Parco Nazionale Del Gran Sasso e dei Monti della Laga

Il Parco Nazionale del Gran Sasso si estende per 160.000 ettari di cui 135.000 in Abruzzo. Comprende 44 comuni. Al suo interno ricadono completamente le catene montuose del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Il Corno Grande, con i suoi 2912 metri di altezza, è la montagna più alta dell'Appennino. Sempre sul Corno Grande troviamo "il Caldarone", l'unico ghiacciaio dell'Appennino ed il più meridionale d'Europa.

A meridione del massiccio si estende la sconfinata piana di Campo Imperatore, posta a 1600 metri di altitudine.
La catena della Laga, particolarmente importante sia dal punto di vista geologico che naturalistico, comprende tra le altre la vetta del monte Gorzano (2458 metri).

La flora del Parco presenta un patrimonio vegetale di grande valore; vi si trovano boschi di faggio - dove vivono pure il ciliegio selvatico, l'agrifoglio, l'acero di monte e il tasso - e boschi di castagno con un ricco sottobosco di lamponi, mirtillo nero, belladonna, orchidee selvatiche e varie specie di funghi.
Un cenno a parte meritano i piccoli boschi di abete bianco (Selva di Cortino, Bosco Maltese, Selva degli abeti) residuo dell'antico popolamento misto di abeti e faggi dell'Appennino.
La fauna del Parco è molto varia ed è rappresentata da specie rare, quali il lupo appenninico, il gatto selvatico ed il camoscio, reintrodotto da poco sul Gran Sasso, oltre che da cinghiali, scoiattoli e volpi, tutti piuttosto diffusi.
Tra gli uccelli rapaci si segnalano l'aquila reale, il falco pellegrino e l'astore.

La Strada maestra del Parco si trova nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

È la parte più suggestiva della vecchia Strada statale 80 Teramo-L'Aquila, nel tratto che collega Montorio al Vomano ad Amiternum. Ricalca grosso modo il tracciato dell'antica strada romana Via Cecilia.

Il percorso si sviluppa lungo la valle del Vomano fino al Passo delle Capannelle (quota 1300 m) per poi riscendere nel versante aquilano fino alla località archeologica di Amiternum.
(L'antica Amiternum, città dei Sabbiai - Deve il suo nome al vicino fiume Aterno. Non ci sono giunte molte notizie sicure circa il suo passato più remoto, sappiamo che durante le guerre sannitiche, nel 293 a.C., cadde in mano nemica; documentato è pure il passaggio di Annibale che, diretto a Roma nel 211 a.C., sostò ad Amiternum. Ricordata da Virgilio nell'Eneide, Amiternum è rimasta famosa anche per aver dato i natali ad un grande storico e politico: Sallustio Crispo, che qui nacque nell'86 a.C..
Come testimonianze architettoniche dell'antica città rimangono i resti dell'Anfiteatro (fine I sec.), che si vuole sia stato preso a modello per il Colosseo, a due ordini di arcate che si aprivano lungo il perimetro ancora oggi perfettamente rintracciabile: affiancato ad esso è un edificio portato alla luce da recenti scavi, probabilmente di età tardo romana, con ambienti decorati a mosaico ed affresco, e, sul versante opposto rispetto all'anfiteatro, i resti del Teatro, che risale probabilmente all'età augustea ed ha una cavea che misura 54 m di diametro e sfrutta la pendenza della collina.
)

Il 1º dicembre 1984 fu inaugurato il Traforo del Gran Sasso e il traffico di attraversamento di questa parte degli Appennini non ha più interessato questa vecchia ma importante arteria che da quel momento è stata utilizzata solo dal traffico locale.

La direzione del Parco nazionale ha creduto nella funzione turistica di questo caratteristico percorso ribattezzandola appunto Strada maestra del Parco.

Le vecchie case cantoniere sono state ristrutturate per destinarle a punti informativi. Sono state create aree di sosta attrezzate. Godibile è la sua percorrenza, oltre che in auto, anche in bicicletta e in moto.

Numerosi paesi vengono lambiti da questa strada o si trovano nei pressi di essa: Montorio al Vomano, Pietracamela, Fano Adriano, Senarica,Aprati, Tintorale, Cesacastina, Piano Vomano, Nerito, Arischia, Amiternum.

In pochi minuti di auto si può raggiungere il Lago di Campotosto come pure le località sciistiche di Prati di Tivo e di Prato Selva.

Sito del Parco