Osama Bin Laden

Osama Bin Laden è nato a Riyadh, in Arabia Saudita il 10 marzo 1957 e morto il 2 maggio 2011 ad Abbottabad.

Figlio del ricchissimo imprenditore edile Muhammad Bin Laden, morto quando lui aveva tredici anni, possedeva una fortuna valutata in circa trecento milioni di dollari.

Sposato dall'età di diciassette anni con una cugina siriana e padre di numerosi figli, nel 1979 partecipò alla lotta di resistenza afgana contro l'invasione sovietica, investendo ingenti quantità di denaro proprio e della CIA, che lo appoggiava, per istruire i mujahiddin all'uso delle armi ed alle tattiche di guerriglia.

Cacciati i russi dal territorio afgano nel 1989, Bin Laden non smise la propria attività di “istruttore”, ma anzi diede vita ad un'organizzazione terroristica denominata Al-Qaeda (la base), collegata alla Jihad islamica egiziana, agli Hezbollah libanesi ed a gruppi armati algerini, presente, secondo l'FBI, in trenta Paesi del mondo.

Indesiderato nel suo Paese, le autorità dell'Arabia Saudita nel 1992 gli ritirarono il passaporto, accusandolo di aver dato appoggio ad organizzazioni integraliste in Algeria ed Egitto, e quattro anni dopo anche la cittadinanza.

Si trasferì in Sudan, ma, cacciato anche da quel Paese, trovò un rifugio sicuro in Afghanistan, che, dal gennaio del 1991 (inizio della guerra del Golfo), è la sua patria d'elezione, base da cui ha organizzato la “guerra santa” contro gli USA, da lui definiti come il Grande Satana, nemico numero uno dell'Islam, l'avversario da battere con ogni mezzo e senza pietà.
Dal 1998, dopo gli attentati da lui mai rivendicati, alle ambasciate americane di Dar Es Salaam in Tanzania, dove oltre duecento persone trovarono la morte e circa quattromila rimasero ferite in modo più o meno grave, e di Nairobi in Kenya, Bin Laden è diventato un bersaglio fisso per il governo degli Stati Uniti d'America, che gli ha messo sulla testa una taglia di cinque milioni di dollari.

Ritenuto il banchiere dell'integralismo islamico nel mondo, è in grado di spostare ingenti somme di denaro, da utilizzare per la progettazione di azioni terroristiche ed il reclutamento, l'addestramento ed il mantenimento di uomini sempre pronti all'azione, in grado di colpire in ogni parte del mondo.
Accusato dell'attacco suicida ai danni del cacciatorpedinere americano Cole, verificatosi nella base navale del porto di Aden, che causò la morte di diciassette militari americani (ottobre del 2000), è certamente il mandante e l'organizzatore dell'attentato alle Torri gemelle di New York, dell'11 settembre 2001, che ha causato un numero enorme, ancora imprecisato di vittime ed ha gettato nel panico tutto il mondo civile.

Colpiti da due aerei Kamikaze tra l'87° e l'88° piano, i due grattacieli, alti quattrocentododici metri, sono crollati incendiandosi; al loro interno, in ristoranti, negozi e uffici, lavoravano 50.000 persone e circolava un imprecisato numero di turisti, diretti alle terrazze, ideale punto di visione panoramica su New York.
Bin Laden, colpendo il World Trade Center, cuore finanziario di New York, già ferito nel 1993 da un attentato che causò la morte di sei persone, ha voluto seminare panico e insicurezza in tutto il mondo occidentale di cui l'America è il Paese guida.

L'ultima localizzazione di Bin Laden risaliva al 2001 lungo i confini dell'Afghanistan orientale. Dopo l'attacco dell'11 settembre gli Stati Uniti chiesero al governo dei talebani l'estradizione di Bin Laden, senza ottenerla. Questo rifiuto fu uno dei motivi riportati dalle fonti statunitensi per il successivo attacco militare all'Afghanistan in cui lo stesso governo talebano fu rovesciato.

Bin Laden rimase in latitanza durante tre amministrazioni presidenziali statunitensi.
La notte del 1º maggio 2011 Bin Laden venne ucciso in un conflitto a fuoco all'interno di un complesso residenziale ad Abbottabad, in Pakistan, da componenti del DEVGRU (noto originariamente come SEAL Team Six) degli Stati Uniti e da agenti CIA nel corso di un'operazione segreta ordinata dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Poco dopo la sua morte, il corpo di Bin Laden fu sepolto in mare.[11] Al-Qāʿida confermò la sua morte il 6 maggio seguente, promettendo vendetta

"Alle ore 01:09 del 2 maggio 2011, nelle prime ore dopo mezzanotte, data e ora del fuso orario del Pakistan, un plotone di 24 assaltatori appartenenti all'unità anti-terrorismo DEVGRU dei Navy SEAL (i corpi speciali della Marina degli Stati Uniti), con l'appoggio della Special Activities Division della CIA, condusse un'operazione militare ad Abbottabad, vicino a Islamabad, presso una palazzina indipendente del leader di al-Qāʿida, individuato grazie a un'azione di spionaggio condotta fin dall'agosto del 2010 e lo uccisero in un assalto. Nella stessa notte del 1º maggio 2011 (fuso orario di Washington, dove non era ancora passata la mezzanotte), il presidente Barack Obama, che aveva seguito l'intera operazione attraverso le riprese di microcamere poste sugli elmetti degli assaltatori e di un drone, ne ha annunciato la morte.

Nel raid sarebbero morti altri membri del gruppo di comando di Bin Laden, o della sua famiglia.

La scelta di utilizzare l'azione mirata portata in loco dal commando, in luogo del lancio di una bomba convenzionale aviolanciata e guidata, ad altissimo potenziale, sarebbe stata presa per limitare morti e distruzioni (nel fabbricato dove era alloggiato bin Laden risiedevano almeno 20 persone, fra cui alcune donne e bambini) e – non secondariamente – anche per avere l'assoluta certezza del decesso di bin Laden.

Le modalità di conduzione dell'operazione e la trafugazione e distruzione del cadavere hanno tuttavia suscitato critiche, provenienti, tra gli altri, dall'ex-cancelliere tedesco Helmut Schmidt, che ha evidenziato «una chiara violazione delle leggi internazionali» e dal ministro svizzero Ueli Maurer, che ha criticato Obama per aver eliminato bin Laden con un'operazione clandestina, consentendo quindi ai suoi seguaci di considerarlo un martire. "