CASTEL S. ANGELO (RI)


Comune

Distanze: 94 km da Roma

Altitudine: 448 m

Ha le sue origini nel pieno medioevo, pur se esse non sono ben note.

Nel territorio sono presenti strutture archeologiche, come alcuni tratti dell'antica via Salaria.

Uno dei più lunghi e meglio conservati è visibile all’interno di un laghetto dedicato alla pesca sportiva sotto il pelo dell’acqua, mentre strutture pertinenti probabilmente ad una villa rustica romana, sono chiaramente visibili sulla destra lungo la strada di accesso al capoluogo, che conserva ancora nell’impianto urbanistico, dominato dalla massiccia torre quadrata, tracce del passato medievale.

Il comune è sito lungo la via Salaria, a 18 km da Rieti in direzione di Ascoli Piceno.

Il suo territorio è abbastanza vasto anche se poco popolato e si sviluppa in ben 12 frazioni, di cui le più alte, come Paterno e Castel Sant' Angelo, di rilevante interesse storico e architettonico. Nel territorio sono comprese le Terme di Cotilia e il Lago di Paterno, località già ben note agli antichi romani che ne sfruttavano le qualità terapeutiche.

M.T. Varrone parla del Lago di Paterno, all'ora denominato Cutiliae, come Ombelicus Italiae. Inoltre, sempre sul Lago di Paterno era situato uno dei più importanti templi dedicati al culto della dea Vacuna (chiamata poi dai romani Vittoria), che rappresenta uno dei culti più antichi e più rilevanti di una buona parte del Centro Italia Appenninico.

La vicinanza della via Salaria, importante arteria di cominicazione tra le due coste italiane e il fatto di trovarsi proprio al confine tra il Regno Borbonico e lo Stato Pontificio, ha reso sempre la zona particolarmente vivace e soggetta a fasi alterne di dominio e di conquiste.

Se non bastasse la storia a rendere interessante il Comune, ricordiamo che esso è posto in una delle valli più suggestive dell'appennino, la Valle del Velino, che ancora oggi mantiene inalterate caratteristiche naturali quasi uniche come la grande varietà di vegetazione e la straordinaria ricchezza di sorgenti ed acque sia di superficie che sotterranee; è da ricordare che proprio qui si trovano le sorgenti del Peschiera, che approvviggionano di acqua oltre due terzi della città di Roma.

Le Terme di Tito

Situate sopra il lago di Paterno, identificato con l’antico lago di Cotilia.

In effetti non sono ben chiare le funzioni di questo grandioso monumento, identificato di volta in volta con l’antica Cotilia o con le Terme di Tito

Sembra possibile ipotizzare, con buon fondamento, che le strutture fossero pertinenti alla pars urbana di una imponente villa rustica, di certo proprietà di una importante famiglia, forse gli stessi Flavi.

Il fronte doveva mostrare un apparato scenografico di grande suggestione.

Lungo una serie di ordini di strutture lignee le canalizzazioni, presenti all’interno dei muri dell’impianto, dovevano addurre un costante flusso idrico, che, cadendo dall’alto e rimbalzando sui tavolati, scendeva a cascata fino al suolo creando uno scenario di grande effetto, che coinvolgeva anche il sottostante laghetto di Paterno.

Il vicus Aquae Cutiliae

Cotilia è connessa intimamente con le principali vicende della leggenda sabina.

Secondo la tradizione sarebbe stata un antichissimo centro abitato dei peslagi e che sarebbe stato a sua volta conquistato dai Sabini, al momento della loro irruzione nella valle delle Velino dalle loro basi poste ai piedi del Gran Sasso.

Nelle sue vicinanze sorgeva un celebre santuario dedicato alla Dea Vacuna, punto di riunione cultuale per tutti i popoli vicini.

Le sorgenti della zona erano ben conosciute nell’antichità per le loro qualità terapeutiche. Dovettero la loro fama all’uso continuativo che ne fecero Vespasiano e suo figlio Tito che morirono ambedue in una villa di loro proprietà.

Vespasiano era solito tornare tutti gli anni a Cotilia durante il periodo estivo, per passarvi le acque e trascorrervi le ferie.

La fama di queste terme si perpetuò ancora nei primi secoli dell’alto medioevo.

Le strutture di età romana del vicus Aquae Cutiliae si estendono, intervallate, per circa quattro chilometri tra Caporio e Paterno. Già alla fine del secolo scorso alcuni scavi effettuati avevano portato alla luce alcune parti delle così dette Terme di Vespasiano, che si articolavano in una serie di ambienti, nei quali vennero riconosciuti un caldarium, degli spogliatoi ed altre parti di un impianto termale.

Oggi questa zona termale non è più visibile, dato che le parti riportate in luce sono state sia distrutte, sia nuovamente interrate.

Chiesa di Santa Maria in Cesoni

Chiesa Romanica oggi rimasta in piedi soltanto in parte.

Nei pressi sono stati compiuti alcuni lavori di recupero che hanno riportato parzialmente in luce una piscina della lunghezza approssimativa di 60 m. e di larghezza di circa 24, fiancheggiata sui lati settentrionale ed orientale da alcuni ambienti.

La facciata settentrionale era scandita da nicchie rettangolari timpanate ed absidiole.

Dietro questi primi ambienti correva un corridoio voltato, mentre la facciata orientale conserva una successione di ambienti rettangolari ed absidiole oltre alla scala di accesso al piano superiore, solo in minima parte conservato.