Analisi logica o sintattica

La sintassi (dal greco syntaxis, unione o ordinamento) studia il modo in cui le parole si combinano tra loro per formare le frasi. L’analisi logica rimette assieme i vari «mattoni» evidenziando il ruolo che essi svolgono nella formulazione del pensiero.

Tradizionalmente si distingue fra analisi logica della frase semplice o proposizione e analisi della frase complessa o periodo.

L’analisi della proposizione consiste nell’individuare i rapporti fra i vari elementi della frase, cioè la loro funzione logica: soggetto, predicato, complemento oggetto (o diretto), complementi indiretti, attributi e apposizioni.

L’analisi del periodo consiste nel determinare i rapporti esistenti fra le varie frasi semplici che compongono il periodo: si individua la frase reggente o principale e quelle subordinate o dipendenti, o quelle coordinate, designandone il tipo di rapporto coordinante o subordinante implicito o esplicito, il grado, la funzione logica svolta.

Analisi della proposizione
Il soggetto è l’elemento che compie l’azione; qualunque parte del discorso sostantivata può essere soggetto, ma nella maggior parte dei casi è un nome. Può essere sottinteso.
Il predicato è il verbo, nel predicato verbale, o la copula e la parte nominale, nel predicato nominale. Non è sottinteso, a meno che non si tratti di un periodo nominale (come nei titoli dei giornali: Trattative USA-RUSSIA sull’intervento in Iraq).

Il complemento oggetto è ciò su cui va a finire l’azione: risponde alla domanda «chi, che cosa». Nella forma passiva diventa soggetto, mentre il soggetto diviene complemento d’agente (o di causa efficiente se è inanimato). Si lega al verbo senza preposizioni. Esempi: Giovanni mangia la mela; La mela è mangiata da Giovanni.

I complementi indiretti si legano al verbo mediante preposizioni, ad esempio: complemento di termine (a chi, che cosa?), di specificazione (di chi, che cosa?), di mezzo (per mezzo di chi, cosa?), di luogo (stato, moto a, moto da, moto attraverso luogo), di tempo (determinato o continuato), di modo o maniera (come?: sono spesso avverbi o locuzioni avverbiali), di limitazione (rispetto a che?), di argomento (su chi, cosa?), ecc.

Gli aggettivi in analisi logica vengono chiamati attributi in quanto servono ad attribuire una qualità al nome cui si riferiscono.
Il nome che accompagna un altro nome per meglio determinarlo è un’apposizione. Esempi: L’Imperatore Augusto governò...; Anna, ragazza diligente, ha sempre...

Analisi del periodo
Principale: come in un treno occorre sempre una locomotiva che porti avanti i vari vagoni.
Coordinata per asindeto (senza legami, solo con la punteggiatura) o per polisindeto con congiunzioni copulative, disgiuntive, avversative, conclusive, correlative che danno il tipo di coordinazione.

Le subordinate hanno:

  1. un grado (I se si subordinano alla principale; II se si subordinano a una subordinata di I grado, e così via)
  2. sono esplicite quelle che hanno un verbo di modo finito (indicativo, congiuntivo, imperativo)
  3. implicite quelle col verbo di modo indefinito (gerundio, participio, infinito)

infine, esse svolgono una funzione logica in relazione al verbo della frase cui si subordinano e possono quindi essere:

  1. soggettive (se svolgono la funzione di soggetto, ad esempio: E’ chiaro che tu studi)
  2. oggettive (se sono l’oggetto, ad esempio: Gli studiosi tramandano che Romolo fondò Roma)

oltre che complementari indirette, svolgendo la funzione di complementi (come le proposizioni finali, consecutive, causali, ecc.)