La Rana

La Rana

Se pensate agli anfibi, il primo animale che vi verrà in mente è sicuramente la rana.

Straordinaria saltatrice e abile nuotatrice, la rana ha da sempre mosso sentimenti contrastanti nell'uomo: ha ispirato favole e personaggi fantastici per i bambini, suscitando, insieme, ribrezzo e disgusto.

Un tempo era addirittura ritenuta creatura di diavoli e streghe.

In realtà, la rana è un animale simpatico, tutt'altro che nocivo, ed estremamente interessante. Leggete e scoprirete perchè.

L'ACQUA PER LA VITA

La rana ha una struttura adatta alla vita anfibia: le lunghe zampe posteriori, ad esempio, la rendono agile saltatrice sul terreno, e abile e veloce nuotatrice in acqua.

A parte il periodo dell'accoppiamento e della gioventù (cioè quando è ancora un girino), però, non è un vero animale acquatico: per lo più sta, sì, vicino all'acqua, ma sulla terraferma o su foglie galleggianti.

L'umidità comunque è un elemento fondamentale per la sua vita: la sua pelle infatti non è abbastanza robusta per resistere alla siccità e vivere vicino all'acqua l'aiuta a mantenere il corpo umido.

La rana, pur resistendo molto bene alle basse temperature, è capace di condurre una vita attiva solo se la temperatura non è eccessivamente bassa. In autunno, alcune specie di rane si seppelliscono nel fango e si ibernano, rimanendo inattive fino alla primavera successiva.

DA UOVO A GIRINO

L'acqua è importante nella vita delle rane anche per la riproduzione: le loro uova, infatti, non hanno un guscio rigido che le isoli dall'ambiente esterno, come quelle dei rettili o degli uccelli, e così queste devono essere deposte in acqua, affinché non si disidratino. Raggruppate in masse gelatinose, le uova si sviluppano e liberano i girini.

La vita dei girini è piena di insidie e solo pochissimi riescono a raggiungere l'età adulta. I girini respirano tramite branchie e si nutrono principalmente di alghe, che raschiano via dai sassi e dal fondo.

Dopo circa un mese e mezzo, le branchie e la coda vengono riassorbite e iniziano a spuntare le zampe: quando questo processo, la metamorfosi, è giunto a compimento, quello che si ritrova è una rana in miniatura.

MA QUANTE CE NE SONO?

Le rane italiane sono divise in due gruppi: le rane verdi, molto legate all'acqua, e le rane "rosse" o brune più terricole e legate di solito agli ambienti boscosi.
Al primo gruppo appartengono la Rana verde maggiore e minore e la Rana dei fossi. Passano molto tempo in acqua e durante il periodo riproduttivo i fossi e gli stagni si riempiono del gracidio dei maschi (le femmine sono occupate a deporre le uova): il suono viene emesso dai sacchi vocali che si gonfiano mentre l'animale gracida, ai lati della bocca. L'organo vocale della femmina è molto ridotto.

Alle rane rosse appartengono la Rana temporaria, diffusa nei boschi delle Alpi e dell'Appennino tosco-emiliano; la Rana dalmatina o rana agile, legata ai boschi umidi di pianura; la Rana italiana, appenninica e la Rana di Lataste, una rara specie dei boschi della pianura padana. Introdotta invece dall'America e ormai diffusa in molte regioni del nostro Paese, è la Rana toro.