Umberto Eco
Il Nome della Rosa

Composizione e pubblicazione dell'opera

L'autore afferma nella prefazione di "aver avuto fra le mani il 16 agosto 1968 un libro dovuto alla penna di un certo abate Vallet".

Questo libro conteneva la storia, o meglio le memorie di un monaco tedesco, Adso da Melk.

Spinto dalla curiosità di verificare l'attendibilità del manoscritto, Eco cominciò a cercare prove concrete di questo racconto nell'abbazia di Melk e in molte altre nella Francia meridionale e nell'Italia settentrionale ,non trovando però mai nulla d’interessante.

Riuscì poi a trovare, addirittura in Brasile, un testo che citava appunto il manoscritto di Adso da Melk. Facendo leva solo su questo, Eco pubblica, nella traduzione italiana, il manoscritto di Adso, peraltro già tradotto nel XIX secolo in francese dall'abate Vallet.

Personaggi

Voce narrante è Adso da Melk che all'epoca delle vicende è un giovane novizio francescano affidato alle cure di Guglielmo da Baskerville.

E' Guglielmo il vero protagonista, anche se bisogna notare come tutta la vicenda ruoti attorno alla biblioteca, labirintico simbolo della pericolosità di una cultura staccata dalla fede e dell'eccessiva curiosità (nel cuore della biblioteca sono custoditi alcuni testi considerati pericolosi, tra i quali il testo aristotelico sulla commedia che in realtà noi non possediamo più).

Guglielmo è un frate francescano che gode di una certa fama per quanto riguarda la sua abilità nel risolvere misteri e svelare quesiti incredibilmente complessi

Egli verrà incaricato dall'abate di svolgere delle indagini sulla morte di alcuni frati dell'abbazia e alla fine svelerà il mistero che si cela dietro ad un libro che uccide, o per il quale qualcuno è disposto ad uccidere. Signore della biblioteca è un vecchissimo monaco cieco, il venerabile Jorge, responsabile per molto tempo della biblioteca e confessore di tutti i monaci del monastero.

Non meno importanti sono i frati che vivono all'interno delle mura sacre e che tra una preghiera e un ufficio, assistono sbigottiti ai delitti che si consumano tra loro; i più ricorrenti sono Remigio da Varagine, cellario del monastero ed ex eretico dolciniano, Salvatore che si può considerare relativamente umano e che desta subito i sospetti di Guglielmo per il suo strano modo di parlare una lingua che non esiste, ma che è un concentrato di tutte le lingue parlate nella cristianità. Adelmo, il giovane miniaturista che si uccide vinto dal rimorso di un peccato consumato con Berengario, vice bibliotecario che a sua volta verrà trovato cadavere. Ultimo personaggio in ordine di comparizione è l'inquisitore Bernardo Gui, espressione di un modo ormai superato di intendere la fede, ben lontano dall'apertura illuministica di Guglielmo.

Trama

Nel prologo, Adso, il narratore, giovane novizio francescano si presenta, dà informazioni sul periodo storico della sua giovinezza, e infine descrive la figura di Guglielmo da Baskerville (il dotto francescano a cui era stato affidato per l’educazione) impegnato, nel novembre 1327, in una difficile missione, placare i contrasti che oppongono, il nome della povertà della chiesa, i francescani minorati ai fedeli del papa, Giovanni XXII, in un periodo in cui dilagano i movimenti ereticali. Mentre si avvicinano all’abbazia, Guglielmo dà già prova della sua capacità di osservazione: fa ritrovare infatti il cavallo dell' abate,sfuggito ai monaci, limitandosi a decifrare i segni lasciati nella fuga. Nell' abbazia, Adso e Guglielmo visitano i luoghi più significativi, e in particolare lo scriptorium (dove vengono copiati e illustrati i manoscritti antichi), e la biblioteca (dalla struttura labirintica, accessibile al solo bibliotecario), e fanno la conoscenza con quelli che saranno i protagonisti delle imminenti vicende: l' abate, Ubertino da Casale, l' erborista Severino, il bibliotecario Malacchia, alcuni giovani traduttori e scribi, il cellario Remigio, addetto alle provviste, il servo Salvatore, e infine un vecchio monaco cieco, Jorge da Burgos (ex bibliotecario), che si presenta polemizzando sul riso e sulla giocondità. Ma soprattutto vengono a sapere della recentissima e misteriosa morte del giovane Adelmo da Otranto, espertissimo minatore; Guglielmo è incaricato di indagare le cause.

Il secondo giorno si apre con un efferato delitto: dall' orchio dove è raccolto il sangue dei maiali spunta un cadavere, presto identificato come quello di Venazio famoso per essere un sapiente “ di cose greche”. Guglielmo indaga anche sulla nuova morte e, interrogando Bencio da Upsala e Berengario da Arundel, viene a sapere delle accese discussioni nello scriptorium a proposito di libri (e in particolare del secondo libro della poetica di Aristotele perduto fin dal antichità), e dei comportamenti peccaminosi dei giovani monaci. L' attenzione di Guglielmo si rivolge sempre più alla biblioteca, e alla sua struttura; saputo di un passaggio segreto, vi accede con Adso la notte stessa. Entrati nell' labirinto i due rischiano però di perdersi.

Il terzo giorno si apre con la scomparsa di Berengario. Mentre lo si cerca inutilmente, Adso ha modo di conoscere “ il grande fiume ereticale“, e, da Ubertino apprende la storia di fra Dolcino, il capo carismatico dell’Eresia. Entrato da solo in Biblioteca il novizio ne fugge spaventato, ma per incontrare nella grande cucina dell' abbazia una splendida fanciulla, una ragazza del villaggio, che lo conquista. É Guglielmo a ritirarlo, in piena notte, mentre la fanciulla é scomparsa. Adso conferma il suo peccato, ma gli eventi sovrastano : proprio una sua parola spinge Guglielmo ai bagni, dove scopre, in una vasca piena d' acqua, il corpo di Berengario. Il quarto giorno é dominato dall' orrore per l' annegato; ma Guglielmo, dopo un attento esame del cadavere propende, con l'erborista Severino, per un avvelenamento. Mentre si scoprono i legami con gli eretici di Remigio e di Salvatore, arrivano all' abbazia i rappresentanti del papa “ la santa inquisizione “ . Guglielmo non rinuncia a cercare nel labirinto, ma ancora non ne ricava niente, e Salvatore é sorpreso con la ragazza amata da Adso subito imprigionata come strega.

L´attenzione, nel quinto giorno, sembra essere sopratutto polarizzata dalle due delegazioni e dai loro dibattiti sulla povertà di Gesú e sul potere temporale della Chiesa; ma un nuovo delitto riporta ogni interesse ai misteri dell' abbazia.
Dopo aver parlato a Guglielmo di uno strano libro, Severino viene scoperto con la testa spaccata. Trovato al suo fianco, il cellario é accusato dell' assassinio, nonostante la sua protestata innocenza; la giustizia nell' abbazia é ormai amministrata dai legati del papa.

Al mattino del sesto giorno stramazza al suolo il bibliotecario Malachia: è la quinta morte misteriosa. Guglielmo si accorge che, come la lingua di Berengario, anche i polpastrelli delle prime tre dita della mano destra di Malachia sono scuri: è il segno del veleno. Decide dunque di non desistere dalle ricerche (nonostante il diverso parere dell' abate e dei legati papali) e di allargare le indagini al passato dell' abbazia e sopratutto agli ex bibliotecari. Scopre infine il segreto per entrare nella parte più nascosta del labirinto, là dove i misteri possono sciogliersi.
Nella notte tra il sesto e il settimo giorno Guglielmo e Adso ritornano nella biblioteca. Mentre vi arrivano sentono una persona agitarsi moribonda in un chiuso budello dentro la parete, ormai in preda a soffocamento (il sesto morto si rivelerà poi essere proprio l' abate). Nel punto più interno del labirinto trovano invece il vecchio Jorge da Burgos. Il mistero si svela: in biblioteca è conservato il secondo libro della Poetica di Aristotale, ma Jorge lo ha sempre tenuto nascosto, impedendone assolutamente la lettura. Il libro, dedicato al riso, avrebbe “ potuto insegnare che liberarsi della paura del diavolo è sapienza “. Per questo il vecchio ne aveva cosparso le pagine di un potente veleno. Jorge è ora sconfitto, ma non si dà per vinto. Tenta di distruggere il prezioso volume inghiottendone le pagine avvelenate (sarà il settimo morto) e nella mischia che segue appicca il fuoco alla biblioteca.
Il romanzo si conclude con un Ultimo Folio: informa che l' intera abbazia, in le fiamme si sono estese, arse per tre giorni e tre notti . Ma Adso e Guglielmo hanno già ripreso la loro strada, e presto si separeranno per mai più rivedersi.

Fabula e intreccio

Fabula e intreccio non coincidono mai, dal momento che l'intero romanzo è un racconto a posteriori. Adso infatti scrive, da anziano, le sue memorie giovanili, quand'egli era ancora novizio.

Narratore e focalizzazione

Il narratore, Adso da Melk, si può definire "onnisciente" in quanto, pur essendo presente nella storia come personaggio, ha già vissuto gli eventi che descrive dal momento che li ricorda. Il narratore è inoltre di primo grado, poiché non lascerà mai a nessun altro personaggio il compito di narrare gli eventi. Di conseguenza, la focalizzazione è interna, in quanto il narratore è allo stesso tempo colui che parla e colui che vede, quindi tutti gli avvenimenti e le situazioni vengono analizzate secondo il punto di vista dell'Adso diciottenne. A tal proposito, è interessante rilevare lo sdoppiamento dell'io:in alcuni punti, infatti, si nota che l'Adso diciottenne non riesce a spiegarsi dei comportamenti e delle azioni che al contrario l'Adso ottantenne che le comprende.

Livello spaziale e temporale

L'intrigo abita in una abbazia dell'Italia settentrionale, di cui l'autore però tace sia il nome che la precisa ubicazione. Gli eventi accadono durante l'ultima settimana del novembre 1327: tempo della storia e tempo del racconto però non coincidono. Il tempo della storia si articola in sette giorni, e la narrazione di questi è suddivisa in varie ore secondo il giorno liturgico benedettino. Il tempo del racconto, invece, non è meglio precisato, dal momento che Adso scrive quando "giunto al finire della sua vita di peccatore, mentre canuto se ne esce" desidera lasciare testimonianza del suo passato.

Tecniche narrative

Tutto il romanzo si presenta come un grande "flashback", infatti Adso, monaco ottantenne ricorda le sue terribili esperienze di quand'era soltanto un novizio. Solo in qualche caso interviene con la tecnica del "flash-forward", anticipando avvenimenti che accadranno nel futuro. Il genere narrativo si può inquadrare fra il giallo poliziesco e la cronaca medievale.