Il Diabete

Il Diabete

Il diabete è una malattia caratterizzata da intolleranza agli zuccheri, ovvero dalla incapacità a metabolizzare in modo corretto gli zuccheri.

Per la sua frequenza e per la gravità delle conseguenze che può comportare, il diabete viene considerato una malattia di carattere sociale e come tale è considerata, mediante precisi interventi dello Stato in favore di chi ne è affetto.

Secondo i dati ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica), nel 1988.i diabetici erano circa un milione e seicentosessantamila, in Italia.

Questa cifra, già di per sé rilevante, deve essere presa con cautela, poiché altre fonti parlano di un numero quasi doppio, data l'impossibilità di avere informazioni attendibili e sicure sul problema.

Ciò poi indica solo i casi già diagnosticati, mentre ben sappiamo oggi quanto elevato sia il numero di soggetti con glicemia superiore al normale, ma non diagnosticata e di quelli che, per ragioni di familiarità (cioè con padre, madre, fratelli o sorelle con diabete) e di anomale abitudini alimentari, sono predisposti al futuro sviluppo di diabete.

Il punto fondamentale per comprendere come nasce il diabete è rappresentato dalla quota e dal tipo di zuccheri introdotti con il cibo, dall'insulina prodotta dalle cellule "beta" del pancreas e dalla glicemia (tasso di zucchero nel sangue).

Procediamo per gradi e vedrete che il discorso non sarà troppo difficile.

L'insulina è l'ormone prodotto dal pancreas che rende possibile il passaggio del glucosio (la forma in cui gli zuccheri sono presenti nel sangue) all'interno delle cellule, assicurando in questo modo l'energia per lo svolgimento delle normali funzioni cellulari.

E' la quantità di insulina circolante a regolare la quota di glucosio presente nel sangue (glicemia).

Quando l'insulina è troppo poca o non riesce a svolgere correttamente la sua funzione («insulinoresistenza»), il glucosio aumenta nel sangue sino a livelli dannosi e si realizza lo stato definito «diabete». Quando invece la disponibilità di insulina attiva è in eccesso, la glicemia scende sino a fornire stati di «ipoglicemia».

Quest'ultima condizione provoca in genere fiacchezza, sudorazione, vertigini, cefalea, nausea, incapacità alla concentrazione, senso di fame e, da ultimo, veri svenimenti.

CLASSIFICAZIONE DEL DIABETE

Esistono sostanzialmente due tipi di diabete: uno giovanile, raro, legato ad un grave difetto nella sintesi di insulina e caratterizzato da dimagramento ed un secondo tipo, più frequente, che insorge nell'età adulta; compare gradualmente e si presenta spesso in individui sovrappeso od obesi e spesso è preceduto da fenomeni ipoglicemici.

Le relazioni fra obesità e diabete sono assai strette, proprio perché il sovrappeso e l'obesità favoriscono la insulinoresistenza (incapacità dell'insulina ad agire, benché sia normalmente presente).

Molte alterazioni della glicemia ritornano spontaneamente alla normalità dopo aver riportato il peso del soggetto in limiti normali!

Quindi, se avete genitori o nonni col diabete e siete grassottelli, la prima cosa da fare è ridurre il peso. Questo sarà il modo migliore per diminuire il rischio di sviluppare il diabete in futuro!

A parte il diabete giovanile che necessita assolutamente di terapia insulinica, nella più parte dei casi di diabete dell'adulto, la cura deve mirare essenzialmente a controllare la glicemia attraverso un apporto alimentare idoneo.

Questo intervento dietetico consentirà di abbassare il glucosio nel sangue e nello stesso tempo di prevenire la comparsa di altri guai vascolari e nervosi che potrebbero far seguito al diabete.

Alcuni pazienti necessitano di farmaci (« antidiabetici orali» o insulina), ma nella più parte dei casi sarà possibile controllare il diabete esclusivamente con la dieta.

L'EDUCAZIONE SANITARIA

Una corretta educazione sanitaria è indispensabile per la cura del paziente diabetico, ma è altrettanto indispensabile che pure i figli di soggetti diabetici siano istruiti sui rischi che corrono se non mantengono un'alimentazione corretta. Infatti, come già si è detto, il diabete si accompagna a predisposizione genetica (benché ciò non significhi che tutti i figli di genitori diabetici debbano necessariamente sviluppare la malattia diabetica). Pertanto è fondamentale che i figli di diabetici seguano una dieta con corretto apporto calorico e soprattutto povera in zuccheri a rapido assorbimento e ricca in fibre, e che svolgano una costante e valida attività fisica.

Solo così sarà possibile mantenere il giusto peso corporeo e ridurre sensibilmente il rischio di diabete nell'età adulta.

Informatevi se qualcuno dei vostri parenti è diabetico e soprattutto cercate di stare attenti alla dieta se i vostri genitori, nonni, fratelli e sorelle sono diabetici. In caso di dubbio parlatene con il vostro medico di famiglia.

LA DIETA

La dieta è il principale artefice della correzione e della prevenzione del diabete.

I principi dietetici generali sono:

- Adeguare l'apporto di cibo e la sua qualità sino a raggiungere (e successivamente mantenere) il peso ottimale o comunque «accettabile».

Per il diabetico obeso il calo ponderale dovrà essere di circa 1 Kg per settimana e non superiore!

- Non squilibrare la distribuzione delle calorie, rispetto al modello precedentemente indicato per il controllo del sovrappeso e, pertanto, assumere il 50% dell'energia (calorie) sotto forma di carboidrati (prevalentemente di tipo complesso), il 30% sotto forma di grassi e la restante quota in proteine.

- Diminuire notevolmente ed abolire quasi del tutto gli zuccheri semplici, quali il saccarosio (normale zucchero da cucina) ed il destrosio, che vengono assorbiti assai rapidamente e subito trasformati in glucosio nel sangue.

- Aumentare la quantità di carboidrati complessi (presenti soprattutto in pane, pasta, riso e legumi) perché vengono assorbiti più lentamente.

Cercare di utilizzare cereali integrali e prodotti confezionati con farine integrali, per abbassarne l'indice glicemico.

- Abituarsi a pesare tutti gli alimenti con una bilancia, per rispettare le indicazioni dietetiche e «far l'occhio» alle dosi.

- Suddividere l'alimentazione giornaliera in un numero costante di pasti, evitando di saltare la colazione del mattino. Ciò favorirà la produzione costante di insulina e ridurrà al minimo i rischi connessi all'uso di antidiabetici orali e di insulina.

Infine chi non abbia diabete, ma sia teoricamente predisposto, potrà così ridurre lo stress funzionale del pancreas e con esso il rischio di futuro sviluppo della malattia.

L'INDICE GLICEMICO

Gli alimenti contenenti carboidrati (tutti i vari tipi di zuccheri) possono influenzare in diversa misura la glicemia dopo l'assunzione del cibo.

Questa risposta viene espressa in termini medici mediante un valore che prende il nome di «indice glicemico».

L'indice esprime il comportamento del glucosio nel sangue, nelle due ore che seguono l'assunzione di quel particolare alimento.

Fornendo arbitrariamente al glucosio puro (assunto per bocca) l'indice 100, l'indice degli altri alimenti sarà tanto minore o maggiore di 100 a seconda de valori di glicemia che conseguono alla loro assunzione.

A questo punto potete ben comprendere che tanto maggiore è l'indice glicemico, quanto minore è la validità dell'alimento nella cura e nella prevenzione del diabete (e dell'obesità) poiché

in queste condizioni è favorita la comparsa di iperinsulinemia.

Vi forniamo ora alcune informazioni pratiche sull'utilità e sulle sorprese che riserva la valutazione dell'indice glicemico.

Si deve infatti ricordare che il trattamento industriale degli alimenti può far variare molto l'indice glicemico.

Il purè istantaneo di patate ad esempio (quello che si acquista già pronto in sacchetti) presenta un indice di 95, mentre le patate lessate hanno un indice di 70.

L'indice glicemico dei cornflakes (fiocchi di mais usati per la colazione) è di 85, mentre quello del mais è di 70.

Un ulteriore dato, sempre su questo argomento, è che le fibre in genere determinano una marcata diminuzione dell'indice glicemico: pertanto, quando è possibile, deve sempre essere preferito l'uso di cereali integrali e di prodotti contenenti farine integrali (pane, pasta, ecc).