TUSCANIA (VT)


Ci sono molte leggende sull'origine della città: le più accreditate la vogliono fondata o da Ascanio, figlio di Enea, o da Tusco figlio di Ercole e di Araxe, mitica regina degli Sciiti. In ogni caso le origini sono molto antiche, con testimonianze riconducibili all'Età del Bronzo. Molto interessanti, e particolarmente ricche, le notizie relative al periodo etrusco, provenienti dalle numerose necropoli.

Gli Etruschi resero Tuscania prospera e potente, sfruttando appieno la buona posizione geografica: la posero al centro di un'importante rete viaria che collegava le città costiere a quelle dell'entroterra.

Già nel VI secolo a.C. era una fiorente città commerciale e si avvaleva soprattutto del commercio marittimo, che esercitava attraverso il porto di Montalto: le città costiere, in seguito ad una grave sconfitta ad opera dei Greci, avevano perso importanza e Tuscania, abbandonando la sua indole prettamente agricola, ne aveva subito approfittato.

Nel III secolo a.C. si affacciarono i Romani che, con la costruzione della via Clodia, favorirono l'espansione della città: contrariamente a ciò che avvenne in altri centri etruschi, il paese non decadde ma anzi si arricchì, grazie anche alla costruzione di acquedotti, terme ed edifici abitativi.

La sua importanza crebbe a tal punto che, nel 90 a.C., divenne municipio romano. Fu tra i primi centri a recepire il fenomeno del Cristianesimo, diventando una delle prime sedi vescovili italiane.

Nel 574 Tuscania venne conquistata dai Longobardi diretti a Roma e, nel 774, da Carlo Magno.

Questi ne fece dono alla Santa Sede che subito ne assunse il controllo.

La città mal sopportava tale sudditanza e fu spesso in contrasto con la Chiesa tanto che, in ultimo, venne punita con numerose sanzioni, alcune delle quali decisamente originali: le fu imposto il nome "Toscanella", che doveva avere un senso dispregiativo.

Nel secolo XI fu feudo degli Aldobrandeschi e dei Marchesi di Toscana e nel 1081 venne assediata dalle truppe di Enrico IV.

Erettasi a libero Comune nel secolo XII, provvide alla costruzione di una imponente cinta muraria per proteggersi da eventuali attacchi esterni: fu sempre al centro delle continue dispute tra il potere temporale dei Papi e quello dell'Impero.

Dovette sopportare la tirannia di diverse famiglie e subire le invasioni di Federico II e Carlo VIII.

Con il passaggio del Cardinale Egidio Albornoz la città riconquistò un po' di tranquillità, purtroppo non duratura: nel XIV secolo il feudo fu usurpato dai Di Vico che lo tennero in pugno per circa un secolo.

Grazie al Cardinale Giovanni Vitelleschi da Corneto, al servizio della Santa Sede, Tuscania tornò nuovamente sotto la tutela del Soglio Pontificio ed inaugurò un lungo periodo di pace ma anche di lenta decadenza, soprattutto politica.

Una certa espansione urbanistica, seppur nel rispetto dell'impianto medioevale, riprese agli inizi del XX secolo.

Nel 1971 la città fu devastata da un violento terremoto, a seguito del quale crollarono molte case ed edifici importanti; la ricostruzione e, dove possibile, il restauro furono comunque prontamente avviati ed oggi la città può al vantare uno stato di conservazione delle proprie bellezze architettoniche decisamente superiore alla media.

Chiesa di San Pietro
La grande chiesa, situata sul colle di San Pietro, venne eretta nel secolo VIII sopra un edificio d'epoca romana che, a suo tempo, aveva inglobato i resti di antichi edifici etruschi. Il monumento, rimaneggiato ed ampliato nei secoli XI, XII e XIII conserva, armonizzandoli, gli stili propri dei vari periodi in cui fu costruito, e per questo è considerato uno dei capisaldi dell'architettura italiana.

La facciata è suddivisa in tre sezioni realizzate in stili e materiali diversi: quella centrale, la più riccamente decorata, è realizzata in nenfro, mentre le altre due sono in conci di tufo. Su ognuna si apre un bel portale.

Quello centrale, in marmo, è decorato con un mosaico cosmatesco ed è sormontato da una galleria di arcatelle posta tra due serpenti alati che rincorrono due volpi.

In alto un rosone contornato dai simboli degli Evangelisti e collocato tra due bifore dai fantasiosi bassorilievi: una caratteristica contrapposizione tra il regno delle tenebre e quello dei cieli. Le due zone laterali, decorate con archetti pensili e semicolonne, hanno portali sovrastati da due leoni di marmo, decorati con classici motivi vegetali.

L'interno è a tre navate, divise da colonne romane e capitelli con particolari decorazioni a doppia ghiera dentata.

Il transetto è a tre archi.

Il presbiterio, sopraelevato, ha un ciborio piramidale del secolo XI poggiante su colonne e fiancheggiato da due grandi arcate trasversali: è arricchito da plutei risalenti al secolo VIII, probabilmente appartenenti alla primitiva costruzione. Nella navata di sinistra sono conservati alcuni sarcofagi etruschi.

La cripta, anch'essa del secolo XI, ha volte a crociera ed è percorsa da 28 colonnine in marmo con capitelli arcaici: questi ultimi provengono probabilmente da edifici romani e alcuni sono datati tra il IV e il V secolo.

Sono ancora apprezzabili i resti del pavimento, costituito da un mosaico cosmatesco, mentre poco rimane dei meravigliosi affreschi, per lo più di scuola romana, irrimediabilmente compromessi dal crollo del catino.

Chiesa di Santa Maria Maggiore
La struttura originale di questo grandioso monumento, situato ai piedi del colle di San Pietro, è di origine romana: al secolo VIII risalgono i primi interventi di ristrutturazione che, seguendo lo stile romanico, inglobarono il precedente tempio pagano.

Ancora nei secoli XI e XII la chiesa venne nuovamente rimaneggiata e ulteriormente ingrandita con l'aggiunta delle navate laterali.

Dalla facciata, realizzata in maniera definitiva verso la fine del XII secolo e preceduta da un bel campanile romanico, si stagliano tre portali minuziosamente decorati: quello centrale, il più ricco, è realizzato in marmo ed è preceduto da due leoni poggiati su colonne elicoidali; negli stipiti sono scolpiti i Santi Pietro e Paolo, vandalicamente mutilati e, nella lunetta, la Madonna col Bambino, l'Agnello Divino e alcune scene bibliche.

Il rosone, che sovrasta il tutto, è contornato dai simboli dei quattro Evangelisti. Gli altri due portali, più piccoli, sono decorati l'uno con motivi classici e l'altro, quello di sinistra, con motivi di derivazione normanna.

L'interno, diviso in tre navate da colonne e capitelli romanici e con tetto a capriate, custodisce numerosissimi affreschi risalenti ad epoche diverse.

Tra questi, quello di maggior pregio è il trecentesco "Giudizio Universale" collocato nel presbiterio, sull'arco dell'abside: un raccapricciante Lucifero fa scempio delle anime prave e le getta nella bocca famelica di un dragone.

Ancora nell'abside è collocato un affresco duecentesco di scuola romana, raffigurante i Dodici Apostoli.

Il pulpito, sopraelevato, è sorretto da quattro colonne e cinto da lastre di marmo risalenti al VII e VIII secolo.

Pregevole il fonte battesimale ottagonale, ad immersione, collocato nella navata destra e risalente al secolo XIII.

Museo Archeologico
Il Museo, allestito in quello che un tempo era un convento adiacente alla chiesa di Santa Maria del Riposo, raccoglie una ricca varietà di sarcofagi e arredi tombali rinvenuti nelle tombe etrusche.

Molto interessanti i sarcofagi in terracotta, prerogativa tipicamente tuscanese, che testimoniano l'alto grado artistico raggiunto da quelle popolazioni.

Il museo è articolato in più settori, divisi per periodi: la prima sala è dedicata al periodo che va dal 310 al 240 a.C. e, tra i pezzi di maggior pregio, vi sono uno stamnos falisco, con figurine di Afrodite, e un elmo di bronzo del secolo IV a.C.; i sarcofagi presenti nella seconda sala vanno dal 320 al 190 a.C. e, nel più antico, la defunta è supina ed avvolta in un mantello.

Nella stessa sala, interessanti alcuni reperti esposti nelle teche: maschere e statuette di attori e due specchi con scene del mondo mitologico.

Pezzo forte della terza sala è un bellissimo sarcofago, detto "Delle Amazzoni", proveniente dalla Necropoli della "Madonna dell'Olivo".

La quarta sala, l'ultima, riunisce i sarcofagi della tomba Vipiniana, utilizzata da cinque generazioni, dal 310 al 170 a.C..

Zona delle Necropoli Etrusche e Romane
Per un raggio di circa 4 km. intorno a Tuscania si estende un'area in cui le tombe sono raggruppate in gruppi ben distinti ma, nello stesso tempo, abbastanza vicini gli uni agli altri.

I sepolcri, riconducibili ad un periodo che va dal VII al II secolo a.C., sono ad uno o più vani e prevalentemente di tipo rupestre: non mancano comunque tombe a pozzetto, a fenditura superiore, a colombario, a tumulo e a dado. Interessanti le ricche tombe della nobile famiglia Curunas, dalle quali, purtroppo, sono stati illecitamente trafugati moltissimi reperti: numerosi pregevoli pezzi da qui originariamente provenienti sono oggi esposti nei musei di tutto il mondo.

I nuclei sepolcrali più noti sono quello della Peschiera, databile intorno al VI secolo a.C., con la famosa tomba del Dado e quello dell'Olivo, con la tomba della Regina, dalla caratteristica pianta labirintica.

La tomba, così chiamata per l'affresco di un volto di donna che vi si trovava, ha dato origini a molte leggende.

E' famosa per le sue dimensioni: dalla grande sala circolare, sorretta da colonne di pietra, partono una trentina di cunicoli, alcuni dei quali non ancora esplorati.