Chimica - Acquedotti - Trattamento delle acque per la potabilizzazione

CHIMICA
Acquedotti - Trattamento delle acque per la potabilizzazione

POTABILIZZAZIONE

Consiste in una serie di trattamenti chimico-fisici che rendono l’acqua utilizzabile a scopo alimentare, senza recare danni alla salute.

Durante I trattamenti s’interviene sul colore, odore, torbidità e presenza di sostanze organiche, in modo che tali parametri rientrino nei limiti impostati dalla legge.

Il processo è suddiviso in quattro stadi:

1) Sedimentazione: sedimentazione primaria per eliminare I solidi in sospensione;

2) Chiariflocculazione: le acque grezze, mediante un canale a cielo aperto, sono inviate nel reattore di chiariflocculazione costituito da una torre circolare, dove l’acqua è trattata con un flocculante.

Come reattivo flocculante si usa di solito il poliidrossi cloruro di alluminio, un polielettrolita sul quale vengono adsorbite alcune sostanze organiche come, argille o sostanze chimiche (NH4+, CO3=, e altre); il risultato è una miscela acqua fango.

Il fango ( materiale organico ) adsorbito sul flocculante, si deposita sul fondo, mentre l’acqua chiarificata può subire I successivi trattamenti ;

3) Disinfezione: nello stesso reattore avviene un trattamento con ClO2 per ossidare le sostanze nocive e inquinanti. Il ClO2 viene prodotto nell’impianto stesso in modo automatico : 4 HCl + NaClO2 → 4 ClO2 + 5 NaCl + 2 H2O.

I reagenti sono dosati da una centralina in modo da avere una concentrazione in HCl pari al 33% in eccesso rispetto alla concentrazione di NaClO2 che è stechiometrica, del 25%.

L’utilizzo di acido e il lavorare sotto vuoto è necessario per evitare esplosioni. In passato al posto di ClO2 si usava come ossidante NaClO; oggi è stato bandito in quanto l’ossidazione produceva sottoprodotti tossici, tipo clorometano, cancerogeno e dannoso per il fegato.

L’uso di ClO2 è favorito anche dal punto di vista economico, infatti il ClO2 è più ossidante del NaClO, quindi si riducono le quantità da usare.

Tuttavia anche il ClO2 presenta dei problemi: l’NaClO2 non reagito potrebbe formare cloriti o clorati, che sono potenti agenti mutageni.

In alternativa è stato prodotto dell’ozono, che si ottiene da ossigeno sottoposto ad una scarica di 15000 V, il che richiede apparecchiature sofisticate e costose.

4) Filtrazione: l’acqua chiarificata viene pompata a 80 l/s nelle vasche di filtraggio.

Il fondo di queste vasche è ricoperto di uno strato di sabbia silicea che contiene il 99 % di quarzo inerte.

La sabbia viene lavata ogni 36 ore per rimuovere l’ MnO2 ( nero ) che vi si deposita, e per evitare eventuali intasamenti.

Il lavaggio è fatto in due modi:
il primo consiste nell’insufflare una miscela di acqua e aria attraverso gli ugelli del fondo della vasca;
il secondo prevede, prima, di insufflare aria per smuovere il letto, poi acqua per allontanare le impurità.
L’acqua quindi, attraversa gli ugelli per arrivare poi ai serbatoi, e dopo opportuna analisi di laboratorio, viene distribuita alla rete idrica.

Dopo la filtrazione si ha un abbattimento del cloro residuo da 0.4 a 0.2 ppm; quest’ultimo è il contenuto di cloro nell’acqua che arriva a noi utenti.

I dosaggi dei flocculanti sono stabiliti attraverso il Jar-Test che viene eseguito in questo modo: si prendono 5 contenitori e si riempiono con acqua grezza, ad ognuna è aggiunto un quantitativo differente di flocculante, per simulare quello che avviene nei decantatori.

Quindi si calcolano:

Tempo di formazione del fiocco;

Grandezza del fiocco;

Tempo di deposito;

-ANALISI CHIMICHE-

Viene controllata l’acqua in entrata e in uscita. I parametri tenuti sotto controllo sono:

pH : si usa un pHmetro;

torbidità: tramite misura di diffusione della luce attraverso il campione;

concentrazioni ioniche : mediante misure di conducibilità;

cloro residuo : mediante analisi volumetriche;

durezza totale : col metodo di Mohr;

presenza di metalli disciolti : tramite spettroscopia di assorbimento atomico;

presenza di batteri.