Giuseppe Mazzini
e la Giovine Italia

Il padre del Risorgimento italiano nasce a Genova il 22 giugno 1805 da Giacomo, professore universitario e da Maria Drago. Ragazzino sveglio e vivace, già adolescente sente vivo e forte l'interesse per la politica, soprattutto quella relativa all'Italia.

Nel 1820, a soli 15 anni è ammesso all'Università; inizialmente studia medicina, poi passa a legge, è molto interessato agli studi politici e letterari.

Nel 1826 scrive il suo primo saggio letterario, "Dell'amor patrio di Dante", pubblicato l'anno successivo.

Poco dopo la laurea, entra a far parte della Carboneria, una società segreta con finalità rivoluzionarie.

Inizia una collaborazione con "L'indicatore genovese", giornale che fu subito eliminato dal governo Piemontese. Quindi, si sposta e comincia a collaborare con “L'Indicatore livornese". Nello stesso tempo svolge un’attività di convincimento fra la gente, viaggiando in Toscana e cercando aderenti alla Carboneria; il 21 ottobre a Genova, però è tradito e denunciato alla polizia quale carbonaro. Il 13 novembre è arrestato e chiuso in carcere nella fortezza di Savona.

Non avendo prove a suo carico, la polizia gli offre o di vivere al "confino" in qualche sperduto borgo del regno sotto sorveglianza o di andare in esilio a Marsiglia: sceglie di andare in esilio. Nonostante questo, la sua attività di lotta prosegue. Si reca prima a Ginevra, dove incontra alcuni esuli. Rientrato in Francia, nel 1831 fonda a Marsiglia “la Giovine Italia” che si propone di costituire la Nazione "Unita, Indipendente, Libera, Repubblicana".

Grazie allo studio degli avvenimenti storici, dichiara apertamente che bisogna insegnare al popolo, la fratellanza e l’idea dell’unità nazionale.

Nel 1832, a Marsiglia, inizia la pubblicazione della rivista "La Giovine Italia". L'iniziativa ha buon successo, però nel Regno Sardo vengono condannati a morte vari iscritti. Per questa sua attività rivoluzionaria, Mazzini è condannato a morte il 26 ottobre dal Consiglio Divisionale di Guerra di Alessandria.

A dispetto di questa pena, Mazzini si trasferisce in Svizzera dove insieme ad altri patrioti, anch’essi esuli, fonda la “ Giovine Europa”, dove afferma che ogni popolo deve avere la sua nazione.

Appena salito sul trono Carlo Alberto gli scrive per incitarlo a prendere l’ iniziativa per una riscossa italiana, ma senza risultati.

Il 28 maggio 1836 viene arrestato a Soletta e viene esiliato in modo permanente dallo Stato. Si reca quindi a Parigi, dove il 5 luglio è arrestato; è rilasciato a patto che parta per l'Inghilterra.

Nel gennaio del 1837 giunge a Londra però è in miseria: riceverà solo modeste paghe per la collaborazione a giornali e riviste inglesi.

Il 30 aprile del 1840 ricostituisce a Londra “la Giovine Italia”

Nel 1841 fonda una scuola gratuita per i fanciulli poveri in Londra.

Nel 1847, da Londra, scrive una lunga lettera al pontefice Pio IX, di idee liberali. In quello stesso anno raggiunge anche Milano dove fonda il quotidiano "L'Italia del popolo", ma è costretto a lasciarla per l'arrivo degli austriaci, raggiunge Garibaldi a Bergamo e lo segue in qualità di alfiere, infine va in Svizzera dove rimarrà fino al gennaio 1849.

Il 9 febbraio 1849 viene proclamata la Repubblica Romana e Goffredo Mameli telegrafa a Mazzini, di rientrare a Roma. Il 5 marzo entra in Roma trepidante per quanto accaduto. Il 29 marzo è nominato triumviro, il 30 giugno però si dimette a causa della caduta di questa repubblica, dopo varie rivincite austriache. A questo punto parte per Marsiglia e si reca poi a Ginevra e in seguito a Losanna, dove deve vivere in segreto.

Nel 1851 torna a Londra, dove si fermerà fino al 1868.

Fonda nella capitale inglese la società "Amici d'Italia" per estendere simpatie alla causa nazionale.

Dopo alcuni anni fuori dall’Italia, nel 1857 torna a Genova per preparare con Carlo Pisacane una rivolta. La polizia non riesce ad arrestare Mazzini che, per la seconda volta, sarà condannato a morte(28 marzo 1858).

Torna nuovamente a Londra, e scrive a Cavour per protestare contro alcune dichiarazioni pronunciate dallo statista, si oppone insieme ad altri numerosi repubblicani, alla guerra all'Austria, in alleanza con Napoleone III.

Nel 1860 raggiunge Garibaldi a Napoli, dopo la spedizione dei Mille, ma è in disaccordo con lo stesso Garibaldi che consegna il Sud al Re Vittorio Emanuele II, mentre l’idea di Mazzini è quella di realizzare un’Italia Repubblicana.

Dopo brevi soste a Roma, Livorno e a Genova, riprese la via dell'esilio e torna a Londra alla metà di dicembre dello stesso anno.

Il 6 febbraio 1872 giunge in segreto a Pisa, ospite dei Nathan-Rosselli, dove muore il 10 marzo.

Il 17 marzo si svolgono a Genova i funerali solenni, vi partecipano, secondo i calcoli della polizia, circa centomila persone.

Giuseppe Mazzini ha la sola consolazione di morire in patria, dopo aver vissuto quasi sempre in esilio

LA GIOVINE ITALIA

Associazione politica fondata a Marsiglia Nel luglio 1831 da Giuseppe Mazzini.
Essa era segreta per quanto riguardava i nomi degli affiliati, che dovevano scegliersi un nome di guerra, tratto dalla storia italiana del Medioevo, ma era palese per quanto riguardava il programma, che veniva diffuso da un periodico intitolato anch'esso "Giovine Italia" (ne uscirono sei fascicoli tra il 1831 e il 1834). Fine dell'associazione era quello di fare dell'Italia una repubblica democratica unitaria. Indebolita dai processi del 1833 in Piemonte e avendo fallito nella spedizione di Savoia del 1834, la Giovine Italia ebbe una sorta di eclisse fino alla fine del 1838, allorché fu ricostituita in Inghilterra, ma il 5 maggio 1848 Mazzini la sciolse per fondare l'Associazione Nazionale Italiana.