Storia delle Costellazioni

Storia delle Costellazioni

Le costellazioni sono delle invenzioni dell'immaginazione umana e non delle reali strutture della natura.

Sono l'espressione del desiderio umano di imprimere ordine e forma nel caos apparente ma, nello stesso tempo, per secoli hanno costituito uno strumento utile per orientarsi nella navigazione o per determinare il calendario.

Il sistema attualmente accettato dall'astronomia comprende 88 costellazioni sviluppate da un sistema di 48 pubblicato intorno al 150 d. C. da Tolomeo nell'Almagesto.

Questo testo, tuttavia, raccoglieva e sistemava una serie di conoscenze molto più antiche.

Non sappiamo chi ha inventato queste primitive costellazioni.

In Grecia il primo a farne menzione è Eudosso (IV secolo a.C.), ma è probabile che le abbia a sua volta conosciute attraverso dei sacerdoti egizi.

Di certo le prime popolazioni della Mesopotamia avevano già un sistema di costellazioni dello zodiaco ben organizzato, come testimonia una tavoletta d'argilla a caratteri cuneiformi che risale al 700 a.C.

Il pensiero degli antichi sull'origine del cosmo…..

Già nei tempi remoti gli astri erano stati attentamente studiati in Cina, in India, in Egitto e, in Mesopotamia, dai Sumeri e dai Babilonesi.

Al di là dei differenti miti, i temi che si ritrovano più spesso invocano gli interventi divini che ordinano una materia caotica preesistente. 

Spesso gli astri venivano identificati con le divinità, come per esempio presso gli Egizi e nei miti greci.

Altre volte si ritrova all'origine del cosmo un dualismo e una lotta divina tra il bene e il male, per esempio nella cultura indiana, nel libro sacro dello Zoroastro, nei miti egizi e greci.

Questa eterna lotta è all'origine della spiegazione degli eventi ciclici come il giorno e la notte o l'alternarsi delle stagioni. 

Nella Genesi e in altre religioni c'è invece la credenza di un'origine dell'universo per opera di un dio che, inizialmente circondato dal vuoto, crea ogni cosa dal nulla. 

….degli Egizi…..

Gli Egizi avevano un calendario diviso in 12 mesi e in giorni di 24 ore.

Le conoscenze astronomiche rispondevano ad esigenze pratiche e concrete come la previsione delle stagioni delle piene o il calcolo dei giorni in cui celebrare i riti religiosi e le feste sacre.

Per misurare il tempo gli astronomi inventarono degli strumenti molto precisi per l'epoca come le clessidre e gli orologi solari o ad acqua. 

Da un punto di vista mitologico le divinità rappresentavano le forze della natura tra cui anche gli astri.

Il dio Ra per esempio, ogni giorno guidava la sua barca solare attraverso i cieli mentre di notte scompariva al di sotto della Terra.

Questa divinità, in seguito identificata con il dio Ammone, fu celebrata soprattutto dai sacerdoti di Eliopoli e per un certo periodo divenne la divinità nazionale. 

…..dei Babilonesi…..

L'astronomia dei Babilonesi venne sviluppata in seguito alle convinzioni astrologiche.

Era molto avanzata, questa popolazione, infatti, conosceva e utilizzava le costellazioni dello zodiaco che si trovano sulla "via del Sole", quella fascia della sfera celeste che il nostro astro attraversa nel suo giro apparente annuo intorno alla Terra.

La via del Sole fu divisa dai Babilonesi in quattro parti che corrispondevano alle stagioni. Conoscevano anche l'eclittica, la linea ideale che divide lo zodiaco in due parti uguali e che costituisce il circolo massimo della sfera celeste. Utilizzarono un calendario lunare di 12 mesi a cui periodicamente ne aggiungevano un tredicesimo per correggere la concordanza con le stagioni. 

…..e dei Greci

Nella Teogonia, Esiodo raccontava la formazione del cosmo ad opera delle divinità Urano e Gea, identificati con Cielo e Terra, dai quali nacquero tutte le altre divinità.

Ma la cultura greca, oltre alla mitologia, ha prodotto anche una scienza della natura e del cosmo, che contiene spesso risultati ed affermazioni estremamente moderni.

Più che le singole osservazioni astronomiche sono importanti le teorie generali sull'origine e il cambiamento di tutte le cose. Il filosofo greco Talete (V secolo a.C.), celebre ai suoi tempi per aver predetto un'eclissi di Sole basandosi probabilmente su un calendario babilonese, aveva individuato un elemento principale che era all'origine del cosmo: l'acqua. Più o meno nello stesso periodo, Anassimandro riteneva che l'origine del cosmo fosse avvenuta per differenziazione degli elementi dall'infinito - l'àpeiron -, una sorta di caos primordiale da cui, senza nessun intervento divino, era nato il mondo.

Anassimandro credeva nella sfericità della Terra, immaginata come un cilindro attorno al quale ruotano i pianeti.

Anassimene, invece, aveva trovato il principio di tutte le cose nell'aria che, per rarefazione e condensamento, originava tutti gli altri elementi: fuoco, terra, acqua. Per Democrito il mondo era composto di atomi che, a seconda di come si combinavano, spiegavano la genesi di ogni cosa.


E' Aristotele a elaborare una sintesi del sapere greco. Per quanto riguarda l'astronomia egli riteneva che l'universo fosse formato da 5 elementi: acqua, terra, aria, fuoco, sul nostro pianeta, mentre i cieli e gli astri erano formati da una quinta essenza incorruttibile. Per Aristotele la Terra è piatta, si trova al centro del cosmo e i pianeti le girano intorno.

L'astrologia

L'astrologia è lo studio degli astri con lo scopo di rilevarne gli effetti sugli uomini e sulle cose.

Attraverso l'esame di un oroscopo l'astrologo ritiene di poter comprendere il carattere e la personalità di un individuo e di riuscire a prevederne gli eventi futuri. Questa disciplina, tuttavia, non ha nessuna conferma scientifica e il modo in cui gli influssi astrali possano agire sulla vita dell'uomo, non ha nessun fondamento all'interno della scienza. 
Praticata già nell'antica Babilonia, l'astrologia fu coltivata per secoli presso la maggior parte delle prime civiltà e, successivamente, sino a tutto il Rinascimento, fu seguita largamente da insigni scienziati e filosofi. La sua pratica è molto diffusa anche ai nostri giorni. 

Il sistema tolemaico

Tolomeo nacque nel II secolo d.C. ad Alessandria, in Egitto. Profondo conoscitore di Aristotele e dalla tradizione astronomica alessandrina, ha sintetizzato le conoscenze dell'epoca nell'Almagesto, teorizzando un sistema astronomico geocentrico che sopravvisse per secoli sino all'epoca di Copernico e Galileo. Per tutto il Medioevo il sistema tolemaico, fuso e confuso con quanto aveva scritto Aristotele, venne conciliato con quanto si affermava nelle sacre scritture, divenendo un modello scientifico-teologico incontrastato. L'imponente edificio geometrico-matematico vedeva la Terra al centro di un universo concepito a strati come una cipolla: i cieli erano strati fisicamente solidi e tra uno e l'altro erano incastonati i pianeti e le stelle. Il complicato congegno che ne risultava, vedeva le volte celesti che ruotavano determinando il movimento dei corpi celesti. Il motore immobile, per dirla con Aristotele, che faceva muovere tutto era Dio. La materia dei cieli e dei pianeti era perfetta e incorruttibile, al contrario degli elementi che componevano la Terra. 
I calcoli per determinare il moto degli astri erano però molto complessi. Con il passare del tempo, inoltre, le nuove scoperte astronomiche che venivano interpretate alla luce di questo modello, lo rendevano sempre più complicato.