S. FELICE CIRCEO (LT)



San Felice Circeo è il nome attuale di questo splendido promontorio, ma solo nell’ultimo secolo lo si è cominciato a chiamare con tutte e due i nomi. Nell’antichità si chiamava Circeo mentre nell’epoca moderna si chiamò San Felice

Negli scrittori greci e latini e nelle numerose epigrafi il nome del promontorio compare con grafia oscillante, comunque la versione più diffusa è: Circei, dal greco antico Kerkìoi.

Una tradizione antichissima ricollegava il nome alla mitica maga Circe figlia del Sole, e infatti tra gli scrittori greci predomina la grafia con la i nella prima sillaba.

Altri ritengono che la grafia esatta sia con la i in prima sede, sia per derivazione da Circe, sia da circus, kirkos (cerchio), vista la configurazione stessa del promontorio.

Inoltre la stessa vetta del monte che in dialetto si chiama Circhie, che significa cerchio, potrebbe essere stato già nell’antichità esteso a tutta la penisola.

Un’ulteriore ipotesi, anche se poco credibile, è quella che farebbe derivare il nome da querceus, quercia, che in dialetto si dice cercola.

Nei codici liviani compare la forma chiaramente corrotta di Cercolos e Cerceolos, che per omofonia fa pensare al termine dialettale; potrebbe forse derivare dal fatto che il monte era ricco di tali piante.

Nel medioevo il monte mantenne l’antico nome mentre il centro abitato venne chiamato prima Rocca Circeia, e in seguito sostituito da Castrum o Locus Sancti Felicis.

L’epiteto di Circeo ricomparirà ufficialmente solo dopo l’unione del Lazio al resto dell’Italia.Il nome di compariva solo nel 1832, nella lapide posta  nella chiesa parrocchiale; nell’altra lapide posta a ricordo della consacrazione della chiesa in nome e memoria di un S. Felice Papa e martire, manca l’ordinale con cui identificarlo correttamente.

Probabilmente si tratta di S. Felice II, forse un antipapa dalla storia molto incerta.

Nella Storia di Terracina si narra del Prete Felice e del monaco Eusebio che convertono e battezzano sul luogo del martirio di San Cesario e Giuliano, scoperti vengono costretti a confessare la loro fede cristiana, vengono decapitati e i loro corpi vengono gettati in mare.

Il nome S. Felice compare la prima volta nel passaggio del feudo dai Templari alla famiglia Pironti di Terracina, formula che compare probabilmente per il concorde volere delle due parti in causa.

Nell’archivio Caetani compaiono, poi, numerosi documenti del seicento in cui si legge quasi costantemente Santa Felice al posto, del maschile San Felice.

Poiché il nome originale è quello di un santo, è probabile che l’aggettivo femminile derivi dallo stesso dialetto locale in cui la parola santo si pronuncia sante con la e muta, come ancora succede per San Rocco che suona così: santrocche.

COSA VEDERE

Grotte delle capre, Acropoli, il Picco di Circe, Museo dell'Homo sapients, porto turistico