Verga
I Malavoglia

Analisi del Testo

Romanzo verista che con “Mastro don Gesualdo” e altri tre progettati ma mai scritti avrebbe dovuto far parte del “Ciclo dei Vinti” nel quale Verga voleva rappresentare i desideri che spingevano molti uomini a mutare stato, a ostinarsi a voler migliorare le proprie condizioni di vita.

 DIVERSITA’ DA ALTRI ROMANZI  

E’ presente una prefazione dell’autore nella quale viene esposto il fine ultimo dell’opera e viene presentato il ciclo, mai ultimato, dei “Vinti”. 

Il racconto viene definito “studio sincero e spassionato del come devono nascere e svilupparsi nelle più umili condizioni le prime irrequietudini del benessere”.

Questo meccanismo, continua Verga, “è preso qui alle sue sorgenti nelle proporzioni più modeste” per essere osservato con maggiore precisione.

Nei Malavoglia viene rappresentata solo lotta per i bisogni materiali, ma gli altri romanzi del ciclo avrebbero dovuto assumere via via toni più alti.

I personaggi sono sempre “ vinti, che la corrente ha deposto sulla riva dopo averli travolti e annegati ”.

 TRAMA

Il romanzo racconta la storia di una famiglia di pescatori che vive e lavora ad Aci Trezza, un piccolo paese vicino Catania.

La famiglia è nota e rispettata da tutti e poteva considerarsi economicamente agiata grazie soprattutto ai proventi ricavati dalla pesca con la barca chiamata la “Provvidenza”.

La catena delle disgrazie inizia con l’acquisto a credito di un carico di lupini da trasportare in barca. Purtroppo una tempesta fa affondare la nave.

Muore così Bastiano figlio del capo famiglia Padron Ntoni, marito di Maruzza e padre di cinque figli:’Ntoni, Mena, Lia, Luca, Alessi.

Tutti cominciano ad arrabattarsi per saldare il debito dei lupini affondati con la barca, ma presto durante il servizio militare di leva nella battaglia di Lissa muore Luca.

Distrutti dai dispiaceri, i Malavoglia non riescono a saldare il debito e così viene tolta loro la casa di famiglia, detta la  “Casa del nespolo”. Ormai tutto il paese vede di malocchio i Malavoglia che cercano in tutti i modi lavorare per ottenere i denari per maritare le figlie e per riacquistare la Casa del Nespolo.

A moltiplicare le fatiche arriva il colera che si porta via la Longa.

Patron Ntoni resta così solo con Alessi e ‘Ntoni a sostenere i nipoti orfani del padre e della madre. Ntoni ribellandosi alle condizioni dei vinti prende una cattiva strada che lo porta a cinque anni di prigione, causando prima la pazzia , poi la morte del nonno e la fuga della sorellina Lia.

Da ultimo resta così Alessi che, dopo essersi sposato, con l’aiuto della sorella Mena ricompra la Casa del Nespolo e tenta di ricostruire l’onore distrutto dei Malavoglia.

 NARRATORE

E’ onnisciente, conosce tutti i fatti e spesso li anticipa, come la morte del giovane Luca.  Si limita a raccontare le azioni senza esprimere giudizi personali. Sembra un narratore popolare che condivide il modo di comportarsi, i pregiudizi, la mentalità, la cultura del mondo di cui parla, anche perché i luoghi del romanzo sono gli stessi nativi dell’autore. Il punto di vista è esterno.

 PROTAGONISTA

Può essere considerata l’intera famiglia dei Malavoglia, presentata direttamente dal narratore all’inizio del romanzo. Come per tutti gli altri personaggi non c’è presentazione fisica, quasi a significare che tutte le persone che vivono in queste pagine possono essere considerati  dei tipi. Il narratore non si fa mai portavoce dei pensieri dei personaggi, ma li lascia parlare liberamente.

La famiglia viene paragonata alle dita della mano: padron Ntoni era il “patriarca”, sapeva molti proverbi simbolo della saggezza popolare, Bastianazzo definito “ grande e grosso”, La Longa (Maruzza) era la buona massaia e poi seguivano i figli: ‘Ntoni che si ribellerà ai destino dei vinti, Luca più giudizioso, Mena che lavorava e tesseva sempre tanto da essere soprannominata “Sant’Agata”, Alessi che rappresenta la fiducia nel futuro ed infine la piccola Lia.

Questi personaggi sono la personificazione tipologica della famiglia di pescatori sconvolta dalle disgrazie ma che cerca sempre di andare avanti a testa alta; il loro spessore psicologico è dato dalle loro stesse parole attraverso il discorso diretto libero.

Padron ‘Ntoni: è il capofamiglia, il più anziano. È un uomo caparbio che non rinuncia mai a fare il suo dovere.

Amante del mare e quindi del suo mestiere di pescatore. Inizialmente il narratore non descrive in modo dettagliato il personaggio, dice solo che è un vecchi curvo, ma in seguito, quando si ammala, lo descrive con maggiore attenzione, come se attraverso la descrizione fisica emergesse anche il profilo psicologico e affettivo.

Padron ‘Ntoni  non si oppone alla società del suo tempo, né la subisce, la rispetta, con tutte le sue credenze e tradizioni.

Il suo animo sereno nel primo capitolo va cambiando attraverso le disgrazie che dovrà affrontare. Negli ultimi capitoli troviamo un uomo stanco della vita, che, ormai giunto ad una età avanzata, non aspetta che la morte.

Bastianazzo: è il figlio di Padron ‘Ntoni, è un uomo di buon cuore e lavoratore. Muore ancora giovane in mare durante una tempesta.

Maruzza (la Longa): è la moglie di Bastianazzo. Si dà da fare per contribuire al bilancio familiare.

La sua serenità svanisce con la morte prematura del marito, e poi del figlio Luca. Il dolore per le numerose perdite la invecchia precocemente. La sua vita viene spezzata da una grave malattia: il colera.

Ntoni: è il figlio maggiore di Bastianazzo e Maruzza. È un ragazzo giudizioso, anche se a volte troppo impulsivo.

Col passare degli anni, la sua voglia di lavorare diventa sempre minore, si ribella alla sua condizione di miseria e povertà, in un modo insolito: smette di lavorare e va a cercare guai all’osteria.

Questa vita lo porterà a scontare cinque anni di galera. Dopo essere stato rilasciato, lascia il paese d’origine.

Mena: è una figlia giudiziosa e riservata.

È soprannominata Sant’Agata per il suo assiduo lavoro al telaio.

Dopo la morte della madre sa educare la sorella minore Lia e mandare avanti la casa.

Le disgrazie e i dispiaceri la invecchiano assai precocemente: a soli ventisei anni le sembra già di essere vecchia.

È molto influenzata dalla società del suo tempo, infatti decide di non sposarsi con Alfio Mosca, di cui era innamorata, perché questo avrebbe riportato sulla bocca di tutti la triste sorte della sorella.

Luca: “un vero Malavoglia”, giudizioso e di buon cuore, come il padre, muore prematuramente in guerra.

Alessi: è un bravo ragazzo, si dà da fare per tirare su la famiglia dopo la morte del nonno, del padre, della madre  e la “fuga” di ‘Ntoni . Riesce a riscattare la casa del Nespolo e ricostruisce la famiglia dei Malavoglia. Sposa una brava ragazza, Nunziata.

Lia: La più piccola della famiglia Malavoglia. Finisce sulle bocche di tutti dopo il processo del fratello, e per questo lascia Aci Trezza. Nessuno avrà più sue notizie. Solo Alfio Mosca sa la verità.

 ALTRI PERSONAGGI

Il “secondo protagonista” del romanzo è l’intero paese, composto da personaggi uniti da una stessa cultura ma divisi da antiche rivalità, tipi che parlano e si confondono tra loro creando un effetto corale che nei primi capitoli quasi disorienta il lettore.

La Santuzza, l’ostessa che simboleggia l’inganno, don Michele, il brigadiere corrotto, don Silvestro, il segretario che gestisce come una marionetta il sindaco, Alfio Mosca, il carrettiere rassegnato al suo destino di lavoratore, Campana di Legno, un ricco e avaro signore sono alcuni tra i più importanti.

Al contrario di ciò che si può pensare anche l’asino di Alfio Mosca ha un’importanza nell’economia del romanzo. Questo animale è il simbolo dei vinti, dei poveri che devono soltanto lavorare per guadagnare una miseria: “Carne d’asino - borbottava ‘Ntoni - ecco cosa siamo! Carne da lavoro!”.

 TEMPO

Le vicende durano circa otto o nove anni ( Alfio Mosca nel quindicesimo capitolo dice che erano passati otto anni da quando aveva lasciato Aci Trezza), mentre il tempo del racconto non è omogeneo.

Sono frequenti le ellissi e spesso vengono narrate intere giornate. Il ritmo è quindi abbastanza accelerato, frammentario e solo in alcuni punti viene rallentato da piccole riflessioni e descrizioni. L’elemento dominante è la scena e in questi punti tempo del racconto e tempo della storia coincidono.

Sono praticamente assenti flashback e anticipazioni. Le indicazioni temporali sono solamente quelle legate alle feste liturgiche e all’alternarsi delle stagioni, elementi tipici che caratterizzano lo scorrere del tempo nella cultura contadina.

 LUOGHI

L’intero romanzo è ambientato ad Aci Trezza, piccolo paese vicino Catania. Il paesino è solo il contenitore delle vicende caratterizzato da luoghi tipici: la piazza, luogo dei pettegolezzi, l’osteria dei perdigiorno e luogo di sotterfugi, la casa come nido domestico. Il mare e il cielo coi suoi “Tre re” sono presenze vive e palpabili che osservano distanti e pacifici le vicissitudini dei personaggi.

 STILE

Il romanzo crea l’illusione che a parlare sia il mondo raccontato.

Verga applica la formula verista, filtra il racconto attraverso i pensieri e i discorsi dei personaggi; questa viene definita la tecnica del “discorso rivissuto” che dà come conseguenza un effetto di vivacità.

Dice lo stesso Verga per giustificare il suo oggettivismo: “Chi osserva questo spettacolo non ha diritto di giudicarlo; è già molto se riesce a trarsi un istante fuori del campo della lotta per studiarla senza passione e rendere la scena nettamente coi colori adatti, tale da dare la rappresentazione della realtà come è stato o come avrebbe dovuto essere”.

 CONTESTO

Il contesto è culturale. Dato che si tratta di un romanzo verista, Verga coglie la realtà del suo tempo, perciò punta sulla cultura e sul modo di pensare dei pescatori.

Tra le righe del romanzo si legge la presenza forte, occulta, ma soprattutto nemica dello Stato, incombente sul piccolo mondo dei pescatori col suo servizio di leva, le sue imposte, la sua iniqua giustizia.

TEMA E SIGNIFICATI

Come abbiamo già sottolineato e come lo stesso Verga ci dice nella prefazione, la tematica affrontata è quella della lotta per i bisogni fondamentali dell’uomo, la tematica del lavoro e della fatica incessante per ottenere risultati distrutti poi dalle disgrazie, la tematica dei vinti.

Vari possono essere gli spunti carichi di significati metaforici: l’asino di Alfio Mosca, la Provvidenza che affonda può forse simboleggiare la mancanza di fiducia in Dio, il destino dei vinti è simile a quello dei forzati perché non possono evadere la miseria, il ruolo della donna segregata in casa al telaio, il matrimonio visto come vero e proprio affare.