Asini e Cavalli

Asini e Cavalli

Asini, cavalli e zebre appartengono alla famiglia degli equidi e  i primi due, quelli di cui vogliamo parlare, sono animali d'allevamento da tempo immemorabile.

Presentano entrambi lunghe gambe sottili e un solo dito poggia a terra (il medio), mentre il secondo e il quarto sono ridotti a ossa stiliformi; si muovono poggiando a terra solo l'unghia del dito medio. i loro molari presentano una larga superficie piatta, che li rende particolarmente adatti a una lunga masticazioni; afferrano l'erba o le piante con le labbra, lo portano all'interno della bocca e poi lo masticano a lungo.

Il cavallo domestico deriva da 3 sottospecie  di cavalli selvatici, due delle quali completamente estinte perché sterminate dall'uomo: il cavallo di Przewalski, Takhi, diffuso un tempo dagli Urali alla Mongolia, sopravvive negli zoo, il tarpan delle steppe era diffuso in Russia sino a non molti anni fa, il tarpan dei boschi nel Medio Evo era presente nell'Europa centrale ed è sopravvissuto nell'Europa orientale sino alla fine del 700.

Il cavallo di Przewalski, presente in molti zoo,  assomiglia ad un pony.

Le razze d'allevamento ottenute dall'uomo sono circa una sessantina e possono essere raggruppate in tre principali forme: animali da corsa, col corpo lungo e stretto, di dimensioni medie, da sella e da tiro leggero, col corpo largo e corto, da tiro pesante.

Anche le dimensioni variano moltissimo: si va dallo Shetland pony, la cui altezza al garrese è di circa 1 m, agli Shine-horse inglesi, la cui altezza arriva al metro e ottanta. Nelle Americhe i cavalli, come del resto gli asini, sono stati importati nel 500 e qui sono parzialmente inselvatichiti.

Gli asini hanno dimensioni molto variabili (da 90 a 120 cm); il manto può essere liscio o ricciuto; presentano una grande testa, orecchie lunghe, mancano della criniera tipica dei cavalli e hanno una coda che, come quella delle mucche, termina con un grosso ammasso di crini; il colore del manto è molto vario, ma frequentemente è grigio;

generalmente presentano una lunga striscia scura che decorre sul dorso, mentre da una spalla all'altra è presente un'altra fascia scura disposta a croce con la prima; segni di zebratura sono presenti sugli arti, indice della loro stretta parentela con le zebre.

Sono animali molto parchi, in grado di nutrirsi anche di piante spinose e di tollerare una disidratazione sino al 30% in peso, riuscendo poi a reidratarsi bevendo per circa 5 minuti. Hanno alleviato per millenni il lavoro dell'uomo, girando la mola, portando pesi, trainando carri e aratri, fornendo latte, carne, cuoio.

L'esistenza di poche razze in Europa, è forse dovuta, come già aveva osservato Darwin, al fatto che da sempre si tratta di un animale allevato da contadini che non avevano né il tempo né le possibilità economiche per fare incroci selezionati, non a caso permane il detto: non c’è asino più asino di un contadino senza asino. In Siria, invece, ...esistono quattro razze; cioè una leggiera e graziosa, impiegata dalle signore pel suo andamento piacevole; un'altra araba che si impiega solo a sella; un'altra più robusta che si adopera per arare...

L'antenato più probabile dell'asino domestico è la sottospecie nubiana di asino selvatico (Equus asinus). I resti più antiche datano infatti al quarto millennio avanti Cristo e sono stati rinvenuti nel Basso Egitto; dalla valle del Nilo,  l'animale raggiunse l'Asia Sud-occidentale (fine del quarto millennio), per poi diffondersi in tutto il continente euro-asiatico.

In Asia era diffusa la specie selvatica Equus heminous, presente con 7 sottospecie un tempo distribuite per tutta l'Asia ed ora estinte o in via di estinzione a causa dell'erosione dell'habitat.

L'asino selvatico persiano (onagro), per esempio, è più grande dell'E. asinus e presenta orecchie più corte; il manto è arancione-giallastro; è stata dichiarata da più di trenta anni specie protetta, ma il suo numero continua a diminuire.

Viceversa, gli asinelli dei cercatori d'oro nei deserti degli Stati Uniti, sopravvissuti ai loro padroni ed inselvatichiti, rappresentano un grosso problema, in quanto la loro resistenza ad un ambiente ostile e le mancanza di predatori naturali ne ha aumentato eccessivamente il numero, mettendo in pericolo la vegetazione endemica. 

L'asino domestico è una figura che ricorre spessissimo nei Vangeli, per cui, secondo la tradizione popolare, è una specie prediletta da Dio, tanto che non può subire sortilegi, né essere colpito dai fulmini. Al contrario, nei Bestiari Medievali,  l'asino selvatico (onagro) è il simbolo del diavolo;
esso, infatti, nei giorni degli equinozi, raglia dodici volte durante la notte e dodici volte durante il giorno, ...rappresenta il diavolo, perché quando sa che notte e giorno hanno stessa durata (cioè quando vide il popolo convertirsi al Dio vivo e uguagliare la fede dei patriarchi e dei profeti) per questo raglia notte e giorno cercando il suo cibo che ha perduto... (da il Fisiologo)