CERVETERI (RM)

Distanze: 50 km da Roma

Altitudine: 81 m

La Cerveteri etrusca, sorge su un pianoro tufaceo (dall'attuale centro storico, fino ai colli ceriti, a cavallo tra il fosso della Mola e quello del Manganello) che si estende per circa 170 ettari.

I villaggi preetruschi, erano posti su alture (M. Abatone, M. Tosto, il Sasso e M. Santo) essenzialmente differivano molto da quella che sarà poi la città etrusca, rendendosi invece più simili a quelli della cultura neolitica sia per la struttura stessa del villaggio, sia per le tecniche, per le arti e per le usanze; infatti era ancora sconosciuto l'uso del tornio per la lavorazione della ceramica e il modo di estrarre e utilizzare i metalli dei colli ceriti.

Dalla fusione di questi paggi nacque la Cerveteri etrusca, strutturata secondo un modello gerarchico della società.

Dopo un primo periodo, Cerveteri divenne, assieme a Tarquinia e a Veio, una delle più importanti città della dodecapoli (ossia una lega tra le più importanti città etrusche, 12 per la precisione), il principale nodo commerciale etrusco e del mar Tirreno, il centro dello sviluppo dell'architettura e dell'arte etrusca.

Notevole importanza assumono i complessi funerari, ubicati intorno la città; il più importante è senza dubbio quello della Banditaccia (il nome deriva da bando, in quanto nel medioevo fu una zona bandita dalla chiesa) che si sviluppa su circa 80 dei 450 ettari di necropoli circostanti l'abitato (è recintanta solo in parte, circa 10 ettari.).

Al suo interno troviamo diversi tipi di tombe anche di diversi periodi; le più antiche sono quelle del VII sec.a.C. (Tomba della Capanna, tumulo Maroi ,tumulo Mengarelli, etc.) che si presentano generalmente così : un dromos (corridoio), due piccole celle laterali, un ambiente più ampio disposto longitudinalmente (che in genere riproduce la casa arcaica etrusca) con ai lati letti di deposizione, non ancora differenziati tra quelli per uomini (contraddistinti da una mezza luna) e quelli per donne (evidenziati da un triangolo), infine troviamo un piccolo ambiente circolare detto Vestibolo; accanto a questo tipo di pianta possiamo trovarne altre:

un lungo dromos costituito da una scalinata, due celle laterali, un atrio circolare con due cellette laterali, un atrio rettangolare con letti di deposizione o con il corredo funebre;

un lungo dromos, due celle laterali, un atrio circolare con due celle laterali,un atrio rettangolare ed infine un vestibolo.

Precedenti a queste tombe, realizzate all'interno dei tumuli di notevoli dimensioni (fino 30 m di diametro), sono la tombe villanoviane (IX,VIII sec. a.C.) non presenti però nel complesso monumentale della Banditaccia.

Tali tombe si presentano assai diverse dai tumuli, infatti consistono in un foro, di medie dimensioni, situo nel terreno al cui interno vengono deposte le urne cinerarie (in questo periodo limitate sono le forme di inumazione che si svilupperanno poi nei secoli successivi) realizzate in genere inceramica grezza d'impasto contenenti le ceneri del defunto, questi recipienti a volte sono inseriti in dei contenitori più grandi di tufo detti impropriamente ziri, accanto a questi a volte possiamo trovare del materiale di accompagno consistente in poco più di un elmo o un pugnale per l'uomo, o in una spilla o altro accessorio per la donna.

Oltre alle tombe di VII sec. assai più numerose all'interno della Banditaccia sono quelle di VI sec. che si possono presentare sotto diverse tipologie:

Tomba dei capitelli, caratterizzata da un piccolo dromos, da due cellette laterali ,da un ambiente più ampio detto atrio, che raffigura fedelmente una tipica casa aristocratica etrusca e, tre celle ripartite sul fondo, destinate ad accogliere le salme dei defunti;

Tomba della Cornice, consistente in un piccolo dromos, un atrio decorato da mensole lungo tutto il perimetro della sala "cornici" e da tre celle ripartite sul fondo;

Tomba della Casetta, costituita da un piccolo dromos che introduce alla porta d'ingresso, subito dopo troviamo un atrio rettangolare, sulle cui pareti si aprono cinque porte, conducenti alle celle funebri;

per quanto riguarda gli elementi decorativi del VI sec. a.C.. sono usati archi, colonne rastremate a sezione circolare o anche ottagonale con capitelli eolici, pilastri a base quadrata o esagonale, cornici doriche. soffitti a cassettoni o a travetti e mensole per il materiale d'accompagno.

Del V sec. a.C. fanno parte le tombe a dado o anche a schiera, che oltre a costituire un nuovo tipo di struttura tombale, rappresentano anche la presa del potere da parte della "borghesia" e quindi l'evoluzione della società verso una collettività più egualitaria.

Posteriori a questo periodo sono le tombe ipogee (ipogee cioè sotto terra) della fine del V ma soprattutto del IV sec. a. C., queste tombe nascono a causa del poco spazio rimasto disponibile in superficie, si presentano sotto questo aspetto: una lunga gradinata rappresentante il dromos, che conduce a una grande unica sala, dove vengono deposti tutti i defunti di quella famiglia e, generalmente decorate con colonne, dipinti o stucchi; inoltre questo tipo di tombe, a causa dei soggetti e dei temi degli affreschi, ci preannunciano la decadenza della società etrusca, che ben presto verrà conquistata da Roma.

Oltre alla necropoli della Banditaccia, importanti sono anche quelle di M. Abatone, che presentano la stessa tipologia di tombe della necropoli della Banditaccia, le necropoli del Sorbo, di età villanoviana, le necropoli di cava della pozzolana, principalmente ipogee, le tombe rupestri di S. Angelo, quelle di Via.

Degli Inferi e le tombe del Comune, del IV sec. a.C. (ipogee) al cui interno sono ancora visibili numerosi affreschi.

La Cervweteri "moderna", per lo più di età medievale, occupa solo una piccolissima parte del pianori dei Vignali, su cui sorgeva la Caere etrusca. Il borgo è posto sul ciglio occidentale della rupe, innalzata dalla costruzione delle abitazioni, in cui vivevano i sudditi.

Il feudo è appartenuto alle nobili famiglie dei Crescenzi, degli Orsini e poi dei Ruspoli, i cui destini, dal medioevo fino al risorgimento sono intrecciati con le vicende dei papi, sovrani dello stato della Chiesa, ed arbitri anche del potere temporale.

La necessità di difendersi dagli attacchi dei Saraceni  e dei propri nemici, indusse i signori a costruire una roccaforte, che aveva il suo centro nel castello, con torri di guardia e camminamento. Questa rocca, più volte ristrutturata, ospita oggi un museo etrusco, in cui si possono ammirare preziosi reperti ritrovati negli scavi più recenti.