mio, che non hai nulla di meglio da fare…”

“Vi dirò dunque, che nel cortile della nostra prigione…”

“Con che impazienza, per Dio, starai ora aspettando, lettore illustre, o magari anche plebeo, questo prologo, credendo di trovare in esso polemiche…”

Parti narrative:

“Non parve cattiva al barbiere l’idea del curato; gli parve anzi così buona che cominciarono subito a metterla in atto. Chiesero alla locandiera una gonna e delle cuffie, e le lasciarono in pegno una sottana ancora nuova del curato.”

Parti descrittive:

“E non avevano camminato un quarto di lega quando all’incrocio d’un sentiero videro venire verso di loro un gruppo di sei pastori, vestiti di nere pelli e con in capo ghirlande di cipresso e di amaro oleandro. E uno di essi aveva in mano un grosso bastone di agrifoglio. Venivano con loro anche due gentiluomini a cavallo, in eleganti abiti da viaggio, con tre servi che li accompagnavano a piedi. ”

Discorsi dei personaggi

Discorso diretto:

“- Non ce n’è bisogno - rispose il barbiere, :- son capace pure io di portarli in cortile o nel camino, dove per l’appunto c’è un bellissimo camino-”

“- Che il diavolo mi porti- disse a questo punto Sancio fra sé – se questo mio padrone non è un tologo; e se non lo è, gli assomiglia come un uovo a un altro uovo.-”

Discorso indiretto:

“Don Chisciotte domandò cos’è che avevano sentito dire su Marcella e Crisostomo.

E il viaggiatore disse che quella mattina all’alba avevano incontrato quei pastori e avendoli veduti in quei lugubri abiti, avevano chiesto per qual motivo andassero così vestiti…”

Discorso indiretto libero:

“...e scambiando questa chimera, che s’era fabbricata lui stesso, per cosa certa e reale, cominciò a preoccuparsi e a pensare al repentaglio in cui sarebbe venuta a trovarsi la sua castità, e giurò in cuor suo di non commettere infedeltà alla sua signora Dulcinea del Toboso…”

Lungo tutto il racconto prevalgono i discorsi diretti e quelli indiretti liberi

Intreccio e fabula

Il rapporto fabula-intreccio coincide, infatti l’ordine temporale è cronologico.

Si possono distinguere due tipi di intrecci: quello delle narrazioni, che deriva dai romanzi cavallereschi e quello degli autori; infatti nel romanzo, Cervantes inventa sia il protagonista Don Chisciotte, sia un altro autore arabo, Cide Hamete, che utilizzerà come fonte; ciò gli permetterà di sdoppiarsi divenendo lungo il corso del racconto sia autore che critico circa le affermazioni della fonte.

La partizione operata dall’autore sul testo è in capitoli.

Divisione in sequenze

Un signorotto di campagna, dopo aver letto alcuni romanzi cavallereschi, decide di difendere gli ideali più alti (giustizia, pace, ecc.), facendosi armare cavaliere da un oste, ribattezzando il suo ronzino con il nome di Ronzinante e scegliendo come dama da amare per sempre la contadina Aldonza Lorenzo, il cui nome viene mutato in Dulcinea del Toboso.

Don Chisciotte (il suo nome da cavaliere) inizia le sue imprese ( lotta contro i mulini, cade vittima dei mulattieri e di un oste,. Viene preso a sassate da alcuni pastori, ecc.), ma non fa altro che peggiorare la situazione ovunque egli vada.

Riportato a casa e guarito, dopo essere stato picchiato a sangue da alcuni mercanti, riparte con uno scudiero, Sancio Panza, un contadino del paese, al quale promette fortuna e un’isola da governare.

I due intraprendono nuove avventure, spesso “stravolte ed esasperate” dall’eccessiva immaginazione del cavaliere, che li allontana dalla realtà.

Termina la prima parte del romanzo con il ritorno a casa dei due protagonisti, con l’aiuto del curato e del barbiere.

Dopo un breve periodo di riposo, don Chisciotte riparte con Sancio Panza verso nuove avventure.

I due giungono al castello di un duca e di una duchessa, che venuti a conoscenza delle loro comiche gesta, si prendono gioco di loro (nominano fra l’altro Sancio, che ormai si è impossessato dei meccanismi mentali e folli del padrone, governatore dell’isola di Baratteria).

Ripreso il cammino, arrivano a Barcellona dove il cav. della Bianca Luna (il loro amico Carrasco), sfida don Chisciotte e lo vince. Carrasco gli ordina di tornare al suo paese ed egli, fedele alle regole della cavalleria, esegue gli ordini.

Tornato nella terra natale, don Chisciotte si ammala e, per le fatiche provate e per l’impossibilità di non poter perseguire i propri ideali, muore. Egli, prima di morire, torna in possesso delle sue facoltà mentali e rinnega tutte quelle letture cavalleresche , che l’avevano portato alla pazzia.

I personaggi

Sono presentati direttamente dal narratore attraverso alcuni tocchi descrittivi

Sono caratterizzati da elementi fisiognomici:

“L’età del nostro cavaliere sfiorava i cinquant’anni; era di corporatura vigorosa, secco, col viso asciutto.”

“Portava il viso coperto d’un velo nero trasparente, da cui s’intravedeva una lunghissima barba, bianca come la neve.”

Sono caratterizzati da elementi psicologici:

“…che non mi ricordo bene ora per dov’è che corresti allora, innamorato e geloso.”

“Immaginò subito che una donzella della Duchessa si fosse innamorata di lui, e che l’onestà la costringesse a tener segreta la sua passione…”

Sono caratterizzati da elementi sociali:

“… lì un cavaliere cristiano valoroso e discreto.”

“Per Dio, come ce l’aveva con queste signore un gentiluomo del mio paese.”

Sono caratterizzati da elementi culturali:

“…qui una bellissima dama, virtuosa, intelligente e riservata.”

Personaggi principali: Don Chisciotte (protagonista), Sancio Panza, Dulcinea, oste, curato, barbiere, Carrasco, duca e duchessa.

Personaggi secondari: Tutti quelli che il cavaliere incontra lungo i suoi viaggi (i caprai, la pastora Marcella, Dorotea, Camaccio, Basilio, il cav. degli Specchi, il cav. del Bosco, il cav. dal Verde Gabbano, Mastro Pietro, ecc.)

Indicazioni spazio-temporali

Le descrizioni spaziali no sono molto ampie e particolareggiate; in quanto l’autore bada soprattutto alla descrizione delle vicende..

Le vicende si svolgono in Spagna.

L’autore non ci fornisce una data precisa sull’inizio della vicenda, ma possiamo intuire da alcune coordinate di carattere storico (il declino della Spagna dopo Carlo V e Filippo II), che ci troviamo verso la fine del Cinquecento.

I tempi sono molto lenti lungo tutto il racconto, quasi a voler evidenziare maggiormente le vicende, di cui è protagonista don Chisciotte.

Tema e concezione del mondo: Il tema principale è la follia e la delusione che l’uomo subisce di fronte alla realtà, la quale annulla l’immaginazione, la fantasia, le proprie aspettative, la realizzazione di un progetto di esistenza con cui l’uomo si identifica.

Lingua e stile

Registro stilistico: Medio con presenza di alcuni termini di origine spagnola (hidalgo, pedrenales, ecc.). Si può notare comunque un’opposizione dei diversi registri stilistici sia nei discorsi di Don Chisciotte, sia nel parlato di Sancio Panza.

Genere: Romanzo-saggio

Figure retoriche: Domanda retorica: “E che forse i miei libri sono eretici o flemmatici, che li vuol bruciare?”; metonimia: “decidemmo quindi di metterci nelle mani di Dio”; apostrofe: “Venivo a te, o valoroso Rocco…”; iperbole: “…e premendosi con le code aumentarono il loro dolore, cosicchè, dando mille sgroppate…”; prolessi: “…il viso non me lo farò toccare…”

Testo e contesto

Nell’ambito della produzione dello stesso autore: Don Chisciotte della Mancia rientra nei canoni tematici dell’autore, che tende a descrivere in maniera dettagliata la sua avventura personale, che ritroviamo anche in “Rinconete e Cortadillo”, scritto dopo essere entrato in contatto con il mondo della malavita”.

Nell’ambito delle condizioni biografiche che l’hanno prodotto: Il romanzo di Cervantes rientra anche in quest’ambito in quanto l’autore ha preso come punto di riferimento la società di fine Cinquecento, in cui vi era una crisi di valori ed uno sviluppo sempre maggiore del capitalismo, e ne ha colto gli aspetti comuni anche alla nostra società.

Nell’ambito del sistema di produzione e diffusione dell’opera letteraria: Il romanzo è destinato ad un pubblico borghese, che conosce i problemi della società e le cause che determinano questi.

Il Don Chisciotte nasce in Spagna proprio perché, qui nel Cinquecento, si scopre il realismo in un ambiente sociale degradato, e il romanzo di Cervantes rientra proprio nei canoni dei romanzi picareschi diffusi in quel periodo.

Nell’ambito di una precisa tradizione letteraria: Il romanzo rispecchia la tendenza cinquecentesca a preferire il genere picaresco, che esaltava il realismo della società e la materia cavalleresca (utilizzata in questo caso con intenti parodistici); esso, proprio per quest’ultimo punto, riprende il modello dell’Orlando Furioso di Ariosto, più volte citato ed imitato dallo scrittore spagnolo.

Nel contesto storico e culturale: Il Don Chisciotte è scritto sullo sfondo della crisi spagnola, avvenuta fra il 1598 ed il 1620, e si colloca nell’area culturale del Manierismo, periodo di mezzo fra il Rinascimento maturo e il Barocco.