Le Comete

Le Comete

Le comete sono uno dei fenomeni celesti più affascinanti che da sempre ha suscitato l'interesse dell'uomo.

Le loro saltuarie apparizioni, tra gli antichi, sono state caricate di significati astrologici spesso funesti. 

In realtà le comete sono dei piccoli frammenti di roccia e ghiaccio con un diametro variabile tra il chilometro e i 100 chilometri.

Questi oggetti descrivono delle orbite fortemente eccentriche intorno al Sole, compiendo una rivoluzione in periodi estremamente lunghi - anche di secoli - percorrendo perciò distanze enormi.

Quando si avvicinano al Sole, il ghiaccio si scioglie e forma delle nubi gassose che si spargono anche per milioni di chilometri: la cometa si "accende" e lo spettacolo celeste comincia.

La scia in parte è causata dall'illuminazione del Sole, in parte brilla di luce propria per l'effetto dei gas ionizzati che ne fanno una sorta di gigantesco neon.

La coda è spinta dal vento solare, infatti, quando la cometa si avvicina al nostro astro, segue il nucleo, mentre quando se ne allontana lo precede. 

Poiché il nucleo delle comete contiene carbonio e ghiaccio è stato ipotizzato che possano contenere dei fossili di vita extraterrestre, anche se non ci sono mai state conferme.

L'astronomo Fred Hoyle, tuttavia, è uno dei più convinti sostenitori di questa tesi e crede anzi che la nascita della vita non sia avvenuta sulla Terra, ma sia un evento che avviene spontaneamente nelle regioni interstellari e che proprio attraverso le comete viaggi per lo spazio. 

Da dove vengono le comete

Sembra che la formazione e l'origine delle comete sia da ricercarsi nella nube di Oort, dal nome dello scienziato olandese che per primo ha ipotizzato l'esistenza di questa zona.

Qui sono concentrati centinaia di miliardi di grumi di polvere e di ghiaccio, forse un residuo della materia che ha dato origine al sistema solare, forse materia interstellare attratta dal campo gravitazionale della nostra stella.

Probabilmente è qui che si formano le comete, piccoli corpi celesti che vengono catturati dall'orbita del Sole e, quando si sono avvicinate sufficientemente, si "accendono". 

La cometa di Halley

Un tempo si pensava che le comete fossero fugaci apparizioni celesti di oggetti che seguivano traiettorie lineari.

Fu l'astronomo Halley il primo che, nel 1682, ammirando la cometa che in seguito da lui prese il nome, comprese che seguiva un'orbita ellittica. In questo modo intuì che in realtà l'apparizione di questi corpi doveva essere ciclica e cominciò a raccogliere le testimonianze del passato sino a identificare la sua cometa con un'altra apparsa 76 anni prima.

Fatti i dovuti calcoli, fece la previsione di un successivo passaggio della cometa dopo altri 76 anni. Non sopravvisse a questo appuntamento, ma le sue teorie si dimostrarono esatte.

La cometa di Halley è riapparsa nei nostri cieli nel 1986. Poiché questo evento è ormai prevedibile, ad aspettarla c'erano alcune sonde per studiarla e fotografarla. Tra queste, la sonda Giotto è quella che è riuscita ad avvicinarsi maggiormente.

La forma della cometa è piuttosto irregolare e allungata, più simile a una banana o a una patata che non a una sfera. Il ghiaccio è rivestito da un materiale molto scuro che sembra essere carbonio.

lo studio della cometa di Halley

La cometa di Halley era attesa nei nostri cieli nel 1986. Ad aspettarla nello spazio c'erano alcune sonde, lanciate l'anno precedente, con lo scopo di studiare la cometa e di raccogliere nuove informazioni. Le sonde erano le giapponesi Suisei e Sakigake, le sovietiche Vega 1 e 2 e l'europea Giotto. La Suisei si è avvicinata sino a circa 300.000 chilometri per poi interrompere le trasmissioni colpita e danneggiata da microscopici frammenti spaziali. La stessa sorte è toccata alle due sonde sovietiche che però sono arrivate a 9.000 chilometri di distanza. La sonda Giotto, invece, è riuscita a compiere la sua missione ben oltre le aspettative, giungendo a soli 1.500 chilometri dal nucleo prima di interrompere le trasmissioni.

La cometa Shoemaker-Levy

Nel 1993, la cometa Shoemaker-Levy 9 - scoperta indipendentemente dai coniugi Shoemaker e dall'astronomo David Levy - è stata avvistata in un'insolita forma, sbriciolata e sparsa per milioni di chilometri. Dai calcoli effettuati è risultato che la sua strana traiettoria era causata da uno spostamento gravitazionale, dal campo del Sole a quello di Giove. Tutti i dati dimostravano che nel luglio del 1992, senza che nessuno potesse osservare il fenomeno, la cometa, passando a soli 43.000 chilometri di distanza dalla superficie gassosa di Giove, si era frantumata in oltre venti frammenti principali che avevano poi continuato a viaggiare nello spazio in fila come una collana di perle. La traiettoria dei frammenti era in rotta di collisione con il gigantesco pianeta gassoso.

Nell'estate del 1994 la pioggia dei frammenti precipitati ha offerto uno spettacolo cosmico osservato dagli astronomi di tutto il mondo che hanno potuto raccogliere nuove informazioni sia sulle comete che sulla composizione interna di Giove.