CARMIGNANO (PO)
Il territorio del Comune di Carmignano, frequentato dall’uomo fin dal Paleolitico (circa 20.000 a.C. come dimostrano i reperti in diaspro rosso della “industria litica” pratese), fu dal VII al I secolo a.C. sede dell’importante centro etrusco di Artimino e di altri insediamenti collegati.
Della civiltà Romana e del successivo periodo Longobardo restano tracce nei toponimi.
Nei secoli seguenti si completò l’organizzazione del territorio con una serie di Pievi – le più antiche Artimino e Seano – e chiese minori, poi nel XI-XII secolo di castelli (Artimino, Carmignano e Bacchereto). In periodo Medievale il Montalbano fu a lungo conteso, ma le frequenti guerre e gli assedi non impedirono però la formazione di Comuni rurali Carmignano, Bacchereto ed Artimino, che cedettero alle angherie di conquista fiorentine solamente alla metà del XIV secolo con un trattato che vedeva impegnarsi il suddetto Comune con il Comune di Firenze in una sudditanza forzata, ma come vollero ricordare i sottoscrittori di Carmignano: “A Voi, Magistrati di Firenze, conviene correggere l’antico errore di volerci vostri sudditi con la prepotenza…”.
Purtroppo, più volte, questa ultima postilla dell’accordo non fu rispettata.
Unica area che non fu mai sottoposta al dominio fiorentino furono le terre di Montalbiolo, che fecero parte fino al 1843 del distretto di Prato; grazie alle concessioni di terreni fatte agli abitanti, la zona progredì nel settore agricolo.
Il Comune di Carmignano, oltre che per valori paesaggestici, storico-artistici ed archeologici è ben noto anche per la sua produzione vinicola, oggi protetta da Denominazione di Origine Controllata e Garantita.
Da Visitare:
Pieve di San Michele e San Francesco
Pieve di San Michele e San Francesco La pieve di San Michele e San Francesco venne costruita intorno al 1330 nel convento francescano sorto ai primi del ‘200 sotto il castello: dopo la sua soppressione nel 1782 vi fu trasferita la pieve di San Michele.
La semplice facciata è preceduta da un loggiato (1773), che da accesso anche al chiostro.
L’interno, tipicamente francescano, ha una grande navata con cappelle absidali; i sei imponenti altari laterali seicenteschi accolgono opere notevoli: la celeberrima Visitazione (1537-38) del Pontormo, con solide figure alleggerite dal felice movimento delle vesti e dai colori dotati di una intensa luminosità, che occupano lo spazio frontale lasciando intravedere una prospettiva ripida e silenziosa come i colloqui di sguardi tra le figure.
Notevole anche la Madonna del Rosario e Santi (1601) di Cosimo Lotti, originale e ricca di particolari raffinati; le altre interessanti tele (1631-42) sono riconducibili a Giovan Pietro Naldini.
Nelle cappelle del presbiterio, ristrutturate nel ‘500, sono sistemeti affreschi e sinopie del 1430-40 staccati dalla chiesa (con opere di Andrea di Giusto e Antonio di Miniato); sull’altare maggiore è posto un bel Crocifisso ligneo (1731).
Nel chiostro, con loggiato settecentesco prospetta l’oratorio della Compagnia di San Luca, sorto nel 1348 sulle primitiva chiesetta francescana. La Rocca, accessibile con un panoramico percorso pedonale, conserva poche tracce delle antiche fortificazioni, più volte demolite; in buona parte di ripristino è la panoramica torre del Campano, presso l’ingresso al parco, con boschetto ed edificio ottocentesco sorto sui resti del Maschio.
Dell’antico castello intorno alla rocca restano complessi signorili su una panoramica strada di crinale: Villa della Rocca, di severo aspetto seicentesco, Villa della Costa, con resti medievali, Villa Cremoncini e l’interessante villa Olmi, nata intorno ad un alta torre medievale, con un bel prospetto tardo cinquecentesco e originali finestre inginocchiate. Tra le altre ville del territorio, a Frigionaia vi è la Villa Novelli (dove abitò Augusto Novelli, autore de L’acqua cheta), mentre, sulla strada per Seano, dopo la Villa del Poggiolo, vi è la notevole Villa di Trefiano, trasformata in casino da caccia dai Rucellai nel 1565-70, forse su progetto del Buontalenti.
Parco Archeologico di Carmignano
Nato nel 1983 per accogliere i numerosi reperti archeologici del territorio di Carmignano, relativi soprattutto all’occupazione dell’area in periodo etrusco, rinvenuti a seguito delle ricerche effettuate principalmente dalla Soprintendenza Archeologica della Toscana nel corso degli ultimi trent’anni, è stato ampliato in due successive riprese, nel 1987 e nel 1992.
Il Percorso Museale comprende: una esemplificazione dei materiali restituiti dagli scavi condotti nell’area a Nord della Paggeria medicea – facente parte dell’insediamento etrusco di Artimino e comprendente un’area di culto – che coprono un arco cronologico che va dal VII secolo a.C. alla prima età romana imperiale (vetrine 1-7); alcuni straordinari reperti rinvenuti dalle necropoli etrusche del territorio: Prato di Rosello; tumuli di Boschetti e Montefortini, tra i quali il notissimo incensiere in bucchero a traforo e lo splendido corredo di Grumaggio, rinvenuto occasionalmente nel 1942, all’interno del quale campeggia un grande cratere etrusco a figure rosse (kelebe) con personaggi del corteo dionisiaco.
In ottimo stato di conservazione è anche il servizio da simposio, di bronzo, composto da una situla stamnoide ad anse mobili, una brocca con orlo decorato ad ovoli, una teglia, un colino e attingitoi a rocchetto. Lungo le pareti sono esposte steli e cippi arcaici figurati e urnette cinerarie ellenistiche.
La seconda sezione del Museo è dedicata all’esposizione di un complesso di ceramiche di Bacchereto rinvenute occasionalmente nel 1974, in località Novelleto.