La Dialisi

La Dialisi

Le malattie del nefrone, distinte in nefropatie, malformazioni congenite, disturbi circolatori, calcolosi, infiammazione della pelvi, traumi, cisti e tumori, possono condurre all’insufficienza renale: il rene perde la capacità di filtrazione e di escrezione, e quindi la sua funzione depuratrice dell’organismo.

Ci sono due tipi di insufficienza renale: quella acuta può essere reversibile, mentre in quella cronica il danno è la conseguenza di prolungate lesioni ed è quasi sempre irreversibile, portando alla necessità di ricorrere a una depurazione (dialisi), mediante l’uso del rene artificiale.

Le malattie del nefrone possono manifestarsi a qualunque età e, mentre alcune rimangono stazionarie nel tempo, altre evolvono sfavorevolmente nonostante la terapia; le malformazioni congenite vanno dalla mancanza di un rene a un suo errato collocamento, e da difetti morfologici alla presenza di una o più cisti.

La calcolosi è la formazione di depositi calcarei, che dalle cavità renali migrano nelle vie urinarie, provocando i dolori tipici della colica renale.

Tra i tumori dei reni, che colpiscono soprattutto la popolazione tra i 55 e i 60 anni, il carcinoma renale è il più frequente con un’incidenza dell’80%; fattori di rischio sono il fumo di sigarette, l’esposizione ambientale al cadmio (usato nelle centrali nucleari) e alcune malattie genetiche.

Per ottenere la filtrazione del sangue e liberarlo quindi da sostanze tossiche non eliminate a causa di queste patologie, la medicina usa la dialisi.

La dialisi è un processo di separazione di soluti, basato sulla loro diversa capacità di diffusione attraverso una membrana permeabile al solvente e a uno solo dei soluti.

Ne esistono di due tipi: l’emodialisi, dove la membrana semipermeabile è posta in un’apparecchiatura in cui viene fatto passare il sangue da depurare, detta rene artificiale, e la dialisi peritoneale, che utilizza come filtro il peritoneo, la guaina sierosa che avvolge i visceri addominali.

Nell’emodialisi, il sangue del malato, tramite una membrana artificiale, viene a contatto con una soluzione di composizione simile a quella del sangue umano normale. I due liquidi, sangue e soluzione depurante, tendono ad eguagliare la loro composizione con scambi per diffusione attraverso la membrana che li separa: le sostanze tossiche passano dal sangue alla soluzione, mentre la maggior parte delle molecole utili non vengono sottratte, in quanto sono contenute in proporzione uguale nella soluzione dializzante o sono di dimensioni troppo grandi per attraversare la membrana.

Per la depurazione il sangue viene prelevato e riconvogliato da arterie e vene del braccio. In un’applicazione della durata media di cinque ore, tutto il sangue dell’ammalato passa più volte attraverso il rene artificiale, consentendo l’allontanamento dall’organismo della maggior parte delle sostanze tossiche che si accumulano nei 2-3 giorni in cui il rene non funziona.

Nella dialisi peritoneale viene sfruttata la capacità del peritoneo di comportarsi come una membrana semipermeabile: viene introdotto nel cavo addominale del liquido dializzante, rinnovato dopo circa venti minuti di permanenza nell’addome; così, attraverso la rete capillare peritoneale, vengono sottratti al circolo sanguigno i prodotti tossici del metabolismo.

La dialisi è un mezzo terapeutico di emergenza, in attesa del trapianto renale; essa consente una sopravvivenza fino a cinque anni di più del 60% dei pazienti, anche se la vita è condizionata dalla dipendenza nei confronti della macchina.

Dato che il trattamento deve essere ripetuto 2 o 3 volte alla settimana, sono stati fatti notevoli progressi che hanno consentito di ridurre i disagi degli ammalati. Contemporaneamente, il miglioramento delle tecniche e la maggiore praticabilità dei trapianti hanno contribuito alla soluzione dei problemi psicologici dei dializzati, nei quali la prospettiva del trapianto rappresenta un grosso incentivo a far fronte al grosso cambiamento di vita che la dialisi comporta.