PISONIANO (RM)


Sopra un'amena collina che è una propaggine del monte S. Paolo situato fra il colle Celeste ed i monti prenestini, sulla riva sinistra del Giovenzano si adagia mollemente il grazioso paese di Pisoniano.

Esso è posto alle falde del monte Guadagnolo, ai piedi del celebre santuario della Mentorella la cui storica rupe Sant'Eustachio appartiene al suo territorio. Confina il paese a levante con Gerano e Bellegra, a mezzogiorno con San Vito Romano e Capranica Prenestina, a ponente con Guadagnolo ed a tramontana con Ciciliano e Cerreto.Il suo panorama è oltremodo ameno e pittoresco specialmente se si riguarda dalla strada che scende serpeggiante fra boschi di castagni da S.Vito Romano.

La sua posizione topografica è a forma di triangolo i cui vertici s'incuneano nelle contrade le Piagge, Camposanto e Santa Maria.

un po' di storia

Tutti gli storici che hanno trattato di Pisoniano affermano che l'origine ed il nome del paese sia derivato da una villa del famoso console Lucio Calpurnio Pisone, implicato nella congiura contro Nerone, esistita nei dintorni del paese.

Non è quindi improbabile l'opinione comune degli storici, confermata sempre dalla viva e perenne tradizione popolare, che proprio nella località chiamata ora "Rotte" ("Le Grotte") sorgesse la villa del famoso console Pisone il quale ivi si rifugiò dopo la congiura e da questo poi abbia preso il nome il paese.

La presenza di questa villa fece denominare "Vicus Pisonis" tutto il nucleo abitato ivi esistente (villa patrizia ed alloggi annessi per il numeroso personale di schiavi e liberti).

Successivamente testimonianze storiche accompagnano la crescita, le modificazioni e le vicende del paese lungo il Medioevo, sopratutto come feudo sublacense.

Dal "Castrum Pisciani" del XIII secolo si passa alle tragiche vicende del saccheggio del 1484 da parte del Riario e dopo varie e molteplici vicissitudini, Pisoniano, insieme ad altri feudi, fu ceduto dal contestabile Marcantonio Colonna alla famiglia dei Massimi che lo tennero fino al 1572 quando lo cedettero al nobile prelato di Camera Apostolica Girolamo Theodoli unitamente a S.Vito e Ciciliano.

I Theodoli eressero il loro palazzo munendolo di un torricello a scopo difensivo che dette al rione adiacente il nome di Castelluccio.

Il torrione è crollato il pomeriggio del 2 Novembre 1969.