ALBERI

ALBERI

abete bianco

Famiglia pinaceae

Foglie: sempreverdi, aghiformi, appiattite, non pungenti

Fiori: inf. unisessuali, coni maschili : giallo-rossastri, coni femminili: verdi

Frutti coni eretti , oblunghi, con brattee sporgenti

Portamento: slanciato,strettamente piramidale, alt.: sino a 40

Tipico "albero di Natale" in natura è diffuso nelle zone montuose dell'Europa meridionale; vive tra 800 e 1800 m di altitudine, mescolandosi al faggio, all'abete rosso e, più raramente, formando boschi puri

Predilige clima con escursione termica poco marcata ed elevata umidità, terreni freschi e profondi.Il legno è leggero, bianco, privo di resina e molto resistente;è di mediocre qualità e viene utilizzato in modo analogo a quello dell'abete rosso, soprattutto nell' industria cartaria, in carpenteria, in falegnameria.

Dalla distillazione delle foglie si ottiene trementina, impiegata in medicina e veterinaria. Le foglie presentano due caratteristiche strie bianche sulla faccia posteriore. Le pigne sono erette , cilindriche, resinose di 10-20 cm

abete rosso, peccio

Famiglia pinaceae

Foglie: sempreverdi, aghiformi, pungenti

Fiori: infiorescenze unisessuali: le maschili ovali prima rosse poi gialle, le femminili erette piccole e rosse, poi verdi e pendenti

Frutti: pigne brune , pendenti che si staccano a maturità

Portamento piramidale, slanciato, alt.: sino a 40 m

Si tratta di una pianta molto diffusa in Europa oltre che per la forestazione anche come tipico "albero di Natale".

Molto resistente al freddo questo abete o,più propriamente, "peccio"(vd. nota) è una delle più importanti essenze forestali e viene impiegato ovunque per il legname o per la resina(usata nell' industria delle vernici).

Le foglie sono aghiformi a sezione tetragonalee pungenti con inserzione radiale.

I frutti sono pigne pendenti di 10 - 15 cm .

Nota: Il genere picea (peccio) ha pigne pendule mentre il genere abies (abete) ha pigne erette

cipresso comune

Famiglia cupressaceae

Foglie: sempreverdi, squamiformi, emanano profumo d' incenso se strofinate

Fiori: coni maschili ovoidali, femminili oblunghi-elissoidali

Frutti: galbuli legnosi

Portamento colonnare o piramidale espanso, alt. sino a 30 m

Il nome del genere deriva probabilmente da Cyprus, nome latino dell'isola di Cipro, ove la pianta era nota da tempi remoti. Il cipresso è originario della regione mediterranea orientale, da dove è stato diffuso con la coltivazione in tutta l'Europa meridionale. Vegeta in zone a clima caldo, con estati siccitose, soffrendo per geli prolungati. Si adatta a substrati diversi, anche a quelli poco profondi o compatti, che sfrutta con l'apparato radicale piuttosto superficiale. In altitudine si spinge fino a 700 m, prestandosi al rimboschimento di terreni aridi, associato ad altre essenze sempreverdi come ad esempio pini.

Attualmente il cipresso è minacciato in Europa da un fungo parassita( Coryneum cardinale ) che è stato rilevato per l'Italia in Toscana all'inizio degli anni Cinquanta e da allora si è largamente diffuso. La specie è utilizzata come ornamentale nei parchi e nelle alberature stradali e in alcune zone d'Europa, come l'Italia peninsulare, è elemento caratteristico del paesaggio. Se ne usa inoltre il legno, che è di ottima qualità, color giallo chiaro, odoroso, durevole, resistente ai parassiti. . Varietà: horizontalis, a chioma espansa; stricta, a chioma colonnare.

cipresso argentato

Famiglia cupressacee

Foglie: persistenti, squamiformi, piccole e addossate ai rametti

Fiori: unisessuali, i maschili sono piccoli coni che si formano a fine estate, i femminili sono macrosporofilli riuniti in coni tondeggianti

Frutti: galbuli legnosi

Portamento: forma conica, alt, sino a 15 m

Originario dell' Arizona, come il C. Arizonica a cui peraltro è molto simile, è stato diffuso in Europa a scopo ornamentale.

E' utilizzato sia isolato che come siepe perchè sopporta bene gli interventi cesorii.

cipresso calvo o di palude

Famiglia taxodiacee

Foglie: decidue, aghiformi, piatte, in autunno assumono colorazione fulva e cadono (da qui il nome "c. calvo")

Fiori: coni maschili in gruppi di 3-11 su spighe terminali, coni femminili addensati alla base delle spighe maschili

Frutti: galbuli sferici, bruni a maturazione

Portamento:può raggiungere i 40 m di altezza; base del tronco allargata a "piede d'elefante" e radici aeree(pneumatofori) che emergono come punte coniche attorno al fusto.

Albero originario delle zone paludose S-O degli Stati Uniti e Golfo del Messico è stato introdotto in Europa nel XVII secolo. Il Cipresso Calvo è tra le poche conifere a fogliame deciduo e prende il nome del genere (taxodium) per l'aspetto simile al Tasso.
Si tratta di una pianta molto longeva (può raggiungere i 1000 anni di età) utilizzata nei nostri ambienti a scopo ornamentale in parchi cittadini (generalmente vicino a laghetti in quanto ha forte potere drenante) e più raramente come essenza da legno.

leccio

Famiglia Fagacee

Foglie: sempreverdi, cuoiose, ovali-ellittiche, sopra lucide, a margine liscio o spinoso

Fiori: unisessuali, quelli maschili in amenti, quelli femminili solitari o a coppie

Frutti: ghiande ovoidali con cupola a squame brevi

Portamento: alto sino a 25 m

Pianta sempreverde diffusa e abbondante nelle regioni mediterranee; lo incontriamo sino a 700-1000 m di altitudine; costituisce boschi puri o misti con pini, sughera, corbezzolo, erica, lauro, roverella, orniello, olmo. La lecceta si può considerare la piú caratteristica formazione dell'orizzonte mediterraneo. Tollera condizioni di aridità molto spinte, ed è poco esigente nei confronti di luce e temperatura. Ha accrescimento lento ed è molto longevo, raggiungendo anche mille anni di età. Questa quercia è frequentemente utilizzata come pianta ornamentale molto decorativa, perché sopporta bene la potatura in forme obbligate e si presta anche per alberatura stradale.Il legno, di colore rosso scuro, molto duro e pesante, è difficile da stagionare e da lavorare; è buon combustibile e produce carbone molto pregiato, a elevato potere calorifico("carbone cannello).

pino domestico, pino da pinoli

Famiglia Pinacee

Foglie: persistenti, aghiformi riunite a due, abbastanza radi sui rametti, lunghi 10-15 cm

Fiori: inf. masch. formate da piccoli coni ovoidali di colore giallo-arancio, in posizione terminale sui rami, inf. femm. costituite da macrosporofilli riuniti in uno strobilo di colore verde-chiaro(1-2 cm)

Frutti: pigne globose di 12-15cm per 10-12cm di diametro che quando maturano liberano i tipici semi detti pinoli

Portamento: raggiunge anche 30 m di altezza

Insieme al P. Marittimo è specie tipica delle zone costiere dove veniva coltivato per i pinoli e per la formazione di pinete visto che la chioma di questi alberi tende ad espandersi ad ombrello.

pino nero, p. austriaco

Famiglia pinacee

Foglie: persistenti aghiformi, con guaina basale grigiastra, rigidi appuntiti, lunghi da 7 a 15 cm. I rametti sono tipicamente grigio-brunastri

Fiori: inf. masch. formate da piccoli coniovoidali e giallastri riuniti in gruppi, inf. femm. costituite da piccoli coni solitari o a piccoli gruppi , di colore rosato

Frutti: pigne verdastre ovoidali lunghe 5-9 cm e larghe 3-4 cm che a maturità diventano color marrone , con squame aperte liberando i semi alati.

Portamento: raggiunge i 30-40 m di altezza

Il Pino nero, anche in Italia, presenta alcune varietà le quali hanno adattamenti geografici diversi e condizioni morfo-strutturali diverse fra loro. In ogni caso si tratta di piante molto diffuse a scopo paesaggistico-ornamentale, per la loro adattabilità, per il loro relativo rapido sviluppo e per il notevole effetto estetico. Si adattano anche a substrati tendenzialmente calcarei, non troppo profondi, poco fertili.

Cresce in posizioni soleggiate, mal sopportano la competizione spazio-luce con altre essenze e prediligendo climi non troppo freddi. Il Pino nero non tollera molto bene i substrati troppo pesanti ed asfittici e non sempre sopporta gli ambienti urbani con problemi di inquinamento atmosferico, Spesso infatti in condizioni ambientali inidonee presenta un deperimento fisiologico progressivo con arrossamento e necrosi degli aghi posti nella parte interna della chioma che cadono in massa lasciando la pianta spoglia soprattutto all'interno.

Quando tali condizioni sfavorevoli sono accentuate dall'ombreggiamento della chioma o da stress di natura parassitaria (es. attacchi da parte di insetti come le cocciniglie o la processionaria), tali necrosi può portare alla morte della pianta.

Il Pino nero può essere utilizzato come essenza da legno o per rimboschimenti nelle zone montane in fasce comprese fra i 500/600 metri di altezza.