NAZZANO (RM)

La storia di Nazzano, un antico borgo situato nella Valle del Tevere, è ricca di fascino e tradizioni. L’area ha una presenza umana molto antica, risalente alla tarda età del bronzo

La fertilità della pianura del Tevere e la posizione dominante delle alture intorno al corso del fiume fecero di Nazzano una residenza stabile già in tempi antichi.

L’area di Nazzano fu scelta come residenza stabile sin dalla tarda età del bronzo.

Il colle su cui sorge attualmente Sant’Antimo fu probabilmente il polo attorno al quale si sviluppò la presenza umana. 

Nel corso dei secoli, Nazzano continuò a prosperare fino all’espansione di Roma a spese delle popolazioni autoctone.

La prima testimonianza “archivistica” medievale di Nazzano risale al 948 d.C., quando era un “casale” sotto il controllo dell’Abbazia di Farfa.

Nel 952, troviamo la più antica traccia dell’esistenza di Sant’Antimo. Nel 1081, una bolla di Gregorio VII menziona l’esistenza di un castellum a Nazzano, donato da un tale Farulfus al monastero romano di San Paolo fuori le Mura.

Nazzano offre una vista mozzafiato sul Tevere, dominando le anse che il fiume disegna tra i campi gialli di grano e il verde dei boschi.

Questa vista è stata apprezzata nel corso dei millenni da etruschi, romani e viandanti diretti a Roma. Il borgo è noto anche per il suo incredibile castello, che sembra emergere direttamente dal suolo.

La navigabilità del Tevere e la facilità di guado in quel tratto contribuirono allo sviluppo dell’insediamento di Nazzano. 

Dopo il crollo del sistema romano, l’area riprese vita e si sviluppò nel borgo che conosciamo oggi1.

In breve, Nazzano è un luogo che unisce storia, bellezza naturale e autenticità, e merita di essere visitato nella Valle del Tevere

DA VEDERE

Sant’Antimo
La Basilica di Sant’Antimo sorge su una collina detta Sacro Monte all’ingresso del Paese. L’edificio è consacrato al Santo Patrono di Nazzano, Sant’Antimo, il quale ricevette, nel IV secolo, il martirio sulle sponde del vicino fiume Tevere dove fu annegato.

Santa Maria Consolatrice
L’edificio sorge fuori della cinta muraria della rocca medievale, esso appartiene infatti all’ampliamento rinascimentale del paese verso ovest e sud-ovest. 

MUSEO DEL FIUME

Ubicato all’interno degli ambienti di servizio del Castello di Nazzano, il Museo del Fiume si articola in varie sezioni a spiccata vocazione didattica, create in funzione dell’approfondimento di temi legati all’ecosistema fluviale: a partire dall’analisi della morfologia del territorio, dei fenomeni geologici caratteristici del bacino del Tevere, illustrati mediante pannelli esplicativi, modelli ed esposizione di materiale lapideo proprio dell’area, per arrivare all’individuazione di tutti i più importanti aspetti della vita vegetale e animale che ne caratterizzano l’habitat, cui sono dedicate, in un percorso ideale restitutivo della dimensione evolutiva, le ulteriori sale del museo.

Il visitatore può avvalersi di stereomicroscopi per l’osservazione dell’affascinante mondo delle sabbie o del minuto macrobenthos fluviale, scoprire e sperimentare direttamente la permeabilità di terreni differenti, fruire di moderni sistemi di proiezione per diapositive e documentari naturalistici.

Un’interessante sezione affronta la lettura dell’ecosistema in rapporto ai principali fenomeni di antropizzazione, all’impatto e ai mutamenti introdotti dall’azione dell’uomo in tempi recenti e in particolare ai cambiamenti “positivi” apportati proprio dalla creazione della diga ENEL di Nazzano, realizzata alla confluenza del Tevere con il torrente Farfa.

Il museo articola i suoi percorsi espositivi attraverso diorami e vetrine espositive.

I diorami sono realizzati in tecnica mista sia con riproduzioni sia con preparati tassidermici, sono in totale 21 e così organizzati e posizionati:

Sala idrogeologica: 6 diorami a carattere geologico caratterizzati da ricostruzioni di sezioni stratigrafiche e litologie presenti  lungo l’alveo del fiume.

Sala botanica: 7 diorami legati all’ambiente fluviale e alla sua vegetazione: la goccia d’acqua ingrandita 1000 volte realizzata con modelli artigianali di microrganismi;  6 diorami con modelli e/o preparati tassidermici ornitologici presentanti il canneto, in giuncheto, la Sagittaria sagittifolia e la lenticchia d’acqua.

Sala zoologica 1: 3 diorami riguardante l’ambiente del lago di Nazzano con 4 preparati tassidermici e ricostruzioni di ambiente con vegetazione trattata; 3 ricostruzioni legate al ciclo di sviluppo della libellula e alla vita nel greto del fiume, tutti riprodotti artificiosamente e ad un ingrandimento di 10x; una vetrina con 6 preparati tassidermici legata alla morfologia del becco specializzato alla pesca di pesce; una vetrina con 4 preparati tassidermici ornitologici dedicata al  concetto di forma e funzione riguardo a becco, bocca, collo e zampe.