Tema
Incontro tra vent’anni con un compagno di classe

Con passo lento e deciso mi avvio alla solita banca dove lavoro da ormai più di tre anni.

Mi appresto a incontrare le solite facce che chiedono un prestito, un prelievo o altre cose di questo genere; insomma, una giornata come le altre.

Dopo circa due ore passate a battere sul computer mi si presenta davanti a me un signore distinto, con la 24 ore e un lungo cappotto nero che gli arriva fino ai piedi: non lo avevo mai visto prima d’ora.

Dopo averlo fissato con attenzione gli dico:
"C’è qualcosa che posso fare per lei?"
e il signore con aria altezzosa mi risponde: "Sì, mi può trasferire questo conto dalla mia vecchia banca a questa?"

"Sì gli dico, "mi dia il libretto che glielo faccio subito".
Apro il libretto e con molto stupore leggo il nome...

"No! non è possibile, non può essere lui!!" penso fra me e me.

Rileggo più volte quel nome: c’è proprio scritto Davide Morgon!!!
Il mio vecchio compagno di asilo, elementari e medie!!

"Davide!!!" urlo,
"Si, che c’è ? "mi risponde,
"non ti ricordi", continuo io,
"Elementari, 5°A, medie, 3°A" "Stefano!!", urla Davide felice,
"Si, sono io, come sei cambiato!!"dico,
"Eh, anche tu non scherzi" mi dice in modo sarcastico.

"Stasera", gli dico, "vieni a casa mia a cena, ti farò conoscere mia moglie e i miei tre figli, alle 19.30, mi raccomando" ,
"Ok, porterò anch’io moglie e figli."

Alle 19.31, si sente suonare il campanello: din don, din don.

"Ehi, è lui, non fatemi fare brutte figure", dico ai miei figli.

Vado ad aprire la porta e a presentazioni avvenute ci sediamo a tavola dove iniziamo a parlare un po’ di noi, Davide è diventato un affermato avvocato, con moglie e ben quattro figli!!

Chi l’avrebbe mai detto, il “nano” con quattro figli.

Io gli dico che sono diventato un banchiere, dopo essere stato un ingegnere informatico.

Insieme ricordiamo i bei momenti passati insieme: la gita di Bibbona, quella di Camogli e quella di Asiago.

Mi racconta anche che è stato in America per diversi anni, quello che è sempre stato il suo sogno.

Beh, siamo già nel 2040, chi lo avrebbe mai detto che ci saremmo ritrovati proprio a vent’anni di distanza? Io no di certo.

Piano piano arrivano le 2 di notte, e Davide è costretto a partire,
"Addio", mi sussurra in un orecchio,
io rimango stupito e gli dico: "Perché addio?"

"Domani parto", mi dice lui, "per non tornare più, vado a Orlando a trascorrere il resto della mia vita".

Ci abbracciamo e lo vedo scomparire silenzioso come quando è entrato nella porta della banca, quella mattina, 22 novembre 2040………