CANTERANO (RM)

Sorge su una collina a ridosso del Monte Ruffo, per gli abitanti conosciuto più familiarmente con il nome di “Morritana”.

S’affaccia da un lato sulla conca percorsa dall’Aniene, dove la vista spazia dalla gola su cui ergono i monasteri di San Benedetto e di Santa Scolastica, al paese sottostante di Subiaco, dall’altra parte permette invece di osservare gli ultimi contrafforti dei monti prenestini, più in basso da verdi colline che scendono a formare un’altra valle al fondo della quale scorre il fiumicello della Cona, affluente del fiume Aniene in cui si immette nei pressi della Madonna della Pace, frazione del Comune di Agosta.

I lembi del suo territorio toccano quelli di Rocca Canterano, Gerano, Subiaco, Agosta, Rocca Santo Stefano.

Il nome Canterano ha origini incerte.

Secondo alcuni, deriverebbe da “Kan”, capostipite della razza pelasgica e da “terapne”, abitazione, quindi “dimora di Kan”.

Altri ritengono che il nome derivi dal suo fondatore, Giovanni Di Camorrano.

Un’ultima derivazione, forse la più probabile, è quella che indica l’etimo mutuato dalla gente cantoria: cantori di chiesa a cui era stato affidato il dominio della cittadina.

Il luogo fu certamente abitato già in età preistorica, come è testimoniato dalle asce di bronzo rinvenute presso il paese, nella grotta moraitana (Monte Rufo), ed oggi conservate al Museo Pigorini di Roma.

I primi abitanti avrebbero eretto a scopo difensivo quelle mura poligonali i cui resti si trovano nei pressi dell’attuale cimitero.

La zona fu abitata anche dagli Equi, ostili a Roma, che combatterono a lungo prima di essere sottomessi alla fine del IV secolo a.C.

Le uniche testimonianze del dominio romano a Canterano, sono due epigrafi, oggi inserite nella facciata dell’edificio comunale, e alcune tracce rinvenute nel comune limitrofo di Rocca Canterano.

Il dominio della Chiesa

Dall’epoca romana fino al X secolo non ci sono notizie certe.

Il nome di Cantorano o Cantorunu o Cantoranum appare in alcuni documenti del Monastero sublacense prima come “monte” poi come fondum infine come castellum, facendo parte dei castelli appartenenti all’Abbazia di Subiaco, situati in posizione di difesa.

Tra l’ XI e il XII secolo, l’abbazia aveva raggiunto il suo massimo splendore e possedeva un territori molto esteso, comprendente tutti i centri della valle dell’Aniene ed oltre.

Gli abati eletti cominciarono presto a comportarsi da tiranni, tant’è vero che nel 1455, papa Callisto III istituì una nuova figura, quella dell’abate commendatario, cioè un abate esterno al monastero, il più delle volte trattatasi di un cardinale.

Tra questi vi fu Rodrigo Borgia, il futuro Alessandro IV, corrotto e crudele, che predilesse la Rocca di Canterano per le sue dissolutezze.

La giurisdizione dell’abbazia fu continuamente contrastata dal vescovo di Tivoli.

Si giunse ad un accordo nel 1564 quando fu stabilito il ministero spirituali del vescovo tiburtino su Canterano ed altri paesi.

Sotto Urbano VIII, nel 1638, il paese tornò definitivamente agli abati sublacensi che lo governarono fino al 1753 quando passò alla Congregazione del buon governo, la quale provvedeva all’approvazione o meno delle richieste che venivano avanzate dal governatore dell’abbazia.

Secondo alcuni documenti dell’epoca, appare come in quei tempi la comunità di Canterano versasse in condizioni di estrema povertà.

Col tempo le cose peggiorarono al punto che non si trovò facilmente chi volesse assumersi l’incarico di esattore a Canterano.

Dopo il 1870, Canterano divenne uno dei tanti comuni italiani e partecipò alla vita della nazione.