PRIMO LEVI


Nasce nel 1919 a Torino, dove trascorre l'infanzia e la prima giovinezza e dove ha vissuto con la propria famiglia, da Cesare e da Ester Luzzati che si erano sposati nel 1917, di discendenza ebraica: gli antenati provenivano dalla Spagna e dalla Provenza.

Nel 1921 nasce la sorella Anna Maria, cui resterà legatissimo per tutta la vita.

Nel 1934 si iscrive al primo anno di liceo presso il ginnasio liceo D'Azeglio di Torino. Nel 1941 presso l'Università di Torino, si laurea in chimica.

Per ragioni di lavoro, nel 1942 è costretto a trasferirsi a Milano.

Nel 1943 si rifugia sulle montagne sopra Aosta, unendosi ad altri partigiani, però viene quasi subito catturato dalla milizia fascista e un anno dopo internato nel campo di concentramento di Fossoli e successivamente deportato ad Auschwitz dal quale, forse grazie alla sua specializzazione, è riuscito a sopravvivere.

Viene liberato il 27 Gennaio 1945 in occasione dell'arrivo dei Russi al campo di BunaMonowitz, anche se il suo rimpatrio avverrà solo nell'ottobre.

Ritornato in Italia, ha iniziato a scrivere quello che è il suo romanzo più famoso: ”Se questo è un uomo”, pubblicato nel 1947, in cui testimonia le infamie dei campi di concentramento nazisti dove si faceva di tutto per distruggere la dignità di un uomo.

Nel 1963 pubblica il suo secondo libro "La tregua" col quale vince il premio Campiello. Altre opere da lui composte sono: una raccolta di racconti dal titolo Storie naturali”, con il quale gli viene conferito il Premio Bagutta;
una seconda raccolta di racconti “Vizio di forma”;

una nuova raccolta ”Il sistema periodico”, con cui gli viene assegnato il Premio Prato per la “Resistenza”;
una raccolta di poesie “L'osteria di Brema”;
La chiave a stella;
La ricerca delle radici;
Antologia personale;
Se non ora quando con il quale vince il Premio Campiello per la seconda volta e infine nel 1986 “I Sommersi e i Salvati”.

Muore suicida l'11 Aprile 1987.