La Vespa

La Vespa

Pochi animali sono detestati dalla maggior parte di noi come le vespe.

Sarà per le loro sgradite visite ai nostri pic-nic estivi, o per le loro punture non proprio piacevoli, ma in generale quando ne vediamo una il nostro pensiero è sempre lo stesso: schiacciarla.

Le vespe sono insetti immenotteri e anche nel nostro paese ne esistono molte specie: tra le più conosciute vi sono le vespe sociali del genere Polistes o Vespula : sono queste le classiche vespe gialle e nere, il cui colore già ci  avverte della loro pericolosità.

Quando ai nostri banchetti all’aria aperta giunge una vespa, varrebbe la pena di osservarla per qualche istante per capire il motivo della sua visita; dopo aver attentamente pattugliato la zona per accertarsi che non ci siano pericoli, eccola precipitarsi su un piatto, magari contenente un po’ di carne; contrariamente a quanto sembra non mangerà lei la carne, poiché le vespe adulte si nutrono esclusivamente di frutta o di nettare, ma ne trasporterà un frammento alle sue larve, che vengono alimentate con proteine animali.

Il nido della vespa cartonaia è veramente curioso: è un alveare semisferico, capovolto, composto da cellette esagonali, tutto fatto di carta, spesso ancorato ad una parete o al ramo di un albero. Quasi tutte le vespe sociali utilizzano la carta per costruire il nido.

La carta viene fabbricata dagli insetti adulti, masticando il legno e ricavandone una pasta modellabile; via via che la colonia si espande, anche in nido viene ampliato aggiungendo nuove cellette.

A capo della società delle vespe c’è una femmina, una regina, proprio come nelle api; insieme ad altre femmine fecondate, ha fondato in primavera l’alveare.

Questa femmina dominante elimina tutte le uova deposte dalle sue compagne, che divengono così ausiliarie: solo lei da qui in avanti deporrà le uova e tutte le future vespe che nasceranno saranno figlie sue. La prima generazione di vespe comprende solo femmine, vere e proprie operaie con organi riproduttivi atrofizzati, mentre la seconda, in tarda estate, comprende femmine fertili e i maschi. Alla fine della bella stagione avvengono i voli nuziali e gli accoppiamenti. A questo punto le femmine fecondate si trovano un luogo dove ripararsi e trascorrere l’inverno, mentre le operaie, che nel frattempo hanno abbandonato l’alveare e i maschi andranno incontro a morte certa, non appena iniziano i primi freddi.

Nella primavera successiva il ciclo si ripeterà con la fondazione dei nuovi alveari da parte delle sopravvissute.

Salvo rare eccezioni, le punture delle vespe sono dolorose ma non pericolose, senza considerare che se ignorate e non disturbate le vespe non attaccano. Talvolta può anche capitare che una vespa, magari rimasta intrappolata in un indumento, ci punga più volte: questo è possibile perché il pungiglione delle vespe non ha un uncino come quello delle api, e quindi non resta infisso nella cute, consentendo all’insetto di colpire ripetutamente. Talvolta però in certe persone può capitare che la puntura crei quello che viene chiamato shock anafilattico, creando pericolose complicazioni; questo è dovuto ad una particolare sensibilità di certi soggetti al veleno inoculato, e non all’insetto.

Alla famiglia delle vespe sociali, fanno parte molte specie: alcune  vespe del genere Vespula fabbricano l’alveare nel terreno, mentre altre costruiscono alveari a palla con le cellette protette all’interno. Altre specie sono parassite di altre vespe e non costruiscono affatto il nido.

Il vero gigante del gruppo, è il Calabrone, il quale nutre le larve con altri immenotteri che caccia in volo.