Parco Nazionale del Gran Paradiso

Anno di istituzione 1922
Superficie
70.286 ettari

E’ il parco alpino per eccellenza, il primo ad essere istituito in Italia, nel 1922. La sua origine in realtà è ancora precedente, e risale al 1856 allorché sorse sul massiccio per volontà della Casa Savoia una riserva di caccia destinata a salvare gli ultimi stambecchi delle Alpi. Tre anni prima della nascita dell’area protetta, Vittorio Emanuele III donò le sue proprietà allo Stato italiano che, dopo gli studi di una commissione creata dal ministro dell’Agricoltura, diverranno il fulcro del nuovo parco nazionale del Regno, sorto allo scopo di conservare la fauna, la flora e di preservare le speciali formazioni geologiche nonché la bellezza del paesaggio.

Le montagne del gruppo del Gran Paradiso sono state in passato incise e modellate da grandi ghiacciai e dai torrenti fino a creare le attuali vallate. Quelle principali sono la valle di Cogne, la Valsavarenche e la valle di Rhemes sul versante valdostano, e la valle dell’Orco e la val Soana su quello piemontese. Le colture e gli insediamenti umani coprono una superficie trascurabile, più o meno il 4% del parco. Villaggi e alpeggi, spesso interamente in pietra, raccontano la lunga storia della civiltà dei pastori. Tutto il resto sono rocce, pascoli, morene e ghiacciai: di questi ultimi, tra grandi e piccoli, ne sono stati censiti oltre 60. La vetta più alta, appunto il Gran Paradiso, misura 4.061 metri e sulle Alpi è l’unico "quattromila" interamente italiano. Pure presenti sono numerosi laghi alpini, soprattutto nella zona del colle del Nivolet, e alcuni bacini artificiali sul versante piemontese.

La vegetazione è composta prevalentemente da boschi di conifere con larici e abeti rossi, e in misura minore abete bianco. Pino silvestre e pino mugo sono presenti, rispettivamente, a quote più basse e oltre il limite del bosco, intorno ai 2.200 m, dove lascia quindi il posto agli ontani associati nelle zone più umide a rododendri e ginepri. Simbolo dell'alta montagna, la stella alpina (Leontopodium alpinum) è diffusa dai 1500 ai 3.200 metri di altezza. Ancora più in alto crescono la piccola Gentiana bavarica e il ranuncolo dei ghiacciai, mentre nei boschi e su prati e morene si rinvengono rispettivamente la linnea boreale e il semprevivo dei monti. Quanto ad un’altra rarità del parco, il candido giglio di monte (Paradisea liliastrum), è stato scelto come simbolo per il giardino botanico Paradisia di Valnontey, presso Cogne: un'esposizione all'aperto da non mancare, estesa su 10.000 metri quadrati, per ammirare tutti insieme i principali rappresentanti della flora alpina.

La "capra più bella del mondo", com’é stato definito lo stambecco, vive in tutt’Europa sulla sola catena alpina e nel parco ha la sua roccaforte. I maschi adulti si distinguono per le corna più pronunciate rispetto a quelle delle femmine, provviste di anelli regolari. Alle quote elevate, dove non si spinge nemmeno il camoscio, gli stambecchi sfruttano la proverbiale abilità per spostarsi agilmente sulle rocce e cercare le erbe e i licheni di cui si nutrono. In estate femmine e giovani fanno vita di branco, mentre la stagione degli amori è l’inverno. I piccoli, generalmente uno a coppia, nascono a inizio estate. Gli stambecchi del parco sono circa 6.000, e da qui altri nuclei, da una trentina d’anni a questa parte, sono stati introdotti in diverse zone alpine come le Alpi Orobie in Lombardia, le Prealpi Carniche in Friuli, l’Alpe Veglia in Piemonte. Nel parco il periodo migliore per gli avvistamenti va da maggio a ottobre, quando gli animali pascolano al limite superiore del bosco e si incontrano la mattina presto e la sera. Di giorno se ne stanno accoccolati sulle cenge tra le rocce, dove si mimetizzano alla perfezione ed é difficile scorgerli.

Nel parco poi sono pure presenti il camoscio, il cinghiale, la lepre variabile, la marmotta, l’ermellino e un’altra decina di piccoli mammiferi. Nonché la lince, splendido ed elusivo felino, scomparsa da queste montagne negli anni tra i due conflitti mondiali e oggi tornata nel parco dopo ripetute reintroduzioni avvenute in Svizzera, a partire dagli anni Settanta. Quanto all’avifauna, tra i rapaci nidificano nel parco una dozzina di coppie di aquila reale ma pure astori e sparvieri, gufi reali e civette capogrosso. Anche il gipeto sta tornando nel parco, da cui era assente dal 1918. Il suo ritorno è stato favorito da un progetto di reintroduzione internazionale, e oggi frequenti avvistamenti di questa inconfondibile specie (le enormi dimensioni delle strette ali e la coda a forma di cuneo non lo fanno confondere con nessun altro rapace) vengono segnalati nell’alta val di Rhemes e lungo tutto il confine col parco della Vanoise. Infine, pernici bianche e fagiani di monte frequentano i pascoli montani e i boschi, dove vivono picchi, nocciolaie, ciuffolotti, crocieri e cince dal ciuffo.